Spigolature.

Le riflessioni del 2005

Il pesce puzza dalla testa.

Non sono certo bei tempi per il risparmio ed i risparmiatori.

Per sostenere la validità di questa affermazione è sufficiente mettere in fila le cose successe in questo ultimo periodo, che bastano e avanzano.

Banca d'Italia, Banca Popolare Italiana, scalata al più grande quotidiano nazionale - e intrecci relativi - per citare solo le principali. Mentre s'accennerà anche a quanto successo in Confcommercio nazionale ed in Unipol, che rappresenta però un caso a sè.

Per la Banca d'Italia la questione s'è conclusa con le dimissioni del Governatore e con l'introduzione del mandato a termine per il medesimo (prima era a vita) contenuto nella legge sulla difesa del risparmio, recentemente promulgata (firmata) dal Presidente della Repubblica Ciampi. Ultimamente intorno a questo importante Istituto per la nostra credibilità finanziaria, s'era formata una "corte dei miracoli", cioè un miscuglio di personaggi che perseguivano gli interessi più strani, nei confronti dei quali c'era addirittura accondiscendenza.

La Banca Popolare Italiana è dentro alle vicende con l'amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi del gruppo, per la scalata alla banca Antonveneta. Qui nulla occorre aggiungere a quanto già pubblicato dai media circa il prevalere di interessi personali e di potere su quelli della banca e dei risparmiatori, utilizzando a tale scopo amicizie particolari anche con il governatore della Banca d'Italia, nonché addirittura il prelievo improprio di somme sui conti dei clienti!

La mancata scalata al "Corriere della Sera" ha un immobiliarista tra i suoi attori principali, al quale una parte dei soldi occorrenti arrivano da un operazione immobiliare compiuta con il Presidente Nazionale di Confcommercio il quale per compierla abusa dei suoi poteri, secondo la magistratura.

Infine Unipol, che ha lanciato un'offerta pubblica di acquisto (OPA) della Banca Nazionale del Lavoro, che nulla a che vedere con il malaffare di cui si è parlato finora. Restano invece rapporti non chiari tra il suo Presidente già dimessosi e l'amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi.

Considerazioni finali.

Non basterà la pur utile legge a difesa del risparmio se non ci saranno esempi concreti e meritevoli di fiducia nei "piani alti" della politica e della finanza perché "il pesce puzza sempre dalla testa". Né la politica, né il governo di centrodestra sono stati capaci di prevenire il malaffare ed ancora una volta è dovuta intervenire la magistratura. Il capitalismo nostrano è un capitalismo "senza soldi" che usa cioè per se i propri e per le aziende quelli dei risparmiatori depositati nelle banche, investiti in borsa e così via.

E' perciò indispensabile stabilire e rafforzare rapporti di fiducia - concretamente fondati - tra risparmiatori e imprese all'interno del sistema che va comunque liberalizzato, affinché non abbiano più a ripetersi casi come quelli di cui parliamo, che seguono - ricordiamolo - i disastri tango bond (Argentina, Cirio, Parmalat e via dicendo).

Perché sta proprio qui l'origine dei nostri mali: che a tutt'oggi i risparmiatori sono considerati "parco buoi " da un sistema che paradossalmente riesce a mungerli per poi abbandonarli a se come cose inutili.

30 dicembre 2005

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Fondazione Cassa di Risparmio di Asti

L'astigiano potrebbe trarre notevole beneficio dalla realizzazione di sinergie, per intanto tra le Istituzioni, gli Enti con funzioni pubbliche e le esigenze emergenti dalle attività e dalle persone operanti sul territorio, con lo scopo di fare "massa critica", organizzarsi a "sistema" per aumentare l'efficacia degli interventi necessari per la ripresa dell'economia e la qualità dello sviluppo.

Per la verità un simile modo di operare s'è già intravisto in occasione di vicende anche recenti - Arvin per esempio - ma si tratta di tentativi ancora timidi, episodici, legati perlopiù a circostanze particolari alle quali non si può ancora attribuire il significato di un modo nuovo di operare su cui fare affidamento e capace di suscitare anche virtuosa emulazione.

Per confermare invece che proprio di questo si tratta è alle viste una ghiotta occasione rappresentata dal rinnovo del consiglio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Asti, in cui hanno mano il Comune e la Provincia di Asti e la Camera di Commercio. Si dovrebbe quindi porre particolare attenzione alle nomine in modo che esse rappresentino nel loro insieme la composita realtà del nostro territorio ed apportino singole specifiche competenze in grado di costituire una collegialità armonica e di qualità adeguata.

Ai designati siano poi rappresentate le esigenze e le relative priorità emergenti dal territorio, chiamando all'impegno unitario e operativo le realtà coinvolte e cioè: Fondazione, Comune e Provincia di Asti, Camera di Commercio.

Potendo in questo modo dimostrare che "piccolo può essere bello" se sappiamo coniugare sapientemente il "chi fa da se fa per tre" dell'impegno di ognuno, con il funzionale convergere nel progetto comune affinchè "l'unione faccia la forza" che consente di puntare a traguardi importanti e innovativi, altrimenti fuori dalla nostra portata.

23 dicembre 2005

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Ciau Bruno...

Bruno Ferraris riposa nella sua Agliano Terme insieme all'amata moglie Giselda.

L'astigiano piange uno dei suoi figli migliori.

La Resistenza l'ebbe nelle sue fila giovanissimo: una scuola di vita che lo segnò indelebilmente. La politica come scelta esistenziale, svolta con naturalezza, normalità, nel quotidiano: una sorta di sacerdozio. Fedele a valori antichi e sempre nuovi concretamente praticati: impegno, probità, sobrietà, umanità, generosità, riservatezza, rispetto, disponibilità. Nel partito, con il partito dal PCI ai DS, aperto alla ricerca di soluzioni più avanzate capaci di rispondere meglio e nel modo più giusto ai bisogni ed alle esigenze della terra, del lavoro, della vita delle persone, soprattutto di quelle meno favorite.

Lo sguardo lungo alle cose del mondo e il coerente, faticoso ma lieto impegno quotidiano dove si è, condividendo problemi, obiettivi, priorità con chi ci sta.

Padre, fratello, amico, compagno pronto a riconoscere e valorizzare il lavoro altrui; dedito, stimolante con le parole ma soprattutto con l'esempio. Parco, essenziale nei rilievi critici, curioso e tenace nella ricerca senza assilli, convinto che all'animo umano ed alla ragione sgombri da preconcetti, nulla è precluso.

Strenuo difensore della democrazia e delle istituzioni repubblicane, sempre.

Convinto assertore e realizzatore dell'agricoltura polifunzionale e di qualità operando nelle organizzazioni di categoria ed in ruoli istituzionali e di Enti vari.

Ripone grande fiducia nei giovani cui dona il meglio di sè fino all'ultimo.

Bertolt Brecht annovera quelli come Bruno Ferraris tra gli imprescindibili perché capaci di lottare tutta la vita.

Astigiano dal cuore grande e forte ti sia lieve la terra che hai amato.

19 dicembre 2005

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Tromboni e trombati.

Senza mancare di riguardo a chicchessia ritengo che la telenovela della verifica nell'Amministrazione provinciale di Asti si potrebbe sintetizzare così e basta.

Per rispetto dei lettori aggiungo ancora poche parole. L'andamento della vicenda così come si evince dai giornali ha trovato la sua conclusione a Roma dove lo Stato maggiore di Forza Italia ha convocato il presidente Marmo. Ricordo che l'on. Crosetto, che ha voce in capitolo, abita se non sbaglio nel cuneese e se era solo per parlarsi potevano farlo a maggior comodo di entrambi a metà strada.

Dopo questo viaggio poco o nulla di quanto ci si aspettava da Marmo e che egli stesso si era orientato a fare, è rimasto lo stesso. Chi ha parlato con Marmo ha quindi pesato e non poco. Fino a che punto?

Secondo una riflessione logica fino a immaginare una sorta di aut-aut, "o così o pomì", prendere o lasciare. Ed al Presidente è toccato di fare buon viso a cattivo gioco. Lieti - anche per l'astigiano - di essere contraddetti dai fatti, ma ad oggi e per quanto se ne sa e si vede, tutto lascia intendere che il presidente Marmo da Roma è tornato diverso e se non proprio con le pive nel sacco poco ci manca. Un Presidente dimezzato?.

Il lavoro ad Asti vive un brutto momento e la vicenda Arvin è emblematica in proposito. L'innegabile impegno di tutte le parti più direttamente coinvolte: lavoratori, sindacati, organismi industriali, istituzioni, ha aperto recentemente spiragli concreti attraverso i quali si può giungere ad un proficuo accordo tra le parti che consenta all'azienda di continuare la sua attività con altra proprietà, rimediando alle difficoltà in cui versa con l'adozione di un piano industriale, in cui ciascuno svolga al meglio il ruolo che gli compete perché esso abbia concreta ed efficace applicazione nel tempo. Così da garantire comunque e fin d'ora ai lavoratori una soluzione che li mantenga indenni dal punto di vista economico e tutelati per il loro futuro di lavoro.

9 dicembre 2005

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Case di Riposo

Le Case di Riposo esistenti sul territorio provinciale conducono per lo più una esistenza travagliata, cui la dedizione degli amministratori e del personale preposto non è sufficiente per porvi rimedio. Da qui l'avvio della spirale dell'aumento dei costi, che si riflettono sulle rette con il rischio di ridurre o addirittura di precludere l'accesso alle persone meno abbienti per aiutare le quali esse sono nate.

Per preservare queste istituzioni ed il servizio di interesse pubblico da esse svolto, sono state escogitate soluzioni che puntano sull'inventiva e sulla dinamicità imprenditoriali degli amministratori per individuare iniziative capaci di coniugare virtuosamente mercato e finalità sociali, mantenendo i bilanci in pareggio attraverso l'applicazione dei parametri di efficienza, efficacia ed economicità.

Tra le soluzioni escogitate c'è il coordinamento di alcune attività tra più Case di Riposo facenti parte di realtà territoriali omogenee dal punto di vista dei servizi erogati e facendo salve l'autonomia e le specificità di ognuna. L'intento è di migliorare per intanto la qualità delle prestazioni complessivamente erogate, contenendo del pari le spese per l'acquisizione di attrezzature, beni e servizi necessari per l'espletamento dei compiti d'istituto; senza negarsi la possibilità di studiare insieme lo sviluppo della collaborazione intrapresa, anche attraverso iniziative che propongano i loro servizi ad utenti esterni e non ai soli ospiti.

