Il bilancio provinciale ad Asti. Il consiglio provinciale ha recentemente approvato il bilancio preventivo per l'anno 2003, che ha visto il voto contrario del consigliere Vastadore dell'Udc e la sua uscita dalla maggioranza di centro destra; conosco Vastadore e ho letto sui giornali le ragioni di sostanza amministrativa e politica che lo hanno indotto a questo passo per certo meditato e responsabile. Sul bilancio si può dire che esso mette a dura prova la capacità degli amministratori: pochi soldi, più compiti e molte cose da fare, mentre sono diminuiti i trasferimenti disposti dal governo con la legge finanziaria e non basta che la provincia abbia imposto proprie tasse. In questa situazione è indispensabile selezionare le cose da fare, certo ragionando con tutti gli interessati ma alla fine scegliendo quelle che possono giovare alla maggioranza della popolazione, al mondo del lavoro e per lo sviluppo. A me pare che la discussione in corso, si riferisca proprio a questo; cioè l'opposizione di centro sinistra rimprovera la maggioranza di aver seguito una specie di moda che induce a spendere anche per compiacere ed apparire, facendo passare in secondo piano il fatto che i soldi spesi, contribuiscano o meno a migliorare le condizioni di vita delle persone e la produzione di beni e servizi per tutti. Spese che comportano pesanti indebitamenti per gli anni a venire per l'accensione di mutui e nonostante la vendita di beni, frutto di risparmi del passato, per fare cassa. Da parte sua la maggioranza nega che le cose stiano così ma le considerazioni che essa porta per dimostrare l'assunto lasciano aperta la discussione. Per tagliare la testa al toro basterebbe che l'amministrazione provinciale pubblicasse pochi dati; da una parte ed in sintesi le spese indispensabili per fare funzionare la macchina provinciale: costo del personale, riscaldamento, acqua, energia elettrica, telefoni, macchine ed arredi, attrezzature e mezzi d'opera, rate dei mutui, affitti, eccetera; dall'altra l'ammontare delle entrate suddivise nelle voci essenziali. La differenza rappresenterà la somma disponibile per fare politica, cioè quanto il centro destra che governa può spendere in un modo o nell'altro. Chiunque a questo punto potrà farsi un idea sufficiente di come stanno le cose e verificare se il bilancio approvato è improntato a sani criteri amministrativi ed è volto a realizzare gli obbiettivi programmatici in base al quale gli elettori hanno conferito al centro destra il mandato di governare. Oppure no. 14 gennaio 2003 | ||
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