D'altro canto o si trova qualche soluzione oppure grande è il rischio che il mercato si approprii di queste attività, mandando a farsi benedire le finalità sociali e di mutuo aiuto sulla cui base esse sono nate. Mentre non possiamo assolutamente permetterci di lasciare senza risposta bisogni tutt'ora molto presenti sul nostro territorio a causa di pensioni esigue e l'assenza di altri redditi in capo alle persone anziane per le quali la Casa di Riposo rappresenta un approdo senza alternative.

2 dicembre 2005

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Per chi suona la campana.

La vita dell'Astigiano continua ad essere abbastanza movimentata. E di questi giorni l'estesa indagine sul consumo e spaccio di droga ad Asti che ha coinvolto decine di persone alcune delle quali cosiddette insospettabili, che si aggiunge ad altri fatti non proprio commendevoli cui le cronache hanno dato spazio nei mesi scorsi.

Ultimamente c'è stato poi il crollo di una passerella pedo-ciclabile con struttura metallica in procinto di essere attivata sovrastante la ferrovia nei pressi della stazione di Villanova.

Fatti e circostanze molto dissimili tra loro che potrebbero avere in comune una sorta di "normalità anomala".

Ma andiamo con ordine. Circa la droga si sa che per provare emozioni il suo uso non è necessario. Infatti un corpo umano in salute è naturalmente attrezzato per essere stimolato al giusto grado in relazione a ciò che si desidera fare. Basta avere una normale conoscenza di sè e attingervi con intelligenza quando è necessario, certi che il corpo risponde positivamente. Se invece si vuole tutto e subito senza metterci nulla della propria testa, oppure mettendocela al peggio, allora si ingurgitano porcherie pensando di risolvere il problema con i soldi, cioè introducendo a comando quanto invece richiede il giusto tempo per essere naturalmente apprestato. E si finisce per pagarne il fio in tutti i sensi.

Venendo invece alla passerella si tratta di un manufatto la cui costruzione e posa in opera non presenta particolari difficoltà, un lavoro quasi di "routine " con il rischio di prenderlo un po' sottogamba, cosicché la più ordinaria normalità può diventare anomala se la testa non vi presiede adeguatamente in ogni momento, ed essere foriera di guai seri com'è capitato.

Opinioni certo, quindi discutibili. Nei fatti e circostanze di cui è cenno s'avverte però una certa riluttanza ad usare - magari faticando un po' - il meglio di noi, cioè le nostre facoltà mentali, l'intelligenza. Se a ciò s'aggiunge il frequente ricorso a surrogati pur di non arrovellarsi a pensare, oppure ci si convince che basta e avanza pensare a fare soldi perché tutto si può poi comperare, allora c'è da stare poco allegri. Tanto che vien da chiedersi, parafrasando il titolo di un famoso vecchio film, "per chi suonerà la campana" la prossima volta.

25 novembre 2005

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Analfabeti

Sono 6 milioni le persone che in Italia non sanno leggere e scrivere, 36 milioni quelle che lo sanno appena fare, uno studente su cinque finisce la scuola dell'obbligo senza saperlo fare in modo sufficiente. Questi gli sbalorditivi risultati di una ricerca presentata recentemente a Roma dall'ex ministro dell'istruzione Tullio De Mauro. Nelle regioni meridionali del nostro Paese la situazione è percentualmente peggiore.

Tra i 30 paesi dell'Ocse, cioè i più sviluppati, l'Italia occupa il ventisettesimo posto per livello d'istruzione della popolazione. Una scolarità del tutto insufficiente per vivere con piena consapevolezza la condizione di cittadini in una moderna società.

Secondo gli esperti le cause di questo stato di cose vanno ricercate nella insufficiente offerta formativa articolata per fasce di età e nel mancato ricupero di chi è fuoriuscito dal sistema educativo senza avere conseguito un livello d'istruzione sufficiente. Resta poi il fatto che qualunque titolo di studio se non continuamente esercitato ed aggiornato nei suoi contenuti, diventa obsoleto quindi la sua efficacia regredisce.

Sarebbe dunque essenziale disporre di una scuola alla quale accedere periodicamente per aggiornare la propria formazione e le proprie conoscenze.

La scuola dell'obbligo non avrebbe colpe particolari mentre i problemi maggiori sarebbero nelle superiori, che da decenni aspettano invano di essere riorganizzate e vanno sempre peggio, fino a consentire addirittura che si disimpari molto di quanto appreso alle elementari ed alle medie.

In molte famiglie si legge poco o nulla, mai un libro, raramente un giornale. Ci sono poche biblioteche e mal distribuite sul territorio nazionale, mentre teatri ed altre forme artistiche di formazione e comunicazione qualitativamente buona sono poco frequentate.

La riforma Moratti ha infine "ridotto a burletta" l'esame di Stato e non solo.

La famiglia deve poter tornare a svolgere un ruolo più efficace nella formazione dei giovani, e per fare ciò gli adulti in generale e gli stessi genitori dovrebbero potersi giovare di un sistema di educazione permanente.

La scuola e la televisione dovrebbero operare di più insieme, non solo per informare ma anche per comunicare e proporre valori. Infine non guasterebbe un po' di buona pubblicità come quella di proporre attraverso i media persone alle quali i giovani guardano con interesse, mentre leggono libri o giornali e invitano i loro fans a fare altrettanto.

Suggerirei infine di rileggere "Lettera a una professoressa" scritto dalla Scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani e pubblicato dalla Libreria Editrice Fiorentina nel 1967, datato certo, ma incredibilmente giovane ed attuale.

18 novembre 2005

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Fare la tara.

Un settimanale astigiano ha meritoriamente pubblicato il programma che l'Amministrazione comunale di Asti si impegna a realizzare da qui al termine della legislatura nel 2007.

In questo modo si è conclusa la verifica tra le forze politiche di maggioranza aperta poco prima delle vacanze estive scorse. Si tratta di un comune lavoro tra tutti le componenti del centrosinistra - Unione che ha tenuto conto delle esigenze manifestate nel tempo da cittadini e loro associazioni e s'è avvalso della professionalità e competenze dell'Organico comunale, affidando poi alla Giunta, con quota rosa incrementata, il compito realizzativo.

La Città nel suo insieme sa quindi a quali iniziative porrà mano nei prossimi due anni il Comune per quanto di competenza, e vi si potrà relazionare, realizzando all'occorrenza sinergie e promuovendo opportunità. Se poi conveniamo che tra le pratiche negative per la democrazia c'è la promessa vana, fatta cioè per blandire, ingraziarsi senza merito al cospetto altrui per trarne indebito vantaggio, ebbene nel suo piccolo il programma preparato dall'Amministrazione cittadina aiuta anche in questo senso, perchè consente a chiunque di verificare se alle promesse corrispondono fatti concreti e coerenti. E di fare la tara alle parole, cioè di togliere tutte quelle che non servono, perché come minimo sono inutili e spesso diventano fuorvianti e pericolose.

Le opposizioni si potranno giovare di questa impostazione per svolgere in modo meno aleatorio il loro ruolo istituzionale, mentre i cittadini potranno seguire e verificare più agevolmente le effettive realizzazioni e far sentire la loro voce.

E si potrà anche distinguere meglio tra chi giunto al termine della legislatura stando al Governo non trova di meglio che parlare d'altro o lanciare slogan e anatemi e chi invece si premura di porre i cittadini nella condizione di conoscere e decidere a ragion veduta l'uso più efficace della propria sovranità personale attraverso l'esercizio democratico della partecipazione e l'espressione del voto.

11 novembre 2005

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Senza parole.

(Resoconto stenografico, Camera dei Deputati, 09-11-2005) (Esame dell'articolo 1 - A.C. 2055-B )

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 2055-B sezione 5). Ha chiesto di parlare l'onorevole Previti. Ne ha facoltà.

CESARE PREVITI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, parafrasando Shakespeare, non sono qui per fare l'elogio di Cesare, ma per seppellirlo. Troppe volte, fuori e dentro quest'aula, il mio nome è stato speso con disprezzo, in modo offensivo, con il solo intento di demonizzare una legge, un intervento, una dichiarazione. "Salva Previti", nell'accezione comune del centrosinistra e di certa stampa, che è libera solo di insultare, è ormai diventata un'aggettivazione che evoca qualcosa di immorale, di scandaloso, di vergognoso...

Una voce dai banchi dell'opposizione: È vero!

CESARE PREVITI. Chi ha detto che è vero, se vuole, può ricevere qualche spiegazione anche in privato, perché si sbaglia. Non è affatto vero (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)! Ma di vergognoso c'è solo la campagna di odio orchestrata nei miei confronti da una fazione politica giustizialista, irriducibile e intollerante. Il mio nome ed il mio cognome li porto in giro per l'Italia e li ho portati in giro per il mondo con fermezza e orgoglio: la fierezza di chi sa di avere sempre lavorato con serietà, capacità, successo e onestà; l'orgoglio di chi si sta tenacemente confrontando, da nove anni, con una persecuzione politica certificata persino da questa Assemblea, quando i numeri parlamentari sorridevano al centrosinistra. Con una differenza di 111 voti (e noi eravamo minoranza), questa Assemblea ha non solo sancito, ma addirittura enfatizzato la persecuzione politico-giudiziaria di cui ero fatto oggetto. Allora votarono in questa direzione tutti gli schieramenti, ad eccezione dell'arco che va dai cattocomunisti ai comunisti (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale). Gli altri, hanno tutti letto bene, allora, la situazione nella quale ci trovavamo (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo). Questo nome...

Una voce dai banchi dell'opposizione: Un angioletto!

CESARE PREVITI. Anche per chi ha avuto questa simpatica e cristianissima battuta sono disponibile a dare tutte le spiegazioni del caso (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).

EUGENIO DUCA. Devi dare spiegazioni ai giudici!

CESARE CAMPA. Stai zitto!

CESARE PREVITI. Ecco, fatelo coralmente, così non venite identificati! Questo nome (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani)...

PRESIDENTE. Colleghi vi prego di ascoltare...

EUGENIO DUCA. Vai dal giudice!

PRESIDENTE. Onorevole Duca!

EUGENIO DUCA. Dal giudice...!

NINO STRANO. Stai zitto, comunista...!

PRESIDENTE. Vada avanti, onorevole Previti.

CESARE PREVITI. Posso, Presidente?

PRESIDENTE. Prego, onorevole Previti.

CESARE PREVITI. Questo nome io continuerò a portarlo con orgoglio, anche se troppe volte è finito tra le labbra di gente indegna di pronunciarlo. Per la prima volta ad usarlo in modo dispregiativo fu una cosiddetta teste che, 9 anni fa, venne imbeccata per gettare fango sul mio nome, su di me, sul mio lavoro, sul mio impegno, sulle mie passioni di avvocato, prima, e di parlamentare, poi (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro). Solo qualche giorno fa, di fronte alla paurosa prospettiva - per lei, - di una condanna per calunnia, questa teste ha ammesso ciò che io dico fin dall'inizio di questa penosa vicenda: è stata eterodiretta per portare avanti per conto terzi la sua menzogna, prima come confidente e poi come testimone. Sono sue parole! In una situazione di normalità giudiziaria basterebbero queste pur tardive ammissioni per dichiarare conclusi i miei processi, che, del resto, già con i dati disponibili fin dall'inizio, non sarebbero mai dovuti cominciare, come quest'aula ha detto. Eppure, io continuo tenacemente a credere nella giustizia. Continuo ad essere convinto, perché sono innocente, che sarò assolto nel merito dalle magistrature apicali davanti alle quali oggi pendono i miei processi (Commenti del deputato Bindi).

IGNAZIO LA RUSSA. Bindi...!

BENITO PAOLONE. State zitti! Abbiate pudore!

CESARE PREVITI. Comunque sia, comunque vada, io non ho bisogno della legge sulla prescrizione. Non la voglio per me (Commenti)! Non voglio che essa venga accostata al mio nome, come dimostra la lettera che scrissi al Presidente del Senato, chiedendogli di sospendere l'esame fino alla conclusione della mia vicenda processuale! Tuttavia, ritengo la cosiddetta ex Cirielli una buona legge, un provvedimento che interessa migliaia di cittadini e che interviene per riparare agli enormi guasti provocati dalla discrezionalità del giudice nel determinare i tempi della prescrizione, addirittura fino al loro raddoppio o dimezzamento. La storia processuale italiana è piena di evidenti casi di disparità di trattamento, a seconda del giudice che si ha davanti, a seconda, addirittura, della simpatia o dell'antipatia o della condizione sociale dell'imputato e non del suo stretto caso personale (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro). Situazioni del tutto simili sono state già trattate in modo diametralmente opposto e questo lo sanno tutti in quest'aula e lo sa perfettamente l'opinione pubblica. È da qui che nasce la sfiducia in un sistema che usa la discrezionalità per colpire dove vuole, non dove deve (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro)!

PIETRO ARMANI. Bravo! CESARE PREVITI. Come ho già detto, questa legge cerca di dare certezza alla pena e al tempo della prescrizione. Ma, poiché il provvedimento avrebbe potuto riguardare anche me, una legge assolutamente giusta e doverosa si è trasformata per l'opposizione nella peggiore delle leggi possibili. L'opposizione è disposta a calpestare i diritti di tanti italiani pur di colpire Cesare Previti. Per evitare strumentalizzazioni, l'UDC - di questo ne sono grato - ha presentato un emendamento che, di fatto, mi esclude dai possibili effetti del provvedimento. A parte il paradosso che una legge ad personam sia stata trasformata in una legge contra personam unam...,

MARCO STRADIOTTO. Da che pulpito!

GABRIELE FRIGATO. È la vittima!

CESARE PREVITI. ...mi rattrista il fatto che, per escludere me, patiranno effetti negativi anche tutti quei cittadini che, loro malgrado, si trovano con i processi in appello e in Cassazione. Ma mi rasserena che da oggi in poi più nessuno - ripeto, nessuno - potrà e dovrà usare in modo dispregiativo il mio nome per accostarlo, con intenti di demonizzazione, ad un provvedimento legislativo. Dico di più: proprio per evitare residui dubbi, chiedo che Forza Italia presenti un emendamento in base al quale si elimini la norma che prevede gli arresti domiciliari e non il carcere per gli ultrasettantenni perché nessuno si azzardi anche solo a sospettare che Cesare Previti si sia venduto per poter scontare la possibile condanna agli arresti domiciliari. Lo ripeto: sono certo che la mia innocenza sarà riconosciuta nel merito. Se così non dovesse essere, se a spuntarla sarà la giustizia politica che ha operato in questi anni, continuerò a combattere la mia battaglia da dentro il carcere. Ma lasciate in pace il mio nome, non accostabile a nessuna ipotesi di salvataggio improprio! La mia pretesa è quella di sempre: che siano a me riconosciuti tutti i diritti dovuti ad un cittadino innocente (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e della Lega Nord Federazione Padana - Molte congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti; tuttavia, ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Previti, al quale molto modestamente vorrei ricordare la dichiarazione, riportata dai pochi giornali oggi in edicola, rilasciata dal Presidente del Consiglio dei ministri, il quale ha affermato ieri che è un'infamia sostenere che questa legge serva soltanto a salvare Cesare Previti. Questa è la dichiarazione rilasciata alla stampa e credo (Dai banchi del gruppo di Forza Italia si grida: "Basta!")...

PRESIDENTE. Prego tutti i colleghi di ascoltare l'intervento dell'onorevole Mantini (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)...

ITALICO PERLINI, Relatore. Noi facciamo quello che ci pare!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Mantini, continui pure.

PIERLUIGI MANTINI. Onorevoli colleghi, sono animato dalle migliori intenzioni: non vorrei essere anch'io costretto a chiedere un giurì d'onore sulle dichiarazioni ufficiali del Presidente del Consiglio dei ministri (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)...

ILARIO FLORESTA. Mascalzone!

PRESIDENTE. È stato ascoltato l'onorevole Previti, ora viene ascoltato l'onorevole Mantini... Prego tutti i colleghi (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)...

ILARIO FLORESTA. Stà zitto!

PIERLUIGI MANTINI. Riprendo l'affermazione, che non ha nulla di negativo. Credo che davvero l'onorevole Previti, come spesso capita a tutti nella vita, debba guardarsi più dagli amici che dai nemici. L'affermazione che oggi viene riportata da Il Giornale, per essere più precisi nelle fonti, attribuita in modo virgolettato al Presidente del Consiglio dei ministri è la seguente: "È un'infamia sostenere che questa legge serva soltanto a salvare Cesare Previti" (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)...

PRESIDENTE. Onorevole Mantini, vada avanti!

PIERLUIGI MANTINI. Devo dire che, una volta tanto - e mi rivolgo all'onorevole Previti, di cui ho apprezzato il coraggio e di cui rispetto il diritto al suo buon nome che, naturalmente, difende e tutela (credo che ciò sia assolutamente giusto) - forse, qualcosa si è sbagliato e si continua a sbagliare persino da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, quando ci si riferisce a questa legge e ad altri provvedimenti di questa legislatura, varati in nome di qualcuno o, persino, nella versione che ieri ci veniva suggerita dal Presidente del Senato Pera, "contro" qualcuno. Sta di fatto che questo è il segno, il leit motiv di una legislatura intera ...

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. A voi piace il linciaggio!

PIERLUIGI MANTINI. Sorprende, inoltre, francamente che, adesso, l'onorevole Previti si renda conto dell'inutilità o dell'impossibilità di proseguire su questo terreno. Personalmente, auguro all'onorevole Previti di essere assolto in Cassazione e nei processi dalle gravi ed infamanti accuse che, indubbiamente, non illustrano la sua persona.

ILARIO FLORESTA. Sei un ipocrita, un bugiardo!

PIERLUIGI MANTINI. Gli auguro di essere assolto nei processi, perché farebbe bene a lui ed, indirettamente, alla dignità delle istituzioni! Noi, tuttavia, abbiamo subito in questa legislatura - il provvedimento in esame ne è, ancora una volta, il segno - un tentativo di manipolare regole, non nell'interesse del paese e della giustizia, ma nell'interesse e con un occhio a determinati e precisi processi persino nominati. Non è il frutto di una campagna denigratoria o di una scarsa qualità e concezione della democrazia da parte dell'opposizione, ma il segno iscritto e trascritto nei verbali, nei resoconti dei lavori parlamentari di una generazione di leggi che, in questa legislatura, abbiamo dovuto subire. Signor Presidente, le parole dell'onorevole Previti contengono elementi per una riflessione più ampia che, ovviamente, non possiamo svolgere interamente in questo momento. Certo è che, se oggi si arriverà nel corso dell'esame del provvedimento ad apportare modifiche sostanziali, ad esempio, per quanto riguarda l'efficacia sui processi in corso di questa disciplina che intende tagliare i tempi di prescrizione anche per reati gravissimi, esse saranno nel segno delle proposte avanzate dall'opposizione. Saranno esattamente coerenti con gli emendamenti Siniscalchi 10.3 e Fanfani 10.13 presentati dall'opposizione. Recepiranno quegli emendamenti, nonché l'impegno ed il grido di dolore che si è levato nel paese, dinanzi ad uno strazio che, forse, oggi, non si compirà più e, così mi pare di capire, non si compirà più con l'assenso dell'onorevole Previti. È un passo in avanti che valuteremo adeguatamente al termine della discussione (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo). 10 novembre 2005

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Piazzale della stazione

La sistemazione del viale di accesso e del piazzale antistante la stazione ferroviaria di Asti ha dato luogo ad un confronto di opinioni cui desidero partecipare.

L'intervento risulta sostanzialmente conforme a quanto rappresentato nel cartello di cantiere e si può definire di tipo sobrio e funzionale, tra restauro e innovazione. Restauro della fontana storica e innovazione con la costruzione della nuova fontana a scomparsa di fronte alla stazione, che richiama quella realizzata qualche anno fa a Torino in piazza Castello di fronte a Palazzo Madama sede del primo parlamento dell'Italia unita.

I materiali impiegati nel rifacimento della pavimentazione centrale hanno la proprietà di catturare le polveri fini riducendo l'inquinamento atmosferico. Paiono invece anche a me inadeguate le esili pianticelle al posto dei soggetti arborei adulti, abbattuti perché incongrui rispetto alla nuova sistemazione. Sarebbe quindi auspicabile che il Comune raccogliesse l'invito giunto da più parti a sostituirle con altre aventi qualche anno di vivaio e dimensioni adeguate a garantire uno sviluppo vegetativo già apprezzabile fin dalla prossima primavera - estate, con evidenti vantaggi ecoambientali ed estetici. Risultato che con gli esigui alberelli posti recentemente a dimora s'allontanerebbe invece di molto nel tempo.

7 novembre 2005

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Giovani.

I giovani "non si piacciono" e per cercare di piacersi sono disposti a rischiare, anche troppo, spesso addirittura la vita.

Eppure sembra che abbiano tutto: la libertà, e molto di ciò che si pensa serva per godersela. Ma l'insoddisfazione resta, latente, esistenziale, che rode dentro. S'avverte un senso di impotenza e fors'anche di inadeguatezza per non poter incidere come si vorrebbe sulle situazioni capaci di rendere la vita più corrispondente ai propri desideri, aspirazioni, interessi . Prende piede l'auto referenzialità, cioè i giovani comunicano quasi solo tra loro. Forse indotti anche dal fatto di vivere un tempo inedito che poco ha in comune con le esperienze del passato, perché adesso tutto succede in fretta e tanto insieme ed è più difficile capire, discernere, decidere e fare.

Se l'afflato vitale che i giovani portano dentro non trova sbocchi s'inquina e somatizza ed a patirne di più sono i più sensibili. Si tratta infatti di uno stimolo potente a cambiare il mondo con il loro lavoro, ed essere considerati e corrispondervi.

Mortifica i giovani la scarsa attenzione per la loro condizione e l'assenza di serie opportunità concretamente praticabili per costruirsi una loro vita. Fuorvia e nuoce lasciare intravedere loro traguardi agevolmente raggiungibili senza un vigoroso impegno personale.

Un antidoto a questo stato di cose consiste nel porre ogni giovane nella condizione di esprimere al meglio se stesso in ogni fase formativa della sua vita, con l'avvertenza che l'esperienza di lavoro riveste un importanza particolare.

Giova comunque parlarsi, ascoltarsi, confrontarsi, ricercare insieme a partire dalla famiglia e coinvolgere le realtà nelle quali i giovani vivono; consapevoli che umanità, attenzione, condivisione e rispetto sono ingredienti irrinunciabili per ottenere buoni risultati.

Ne va della qualità della vita dei nostri giovani e di tutti noi e, più in generale, della qualità della società prossima futura.

4 novembre 2005

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Influenza

In questo periodo tiene banco l'influenza aviaria che interessa tendenzialmente tutta la terra, con le possibili conseguenze per gli animali e le persone. Per quanto se ne sa questa malattia riguarda per ora i pennuti. In Italia non ha ancora colpito, mentre è notevole l'impegno a prevenirla da parte di tutta la filiera: mangimi, allevatori, lavorazioni, distribuzione e controlli. Ciò nonostante il consumo di pollame si è parecchio ridotto anche per la psicosi negativa che si è creata.

Circa la salute umana il rischio di essere infettati non sembra dietro l'angolo. In attesa del vaccino specifico la ricerca e le case farmaceutiche lavorano per produrre medicinali più efficaci fin d'ora disponibili in quantità adeguate. Intanto è utile curare lo stato di salute del nostro corpo e allertare il sistema immunitario, vaccinando per esempio contro la normale influenza stagionale gli anziani e le persone a rischio secondo le indicazioni mediche.

Il Sistema Sanitario Nazionale è vigile e preparato. Nella nostra regione c'è l'Assessorato alla Salute ben diretto e che sa il fatto suo e operatori e strutture sanitarie adeguate. Quindi si ritiene sufficiente che ognuno svolga la propria parte in modo attento e con normale prudenza affinchè parole come epidemia e pandemia, invece di suscitare scenari apocalittici sollecitino l'impegno a migliorare le condizioni di vita ovunque sulla terra, che tutti ci ospita, miracoloso puntino nell'universo infinito.

La vendemmia quest'anno è stata buona ma le uve sono sotto pagate (salvo quelle oggetto di preventive intese) così da mortificare chi per produrle ha lavorato molto e duro; mentre il vino mantiene prezzi dignitosi ed in alcuni casi anche elevati al consumo. Resta un mistero che in questa filiera, (ma non è la sola, si pensi infatti a quella grano - farina - pane) la materia prima sia così poco considerata e che i riconoscimenti in termini economici vadano soprattutto agli altri operatori. Meritorio quindi l'impegno delle Associazioni agricole per rimediare a queste ingiustizie, valorizzando soprattutto le inimitabili caratteristiche e qualità delle nostre produzioni, mentre una più vigorosa azione va condotta, anche parlamentarmente, in sede nazionale e di Unione Europea per affermare più congrui principi di giustizia distributiva, agendo anche sulla leva fiscale, e di solidarietà concreta, come ad esempio nei confronti della "flavescenza dorata" causa di ingenti danni ai vigneti, di cui i produttori devono farsi direttamente ed ingiustamente carico del peso maggiore.

28 ottobre 2005

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Volevano portarci via le stelle

Volevano portarci via le stelle, l'idea, la speranza di un futuro migliore, la dignità e il rispetto che ognuno ha di sè e per i propri simili, privare le persone della loro umanità prima ancora che della vita, che a questo punto poteva essere considerata meno di niente, perché omologata, fungibile con tante altre vite ridotte a meno di niente.

Fiaccare ogni resistenza, spersonalizzare, annichilire ogni volontà e dignità sottomettendo le persone nel modo più turpe, crudele e violento alle nefandezze di carnefici capaci di godere nell'affliggere, seviziare, uccidere, inducendo l'espressione del peggio dell'uomo in una spirale di perversione che coinvolge le vittime, come drammaticamente vissuto e raccontato dai superstiti dei lager e dei campi di sterminio nazisti.

Resistere, difendere la propria irripetibile unicità era ed è quindi un imperativo, un prius in senso ontologico, essenziale per sopravvivere come persona, come entità unica e irripetibile che si caratterizza come tale in sè e per la sua intrinseca capacità di essere complementare, quindi di poter vivere la propria unicità con quella degli altri per dare compiutezza sia agli intenti personali che a quelli comuni.

Marisa Scala ci testimonia che la Resistenza al nazifascismo è stata tutto questo, cioè giovani che decidono di assumere decisioni e responsabilità senza essere tenuti a farlo, perchè sentivano che andava fatto, perché c'entrava la dignità, il rispetto e la considerazione di sè per sè e di sè verso gli altri. All'inizio forse si trattò di scelte elitarie che ben presto divennero però comuni e condivise, in cui ciascuno dava il meglio, la vita se necessario.

Una sorta di scuola, di pratica della democrazia, ossia di esercizio alla responsabilità, a rispondere di persona dei propri atti. Tanto che alla nostra Costituzione basta affermare (art. 54): "i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore" , perché tutti capiscano cosa vuol dire.

C'è chi oggi: sofisti, immemori o peggio, vorrebbe fare strame della Costituzione, riportando indietro l'orologio della storia a quando i nazifascisti processati per crimini di guerra conclamati si trinceravano dietro la formula che "si trattava di ordini cui bisognava ubbidire". Del resto leggendo le cronache del processo in corso a Verona per l'estradizione di Seifert il caporale delle SS tedesco - ucraino condannato all'ergastolo in Italia per omicidio e torture nel lager di Bolzano, emerge la logica perversa con la quale i suoi difensori cercano di fare prevalere inessenziali formalismi sulla cruda realtà dei fatti accertati che lo inchiodano alle sue responsabilità alle quali è finora riuscito a sottrarsi.

Invece è necessario che tutte le tessere del mosaico vadano al loro posto per ricomporre il quadro della dignità violata. Solo così infatti si può considerare compiuta la conquista della nostra identità nazionale di cui la Carta Costituzionale è il suggello e nella quale sono trasfusi l'afflato di libertà ed i valori di solidarietà e di reciproco aiuto e la consapevolezza di rappresentare l'Italia di fronte alla storia che ha animato i Partigiani. Consegnando alle giovani generazioni questi valori che hanno ispirato la Resistenza e la Lotta di Liberazione, da attualizzare giorno dopo giorno sempre, come fondamenta di una convivenza umana e civile universale che ha nel rispetto concreto e praticato della dignità di ogni persona l'irrinunciabile elemento chiave.

24 ottobre 2005

Intervento di Giovanni Saracco alla presentazione del documentario "Volevano portarci via le stelle - la storia di Marisa Scala" di Max Chicco presso Centro Incontri Regione Piemonte, Torino - 24 ottobre 2005

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Le Primarie dell'Unione.

Nessuno è stato in grado di prevedere che alle elezioni primarie dell'Unione avrebbero votato oltre 4 milioni e 300 mila persone, facendo anche la fila e pagando almeno 1 euro. E che decine di migliaia di volontari riuscissero a individuare, organizzare e gestire oltre 9 mila seggi in tutta l'Italia, facendo lo spoglio la sera stessa di domenica 16 ottobre e consegnando i risultati con gli stessi tempi delle elezioni cui normalmente sovrintende un complesso apparato statale.

Sono arrivati i complimenti anche da parte del Presidente della Repubblica Ciampi che le ha definite una grande prova di democrazia. Di questo infatti si tratta, della voglia di contare, di far sentire la propria voce, donne e uomini di tutte le età, molti giovani, una corale espressione - richiesta di unità.

Un inedito esperimento di dimensioni nazionali ben riuscito, il giusto premio per averlo tenacemente voluto, averci lavorato e aver creduto soprattutto nei veri protagonisti, cioè le persone, non poche delle quali erano alla loro prima esperienza diretta di tipo politico esplicitamente manifestata.

Una così elevata partecipazione dimostra inoltre che gli elettori hanno giudicato importante e desiderabile esprimere il loro consenso diretto nella scelta del leader dell'Unione alle elezioni politiche della primavera prossima, designando Prodi a grande maggioranza.

La giornata del voto è stata funestata da un grave fatto di sangue. A Locri in Calabria un killer ha assassinato il Prof. Francesco Fortugno esponente di primo piano della Margherita e Vice Presidente del Consiglio Regionale, che aveva appena votato al seggio delle primarie.

Si prospetta l'ipotesi che la 'ndrangheta con questo delitto abbia voluto dare un criminale "avvertimento" al Governo della Regione che insieme ai cittadini - con i giovani in prima linea - s'è opposto ad ogni forma di illegalità.

Da questo insieme di avvenimenti risulta chiaro che i cittadini riconoscono la politica e la democrazia come strumenti essenziali per risolvere i problemi e desiderano farne uso diretto e concreto, specialmente quando la situazione è difficile e bisogna puntare i piedi per uscirne in avanti.

21 ottobre 2005

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Perle.

Ci sono cose che sollecitano più lo spirito critico che il cogito, il ragionamento.

Tra queste ci metto l'intervista dell'on. Armosino ad un importante quotidiano piemontese che l'ha pubblicata con molto rilievo il 25 settembre scorso nelle pagine nazionali.

Il perché di questo è presto detto: ritengo che l'intervista contenga delle espressioni che meritano di essere rimarcate per coglierne meglio lo spirito, il senso e l'importanza.

Definendole "perle" ho manifestato sinteticamente la mia opinione critica in proposito, nella lettera ospitata martedì scorso da "La Nuova Provincia" a beneficio dei lettori astigiani che non avessero avuto l'occasione di leggere il testo completo.

Ora Ottavio Coffano mi fa garbatamente osservare che avrei compiuto un operazione non molto corretta, perché invece di opporre contenuti miei a quelli che non condividevo dell'intervista, ho messo in fila delle frasi, sì effettivamente pronunciate dalla parlamentare astigiana ma in un contesto nel quale esse avevano un significato diverso da quello assunto a seguito della sintesi da me operata.

Per parte mia ritengo che la sostanzialità di quanto espresso nell'intervista non ne abbia scapitato e che nessun travisamento ne sia conseguito.

Per fugare comunque qualsiasi dubbio che quelle che per me sono "perle" potrebbero non esserlo per altri, o che ci siano altre "perle" che potrei non aver colto, sono disponibile a mettere a disposizione di chiunque lo richiedesse il testo completo dell'intervista contesa.

14 ottobre 2005

(NdR)
Per leggere l'intervista all'on. Armosino fate click qui.
Per leggere l'opinione di Saracco fate click qui.
Per leggere l'osservazione del Prof. Coffano fate click qui.
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Il gattopardo.

Il Presidente della Provincia Marmo come nel romanzo "Il Gattopardo" del narratore Tomasi di Lampedusa, ovvero dare l'impressione di cambiare tutto perché tutto resti sostanzialmente come prima? Anche se non fosse proprio così, di certo il futuro desiderato non pare intravedersi nell'operato del Presidente, visto che la verifica politico-amministrativa durata alcuni mesi con vigorosi titoli e dichiarazioni è poi sfociata in esiti impalpabili, con il rinnovato consenso e fiducia del centrodestra che lo sostiene.

Più sommesso e dagli sbocchi per nulla scontati il lavoro del sindaco di Asti Voglino e della maggioranza di centrosinistra con rifondazione comunista, conclusosi positivamente per rilanciare l'efficacia e l'operatività della macchina comunale nel suo insieme a partire dalla Giunta, nella quale ci sarà probabilmente l'apporto di nuova linfa al femminile. Infatti l'assessore Ruscalla lascia dopo tre anni d'impegno di cui rimarrà traccia, per portare a compimento l'intrapresa Enofila, da intendersi come "vetrina" per la promozione nel mondo dei prodotti tipici del nostro monferrato e del lavoro di una pluralità di operatori già attivi nell'offrire opportunità e servizi di qualità.

L'Agenzia Territoriale per la Casa (ATC) ha un consiglio rinnovato alla cui presidenza Flavio Pesce ha avvicendato Rosanna Valle. Il problema della casa occupa ad Asti i primi posti e bisognerà porvi mano in modo coordinato, facendovi concorrere energie e risorse che hanno nelle istituzioni, in primis nel Comune, i luoghi deputati a raccogliere le esigenze e decidere le risposte e gli indirizzi generali. Toccherà poi al sistema di enti ed imprese tradurre autonomamente e concretamente queste decisioni. All'ATC compete l'edilizia residenziale pubblica rivolta ai cittadini e alle famiglie con redditi che non permettono di pagare affitti a prezzo di mercato.

A proposito di etica, qualche settimana fa "l'Opinione" si rammaricò che la politica non intercettasse comportamenti anomali di chi ricopre ruoli di rilevanza pubblica, prima che si determinino atti riprovevoli o peggio. Nel frattempo i media astigiani hanno riportato altri interventi sull'argomento: si vede che i tempi sono maturi per trattarlo con gli approfondimenti che esso merita. Ricordando che la Costituzione riconosce ai cittadini associati in partiti il diritto di concorrere a determinare la politica nazionale (art. 49) e che ciò comporta per i partiti la particolare responsabilità di preparare e designare cittadini capaci, cui affidare funzioni pubbliche o di pubblico interesse da adempiere con disciplina ed onore (art. 54).

7 ottobre 2005

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Casa e spazzatura.

Tra i problemi che vengono percepiti dai cittadini di significativa importanza per la loro vita e le loro tasche ci sono certamente i rifiuti urbani e l'abitazione. Vediamoli quindi un po' più da vicino.

Il ciclo della raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani ha trovato finalmente la sua soluzione in ambito provinciale, e l'adozione di una seria politica di raccolta differenziata - cui i cittadini partecipano con responsabile impegno - ha ridotto fortemente le quantità conferite nella discarica di Cerro Tanaro previamente trattate nell'impianto di Valterza, mentre la frazione organica trasformata a Carbonera di San Damiano viene riutilizzata in agricoltura.

Ora ci si aspetta che la società Gaia che gestisce l'insieme degli impianti: Valterza, Carbonera e Cerro Tanaro trovi sollecitamente il modo di ottimizzare l'utilizzo delle potenzialità di cui essi dispongono così da alleggerire i costi, segnale tangibile che l'impegno dei cittadini produce - oltre agli innegabili vantaggi di qualità ambientale - anche qualche beneficio per le loro tasche.

La casa in affitto a prezzo di mercato assorbe mediamente un terzo del reddito di cui dispone una famiglia dove lavorano in due. Ci sono famiglie il cui reddito non consente di pagare affitti di mercato, per cui è gioco forza rivolgersi all'edilizia residenziale che fruisce di contributi pubblici o produce direttamente case da affittare a canoni compatibili; tra questi ultimi c'è l'ATC (Agenzia Territoriale per la Casa). In passato il patrimonio di case di questo tipo posseduto da una pluralità di soggetti era più consistente ma nel tempo ed ancor di più ultimamente, lo si è in gran parte venduto per fare cassa (in una recente intervista il sottosegretario di Stato Maria Teresa Armosino nostra conterranea, ha dichiarato che questa operazione è stata ritenuta in sede comunitaria la migliore tra quelle effettuate dal governo di centrodestra!), cosicché ora si stenta a soddisfare le richieste che si sono fatte più numerose e pressanti, anche a seguito della crisi in cui versa l'economia e il lavoro nella nostra provincia.

Da qui la necessità di dedicare energie e risorse per colmare il divario tra quanto c'è e quanto servirebbe di edilizia residenziale pubblica, evitando che si creino emergenze con conflittualità tra portatori di esigenze primarie come l'abitare, che devono trovare tutte soddisfacenti soluzioni.

30 settembre 2005

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Le Primarie dell'Unione.

E' alle porte una significativa novità politica. Per la prima volta a livello nazionale i cittadini potranno scegliere direttamente il candidato alla presidenza del consiglio dei ministri alle prossime elezioni politiche del mese di aprile 2006.

L'iniziativa avrà luogo con "elezioni primarie" che si terranno in tutta Italia domenica 16 ottobre 2005.

Essa è stata organizzata da un ampio schieramento costituito dalle forze politiche dell'Unione (centrosinistra - Ulivo più rifondazione comunista) e da altre realtà organizzate della società civile.

Si potrà dare il voto ad uno solo dei candidati presenti in una lista unica.

Vincerà il candidato che otterrà il maggior numero di voti.

Possono partecipare alle "elezioni primarie" le donne e gli uomini aventi diritto al voto.

Basta recarsi presso il seggio territorialmente competente che sarà indicato tra gli oltre trenta dislocati in tutta la provincia di Asti, muniti di documento di riconoscimento e della tessera elettorale come per le consuete votazioni.

Ai votanti sarà richiesto di condividere gli scopi dell'iniziativa e contribuire con almeno 1 euro alle spese che fanno carico alle forze che hanno promosso e organizzato l'iniziativa.

La campagna elettorale consiste essenzialmente nel far conoscere il contributo che ciascun candidato ha preparato per la formazione del programma che l'Unione presenterà per le elezioni politiche del 2006, e nell'ascoltare e mettere a profitto i pareri e le proposte dei cittadini sull'argomento .

Gli organizzatori di queste "elezioni primarie" invitano tutte le elettrici e gli elettori a recarsi ai seggi ed a votare per eleggere il candidato che diventerà il capo del governo qualora le prossime elezioni politiche le vincesse l'Unione il cui leader è Romano Prodi.

23 settembre 2005

NdR. Per informazioni pratiche sulle Primarie e per trovare il vostro seggio fate click qui.

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Malessere.

Le cronache astigiane riportano da qualche tempo fatti e circostanze determinati da comportamenti umani riprovevoli che nessuna prevenzione è riuscita ad intercettare prima del loro manifestarsi esplicito e lesivo di norme, interessi e diritti giuridicamente tutelati.

Vi sono coinvolte persone dalle quali per status o ruoli svolti ci si attendeva comportamenti almeno rispettosi delle regole e dei valori tuttora praticati dalla maggior parte dei cittadini, come: probità, onorabilità, senso di responsabilità, rispetto della parola data e buon uso della fiducia accordata.

Invece è dovuta intervenire la Magistratura anche con provvedimenti restrittivi della libertà personale e sono in corso processi; c'è da augurarsi che le persone interessate possano dimostrare la loro estraneità agli addebiti contestati.

Intanto serpeggia tra la gente un senso di smarrimento e di sfiducia e ci si chiede se quanto capita sia proprio ineluttabile, oppure se qualcosa si poteva (o doveva) fare per evitare che le cose giungessero a questo punto.

Infatti tutto si somma con la già precaria situazione economica e con le incertezze di vita che stiamo attraversando, rendendo più gravoso l'impegno per risalire la china.

Perchè il malessere non si generalizzi e freni la volontà di ben operare, occorre rifarsi a comportamenti sani e responsabili, pur presenti e diffusi nella società astigiana, sia nell'esercizio di ruoli pubblici che nel lavoro e nelle attività quotidiane di una moltitudine di cittadini.

Ma devono sopratutto manifestarsi esempi concreti e rimarchevoli in cui competenza, rettitudine e dedizione danno vita e realizzano progetti di riconosciuto prioritario interesse generale, in base ai quali valutare l'operato di chi - persone, enti, forze politiche - vi ha concorso.

Insistendo sul principio che tutti dobbiamo fare la nostra parte e chi più ha più deve dare.

E chissà che non si riesca a delineare anche le caratteristiche sostanziali di una moderna e affidabile classe dirigente.

16 settembre 2005

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Competere a tutti i costi ?

Leggo di un numero impressionante di suicidi e di tentati suicidi tra i giovani cinesi, che gli esperti attribuiscono alla elevata competitività cui essi sono sollecitati a scuola, sul lavoro, nello sport e perfino in famiglia e tra amici, per primeggiare ed essere considerati.

Si tratta della causa di morte nettamente prevalente tra di essi. Segnali di questo genere sono emersi anche in altre parti del mondo.

L'Europa e l'Italia non ne sono immuni.

Pur senza competenza specifica in materia, intendo ragionarci da padre di famiglia e come persona che intrattiene con gli altri consueti e normali rapporti, che considero essenziali per lo sviluppo di ciascuno e della società nel suo insieme.

Iniziando dalla famiglia e proseguendo nella scuola, compito di chi vi si dedica è operare affinchè fin da piccoli si possa essere se stessi, cioè posti nella condizione di sviluppare al meglio le proprie specifiche attitudini, che fanno di ogni persona un "unicum", cioè un'entità unica e irripetibile.

E così via lungo il percorso della vita che porta ognuno ad emanciparsi, acquisendo la personale consapevolezza di poter proseguire il cammino con gli altri, contando sulle proprie forze e portando in dote la propria capacità di essere complementare, quindi di vivere la propria unicità con quella degli altri, per dare compiutezza sia agli intenti personali che a quelli comuni.

Se la vita può essere quindi intesa come l'opportunità offerta ad ogni essere umano di realizzarsi secondo la propria specifica unicità, tutti devono potersela giocare al meglio, operando affinché un livello esistenzialmente accettabile sia comunque accessibile per tutti.

Visto come vanno le cose è possibile che la competitività esasperata squilibri l'umanità di chi vi si cimenta, innescando vere e proprie patologie.

Quindi la ricerca e l'esercizio della complementarietà potrebbe essere la strada da battere per perseguire lo sviluppo armonico di sè, non contro ma con gli altri.

9 settembre 2005

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C'è confronto e confronto.

Certo che si discute sia nell'Amministrazione provinciale che nel Comune di Asti - come asserisce il Presidente Marmo nella sua lettera a La Nuova Provincia del 5 agosto scorso - ma gli approdi cui si perviene nelle due istituzioni sono sostanzialmente diversi.

Infatti in Provincia ci si divide fino a porre in discussione l'esistenza della maggioranza e, quindi, l'attuale governo dell'Ente, mentre in Comune non manca certo il confronto ma esso giunge a sintesi operative e produce decisioni e iniziative utili, alla cui realizzazione concorrono positivamente tutte le energie disponibili sia delle forze politiche che del Personale ai vari livelli.

C'è ancora da aggiungere che l'Amministrazione comunale di Asti è giunta a questo punto attraverso confronti a tutto campo al suo interno e con i cittadini, su iniziative e scelte significative per la vita della città.

Considerazioni che non adombrano certo graduatorie di merito, nè indicano modelli da imitare, anche se pare utile rilevare che sul versante cittadino si discute anche vigorosamente poi le cose che servono si decidono e si fanno, comprese quelle che richiedono un forte impegno di tutti per costruire il consenso necessario.

In Provincia invece l'insistito ricorso al compromesso per ottenere la maggioranza rende difficili le decisione e ne riduce l'efficacia, oppure fornisce alibi al decisionismo.

Si conviene con Marmo che se si mettono insieme le forze è possibile realizzare meglio iniziative che aiutino la nostra economia ad uscire dalla stagnazione; è però giusto e necessario che chi più ha in termini di potere economico - finanziario e di responsabilità pubbliche e politiche, più si debba mettere in gioco.

Infatti siamo tutti sulla stessa barca, mentre però chi sta ai remi ha sempre fatto del suo meglio, non così si può dire di chi deve tracciare la rotta e tenerci il timone.

Dopo le parole i cittadini attendono quindi qualche buon esempio concreto in questo senso, e non sarebbe niente male se nell'attuale frangente essi arrivassero dal vertice dell'Amministrazione provinciale.

2 settembre 2005

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I furbetti del quartierino.

I recenti tentativi di "scalate", acquisto, della banca Antonveneta e del giornale "Corriere della Sera"- ma non solo- hanno riportato in primo piano "la questione morale", cioè il fatto che nel trattare questi affari non si sarebbero rispettate le regole e sarebbero emersi comportamenti riprovevoli. A rilevarlo sono stati alcuni dei principali giornali e la magistratura.

L'interrogativo di fondo è se la competizione di mercato debba (possa?) continuare a svolgersi entro limiti fissati dalla legge e con l'osservanza di comportamenti che si rifanno a principi etici, codificati dalla loro generalizzata e protratta applicazione nel tempo -esempio, onorando gli impegni assunti con la tradizionale stretta di mano- mentre per quanto riguarda le pubbliche funzioni vale il principio che siano svolte "con disciplina e onore" come afferma l'art. 54 della nostra Costituzione.

Comportamenti disinvolti non sono certo caratteristica solo italiana, mentre quelli irridenti regole e principi sono tornati in auge principalmente nel nostro Paese, connotando l'agire di persone e di gruppi che si sentono al di sopra di tutti e di tutto, o per il loro peso economico-finanziario, o per l'utilizzo improprio di ruoli pubblici, o per gli appoggi non limpidi di cui essi godono.

La differenza tra l'Italia e le altre realtà sviluppate sta nel fatto che altrove le sanzioni colpiscono duro chi trasgredisce, ponendolo nella condizione di non nuocere, mentre da noi trova indulgenze e financo comprensione e può fare addirittura carriera perché reputato astuto e intraprendente.

Tutto ciò rappresenta una pesante remora allo sviluppo dei rapporti tra le persone e della società nel suo complesso, cui invece servono buone regole e la loro certa applicazione, e un'etica che valorizzi il rispetto della parola data e la fiducia accordata e corrisposta, intesi come valori essenziali fondanti un'autentica modernità.

Affinché la contesa di mercato si svolga in modo che ciascun contendente possa esprimere il meglio di sè e nella sfida emerga il più capace, lasciando a chi perde la possibilità di continuare a competere, irrobustito dall'esperienza acquisita e non frustrato e deluso per l'impegno profuso rivelatosi vano, non per il valore dell'avversario ma a motivo di soperchierie subite.

26 agosto 2005

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Asso di Marmo.

Mentre nell'amministrazione comunale di Asti si manifestano positivi segnali di "serrare le fila" in vista di un finale di legislatura in crescendo con il massimo di giovamento per la città, il presidente della Provincia Marmo deve fare i conti con una fronda interna riluttante a rientrare nei ranghi.

Le avvisaglie che qualcosa non andava si avvertirono quando Marmo propose l'ingresso della Provincia nell'Asp, mentre una parte dei suoi voleva, viceversa, indagarne l'operato! Ma l'insofferenza nella maggioranza che lo sosteneva covava da tempo, a motivo del suo mai digerito decisionismo (comando), che mal si concilia con la pratica democratica della collegialità (governo), cui s'aggiungerebbe il dissenso su iniziative ritenute più d'immagine per sè e per il proprio ruolo, che di valorizzazione sostanziale dell'operato della giunta e della maggioranza.

A questo punto Marmo calerebbe l'asso andandosene da Forza Italia verso lidi più consoni alle sue aspirazioni (gli è già successo altre volte) e, come spesso accade in politica, la crisi è aperta a sbocchi più disparati; vediamone alcuni.

Ad esempio immaginare di mettere la sordina a dissensi così importanti e cambiare qualcosa per continuare a praticare la politica che ha fallito, non è serio nè realistico. Meglio ridare la parola agli elettori. Ed ancora, lavorare sulle contraddizioni che hanno portato alla crisi - per far fare un salto di qualità di metodo e nel merito delle cose da fare - sembra un obiettivo non alla portata del centrodestra. Oppure prendere realisticamente atto che così non va e che bisogna cambiare, esaminando e discutendo eventuali nuove proposte fino a formare un programma ed una maggioranza che si impegna ad attuarlo, con l'opposizione che vigila propositivamente. Tutto alla luce del sole.

Altri scenari sono possibili. Per certo si tratta di un impegnativo banco di prova per la politica che è sfidata a trovare soluzioni più avanzate, soddisfacenti e adeguate ai problemi del territorio provinciale e dei suoi abitanti.

29 luglio 2005

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No al terrorismo, si alla vita.

Ancora terrorismo a Londra. Nessun cedimento alla logica di morte. Amare la vita e battersi per essa, tutti i giorni, sempre.



La canicola di questa rovente estate non risparmia la politica. Infatti proprio in coincidenza con la proposta del leader del centrodestra di dare al suo (ricalcitrante) coacervo una comune identità, succede di tutto. Durante la recente assisi nazionale dell'Udc nessuno è stato tenero nei confronti dell'operato del governo e di chi lo guida e nel descrivere i deprimenti scenari per il Paese se non si rimedia alle falle politiche ed economico-finanziarie impietosamente evidenziate dal dibattito e ribadite dal segretario Follini nelle sue conclusioni.

Malumori latenti in An hanno trovato recente sfogo in ripetuti attacchi a Fini (che è anche ministro degli esteri), ponendo in forse la sua capacità di governare il partito e la sua autonomia politica e forzandolo ad una sorta di repulisti con la rimozione dei responsabili dalle più alte cariche interne.

La Lega è in continuo contenzioso con il ministro degli interni sulle misure di prevenzione e di contrasto del terrorismo, tanto da indurre il Presidente del Consiglio a dilazionare la loro adozione per non inasprire i rapporti facendoli precipitare in una vera e propria crisi di governo.

E come se non bastasse ci si mettono anche i socialisti di De Michelis, cui va stretto il centrodestra e scalpitano, immaginando approdi più consoni alle loro (riscoperte?) tradizione e aspirazioni.

Le decisioni sul rifinanziamento dei nostri contingenti militari in Iraq e altrove portano alla ribalta la nostra politica estera, attualmente a rimorchio di scelte assunte altrove cui il governo si adegua acriticamente.

Per non parlare degli aspri rapporti tra la magistratura ed importanti ruoli istituzionali a causa della contestata riforma dell'ordinamento giudiziario, già rinviata dal presidente Ciampi al parlamento per palesi vizi di incostituzionalità e recentemente riapprovata con il ricorso al voto di fiducia.

Va da sé che l'azione complessiva del governo - già in difficoltà a causa del cattivo stato dell'economia e della incapacità di trovare le risorse necessarie per approntare una credibile legge finanziaria - risulta ulteriormente appesantita ed inefficace, proprio quando occorrerebbero invece senso di responsabilità e dello Stato, condivisione, decisione, speditezza.

Sarebbe necessario un colpo d'ala ma non si intravede chi lo possa imprimere.

Dovremmo comunque evitare che sia l'ulteriore deterioramento della situazione ad imporci le cose da fare.

22 luglio 2005

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Ciao Maria.

Nei giorni scorsi è morta Maria. Inaspettatamente, a settant'anni. Disidratata, ha detto il medico. Forse il gran caldo di quest'estate con lo stimolo della sete che negli anziani si fa sentire meno o per niente e ci si dimentica di bere.

All'ospedale hanno fatto di tutto per salvarla, senza purtroppo riuscirci. Dicono che in questi casi c'è un di qua e un di là che segna un limite; se lo si supera le cose si complicano maledettamente.

Donna discreta e riservata fino alla ritrosia, se n'è andata in punta di piedi così com'era vissuta.

Dolore e malinconia per l'affetto perduto e forse qualche rammarico per non averne saputo cogliere e coltivare meglio sensibilità e sentimenti meno manifesti.

Alcuni impliciti insegnamenti per chi resta. Siamo unici, costituiti di materia tangibile e di "altro" inestricabilmente connessi. Parte di un tutto cosmico che per i credenti non termina con la morte ma continua in un'altra dimensione. Nulla va comunque perduto del vissuto di ciascuno, c'è continuità vitale, corrispondenza di amorosi sensi, un durante che prosegue serenamente sol che lo si voglia. Che ci consente addirittura di recuperare trascorse inadeguatezze che sono spesso fonte di intimo cruccio.

E poi riguardarsi, alimentarsi adeguatamente per stare bene, curarsi, senza narcisismi, certo, ma anche senza sensi di colpa, specie da parte delle persone anziane, magari tentate di "lasciarsi andare" perché diminuisce la considerazione di sé, per malinconia, solitudine.

Aiutarsi a vicenda, parlarsi, scambiarsi gesti di simpatia e solidarietà personale anche su aspetti semplici della vita quotidiana. Cose che riconciliano, che danno un senso al proprio fare e consentono di guardare al futuro con occhi diversi.

E ci inducono a bere anche quando non sentiamo lo stimolo della sete, perché il nostro pensiero apprezza la vita e ci sollecita a compiere gli atti essenziali per godere di questo dono prezioso nel miglior modo possibile.

15 luglio 2005

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... mentre si dipana la quotidianità.

Attacco terrorista a Londra: vite ferite e perite, malinconia. Solidarietà dalla grande famiglia europea e dal mondo. Continuare a prevenire e contrastare. Migliorare concretamente la convivenza tra le persone ed i popoli. Mentre si dipana la quotidianità.



La "flavescenza dorata" è una malattia che colpisce la vite e la fa seccare. Esiste da tempo, la si conosce bene e si sa come affrontarla. E' stata efficacemente combattuta in Francia e nel Veneto. Come ogni malattia è meglio prevenirla. In ogni caso è indispensabile la pulizia dei gerbidi, degli incolti, delle vecchie vigne abbandonate, dove si annida e vive l'insetto (scaphoideus titanus) che propaga la malattia. Interventi di risanamento vanno fatti anche nei vivai per avere barbatelle indenni. La ricerca può fare molto per selezionare soggetti resistenti alla malattia.

Mi occupai del problema come componente della commissione agricoltura del Senato durante la scorsa legislatura, visitando zone colpite dalla "flavescenza dorata" con i viticoltori impegnati a contrastarla. Il problema era ed è di fare concretamente quanto deve essere fatto per difendersi e debellarla se è già in atto, e prevenirla. Ed è qui che può cadere l'asino, nel senso che c'è sempre qualcuno che pensa di cavarsela a buon mercato prendendo tempo, oppure manca la necessaria volontà per convincere i riluttanti, od obbligarli se necessario. Vigilando continuamente perché la malattia si può ripresentare.

Nelle zone colpite ed in quelle a rischio si deve sviluppare una informazione capillare ed a tappeto, perché tutti si convincano come stanno le cose e che da soli non si vince. Quindi le autorità competenti devono disporre le iniziative da avviare e controllare che tutti gli interessati vi ottemperino, ricordandosi che basta un focolaio per infettare una vasta zona intorno con grave danno economico, sperpero di ingenti risorse e frustrazioni per avere vanificato l'impegno dei volenterosi.

Nel corso della mia esperienza impegnammo lo Stato a fare la sua parte per aiutare i viticoltori con le vigne colpite dalla malattia, indennizzando le mancate produzioni e contribuendo nelle spese sostenute per la difesa, il risanamento ed i reimpianti necessari.

Fin qui i miei ricordi. Nel frattempo qualcosa di più e di meglio è stato certamente studiato. Però il convincimento - che mi ero formato allora e reputo tuttora valido - è che bisogna essere decisi e intransigenti nel fare ciò che deve essere fatto. Diversamente la natura farà il suo corso con danni che potrebbero essere insopportabili.

8 luglio 2005

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Alla celebrazione partigiana del "Falchetto" di Santo Stefano Belbo.

(intervento a due voci: Olimpio Marino, partigiano comandante "Freccia" e Giovanni Saracco - domenica 3.07.2005) Olimpio Marino

Cari amici e compagni partigiani,

difenderemo il 25 aprile con le unghie, se sara' necessario.

Noi vogliamo, anzi pretendiamo, che sui libri di storia del prossimo secolo ci sia scritta la verita'.

Senza un 25 aprile 1945 non ci sarebbe stato un futuro. Non vogliamo nemmeno che sia la festa della riconciliazione!!!

E noi figli della liberazione e di quella costituzione dovremo dimenticare?? fare finta di niente??

Accettare che i combattenti di salo' siano paragonati ai partigiani o alle migliaia di soldati morti per liberare l'Italia dal nazifascismo?

NO, non vogliano tutto questo!

Le vittime innocenti, i partigiani e i soldati morti in battaglia per la nostra liberta', esigono rispetto.

Noi abbiamo il dovere di continuare, democraticamente e con la costituzione sotto il braccio, la loro lotta!

Ora e sempre resistenza significa unire idealmente i martiri del "Falchetto" che onoriamo oggi con quanti nel mondo si battono per il grande ideale di liberta'.

W LA RESISTENZA!



Giovanni Saracco

Continuo volentieri il ragionamento di Olimpio, il partigiano comandante "Freccia", facendo tesoro delle sue suggestioni che ci fanno incontrare qui per celebrare il sacrificio di giovani vite immolate per la libertà, intesa come bene irrinunciabile.

Dai suoi ricordi "Antifascismo e Resistenza" leggo che Olimpio aveva 18 anni nel 1942 e non voleva saperne di fare il sabato fascista come si imponeva all'ora. Picchiato dai fascisti e dai carabinieri non cambiò idea perché aveva, sono parole sue, "una istintiva avversione verso il fascismo e le ingiustizie che soffocavano la libertà degli uomini". Si iscrisse al partito comunista clandestino e conserva tutt'ora quella tessera. Nell'agosto del 1943 a 19 anni viene chiamato alle armi e pochi giorni dopo vive in prima persona i giorni drammatici dell'8 settembre. In uno scontro a fuoco con soldati tedeschi rimane ferito. Riesce a fuggire aiutato da una parente e percorre cento chilometri a piedi per tornare a casa a Castiglione Tinella.

"Con il groppo in gola" vide le tradotte che trasportavano in Germania i nostri soldati fatti prigionieri dai Tedeschi che occupavano l'Italia . Con altri giovani recuperò armi e munizioni abbandonate dal nostro esercito e organizzò i primi gruppi di partigiani con Pinin Balbo, poi caduto da eroe in combattimento il 24 febbraio 1945 e insignito di medaglia d'oro al valore militare alla memoria.

Su giovani perlopiù "senza scuola e senza esperienza" sono ancora parole di "Freccia", si è costituita la Resistenza. Giovani che hanno preso in mano il loro destino, che si sono assunti in prima persona grandi responsabilità, giovani che hanno vinto l'iniziale ritrosia e diffidenza delle nostre popolazioni, poi conquistate dal loro coraggio, dal loro ardimento dal loro senso del dovere e dalla dedizione alla causa. Giovani che hanno messo alle corde e battuto l'occupante nazista, spalleggiato dai repubblichini di Salò. Pagando un alto tributo di sangue, o portando per tutta la vita i segni nella carne, come "Freccia" colpito alle gambe nel corso di un'azione contro ingenti forze fasciste a Calamandrana nel dicembre '44, incarognite dal fatto che i Partigiani le costringevano sulla difensiva da 12 giorni impedendo loro di avanzare su Canelli.

Colgo l'occasione per ricordare qui la recente sentenza che ha condannato all'ergastolo 10 SS naziste che il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema, sulle colline della Versilia, trucidarono 560 persone: donne, vecchi, bambini. 61 anni dopo, tardi, ma ancora in tempo. Gli ormai vecchi autori di questo crimine sono stati riconosciuti colpevoli di atti personali efferati e di comportamenti biechi, vili, inumani.

Non a caso la Lotta di Liberazione è considerata il complemento del nostro Risorgimento, la definitiva conquista della nostra identità nazionale, la pratica di vita che ha segnato in modo indelebile la Carta Costituzionale, nella quale sono trasfusi l'afflato di libertà ed i valori di solidarietà e di reciproco aiuto, la responsabilità dei propri atti, la consapevolezza di rappresentare l'Italia di fronte alla storia che hanno animato i Partigiani .Valori che si offrono alle giovani generazioni intatti, forti ed attuali.

Proprio questo è il pensiero, una sorta di testamento, che "Freccia" desidera consegnare a tutti noi; che cioè la Resistenza è viva e attuale, perché vivi e attuali sono i valori che l'hanno ispirata e sono stati concretamente praticati durante la Lotta di Liberazione. Valori che le giovani generazioni avvertono anche essere quelli su cui puntare per caratterizzare ed umanizzare un mondo plurale e senza frontiere, nel quale interi popoli e perfino interi continenti mancano ancora dello stretto necessario per vivere, mentre altri eccedono nel consumo di beni che vanno invece ripartiti con equità.

Per noi italiani questi valori sono incarnati nella Costituzione che indica come dobbiamo comportarci per farli diventare atti concreti nella vita di ogni giorno nel nostro Paese, mentre rappresenta il nostro importante biglietto da visita verso il mondo di cui siamo parte. Sosteniamo quindi l'attualità della nostra Costituzione ed i valori e principi sui quali essa si fonda, e proseguiamo insieme per darle piena e concreta attuazione.

Viva la Resistenza, viva i Partigiani, gloria ai Martiri della Libertà.

3 luglio 2005

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Maria Teresa Armosino e i cinesi.

La scorsa settimana su questo giornale la nostra parlamentare, Sottosegretario di Stato Maria Teresa Armosino ha dissertato, tra l'altro, sulla concorrenza dei prodotti cinesi all'economia occidentale ed a quella italiana in particolare, convenendo infine che invece di applicare i dazi a nostra tutela, l'Europa dovrebbe disciplinare gli scambi commerciali con la Cina e convenire con essa regole comuni per la produzione di beni e servizi.

Bene, d'accordo, mettiamoci quindi all'opera in questo senso, iniziando dal governo di centrodestra in carica per quanto deve e può fare, e nel quale l'on. Armosino ha un ruolo importante e di rilievo, cioè - detto in soldoni - ha potere da spendere per far camminare le cose nel condivisibile senso enunciato. E possiede una influenza istituzionale non da poco sugli altri due parlamentari espressi dall'astigiano ed anche in altre importati realtà astigiane, su una delle quali i giornali hanno posto l'accento in occasione di nomine recenti.

E invece non è così, perché l'articolo non termina con qualche indicazione operativa cui porre mano e sul ruolo che il sottosegretario ritiene di potervi svolgere, bensì con la estemporanea - ed a prima vista non del tutto comprensibile - domanda: "Ma nel frattempo Prodi cosa dice?".

Infatti è ragionevole ritenere che i cittadini siano attualmente più interessati a sapere cosa intende fare il governo, che progetti concreti ha, quale politica ritiene di sviluppare nell'Unione Europea in proposito, e tutto questo per il semplice fatto che il governo deve e può decidere e fare, e non sarebbe male che lo dicesse ai cittadini italiani e a quelli astigiani, magari attraverso il nostro sottosegretario, cosicché se conveniamo, possiamo orientare il nostro quotidiano operare secondo linee condivise, affinchè l'unità di intenti ne aumenti l'efficacia. Oppure si potranno suggerire cose diverse che si reputano più adatte per la soluzione dei problemi che abbiamo di fronte, senza correre il rischio di mescolare indebitamente ruoli di governo con quelli di opposizione e responsabilità relative, che sono l'essenza della nostra democrazia.

Impostando così il lavoro, diventa interessante il coinvolgimento di chiunque possa fornire utili contributi, e fors'anche dello stesso Prodi.

1 luglio 2005

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La febbre della terra.

La Terra si scalda, ha la febbre. Un grado centigrado oltre la sua temperatura media normale, o giù di lì. Tanto. E non è finita. Se non applichiamo sollecitamente e su scala mondiale dei limiti alle immissioni nell'atmosfera (che è una pellicola di aria intorno alla Terra di spessore 20 - 30 chilometri) la situazione peggiorerà. Con il "protocollo di Kyoto", che è un accordo tra quasi tutte le nazioni del mondo, s'è lavorato in questa direzione, ma occorre una volontà più forte ed una maggiore disponibilità da parte dei Paesi ricchi che inquinano di più.

India e Cina (oltre 2 miliardi di abitanti!) da poveri che erano hanno l'economia che cresce ad un tasso vertiginoso e temono intralci dalle nuove regole.

In discussione è però il" modello di sviluppo" che fin'ora non ha tenuto granché conto della compatibilità rispetto ai ritmi della natura, che non possono essere forzati: cioè i cicli naturali non ce la fanno più a ripulire l'aria, l'acqua, la terra degli scarti che vi immettiamo. Ed i segnali che le cose non vanno sono molteplici.

Dalle nostre parti, ad esempio, cade meno pioggia nell'arco dell'anno e si concentra in periodi più brevi con modificazioni significative del clima; i mesi di maggio del 2003 e 2005 sono stati i più caldi degli ultimi 120 anni, con punte di 35 gradi centigradi; i corsi d'acqua sono in magra già in primavera; i pozzi per la captazione di acqua potabile sono sempre più profondi perché le falde scendono; negli ultimi decenni le condizioni climatiche delle zone vitivinicole sono cambiate al punto che per ritrovare le temperature storiche medie occorre salire di 50 - 100 metri di altezza rispetto al livello mare.

Certo, abbiamo i depuratori per le fognature, le lavorazioni industriali hanno ridotto le loro immissioni, l'agricoltura utilizza prodotti di minore impatto, la Fiat Punto inquina 10 volte meno della Uno. Ma la Terra ha ancora la febbre. E per tornare in salute ha forse bisogno che incominciamo a misurare i miglioramenti della nostra vita in termini di qualità complessiva, piuttosto che di quantità consumate come siamo stati abituati a fare.

E a comportarci di conseguenza.

24 giugno 2005

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Parsimonia obbligata.

Anche i cittadini con redditi buoni devono fare i conti con il caro vita e sono costretti a centellinare i soldi a disposizione per salvare almeno l'apparenza di uno "status" faticosamente raggiunto e rimesso in discussione. Quindi tirano sulla spesa di cose essenziali come cibo, vestiti, scarpe e si aggiungono ai molti altri con stipendi, salari, cassa integrati e pensionati che sono all'osso da sempre. Il risultato è un consistente calo dei consumi che anche l'Istat adesso accerta; dal 3,5% al 4% in meno per gli alimentari, parecchio di più per gli altri beni come l'abbigliamento, libri giornali, elettrodomestici. Nel sud d'Italia va anche peggio.

L'arte di arrangiarci, la solidarietà parentale e di gruppo, i mille "escamotage" di cui siamo capaci in situazioni difficili non lascia precipitare le cose; ma di certo non è pensabile che le si possa trascinare ulteriormente così. Mentre le città si arroventano e impongono di trovare soluzioni di sopravvivenza per i cittadini che non hanno i soldi per le vacanze, specie se anziani, ricordandoci cosa toccò drammaticamente loro in sorte qualche estate fa.

Occorre certo chiamare all'impegno anche le istituzioni più vicine ai cittadini: Comuni, Provincia, Regione, per quanto di loro competenza. Senza però un governo centrale - capace di fare la sua parte per ripartire i disagi in modo equo tra le categorie sociali e coordinare azioni complessive per fermare il deterioramento in corso e far convergere energie e risorse su iniziative che rimettano in linea il Paese - si rischia di restare impantanati.

23 giugno 2005

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Dialettica in Provincia.

Nell'amministrazione provinciale di Asti si è sviluppata una situazione inedita: la divergenza di punti di vista sulla proposta apparentemente di "routine" per l'acquisto di quote ASP spa, ha suscitato un vespaio nella maggioranza di centrodestra inducendo il Presidente Marmo ad effettuare una verifica allargata anche alle componenti del centrosinistra con RC. Gli esiti di tale consultazione confermerebbero le divergenze emerse nella maggioranza, mentre registrano una vigile sorpresa nell'opposizione per le inusitate attenzioni ricevute. Indiscrezioni darebbero Marmo deciso ad avvicendare assessori in carica con altri, scelti puntando più marcatamente sulle competenze, per migliorare l'efficienza della Giunta e consolidare la propria personale posizione istituzionale e forse altro ancora. Operazione tutt'altro che indolore per la maggioranza e la cui riuscita dipenderà non poco anche dalla posizione che assumerà l'opposizione.

Infatti la democrazia si alimenta e vive di sane contrapposizioni che stimolano la ricerca e la realizzazione di buone soluzioni ai problemi. In questo senso maggioranza e opposizione sono quindi chiamate a onorare i loro ruoli, di governo l'una, di propositiva interlocuzione, verifica e controllo, l'altra. Con i partiti che fanno la loro parte organizzando la partecipazione dei cittadini.

Tutto ciò non impedisce di ricercare e fare emergere eventuali convergenze su obiettivi e priorità condivise, o assumere anche decisioni più impegnative, mai però a scapito della chiarezza e delle responsabilità nello svolgimento dei ruoli di maggioranza e di opposizione.

Del resto le esortazioni anche recenti del Presidente Ciampi sollecitano a non governare a colpi di maggioranza ma di accogliere idee, capacità e disponibilità ovunque presenti, purché utili per rilanciare lo sviluppo del Paese di cui tutti possiamo beneficiare. Tenendo comportamenti trasparenti e comprensibili affinché i cittadini possano esprimersi consapevolmente sull'operato delle persone elette a governare le istituzioni nel pubblico interesse.

17 giugno 2005

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I conti dello Stato.

L'Unione Europea ha richiamato ufficialmente l'Italia perché dimostri come farà a mettere a posto i conti dello Stato i cui bilanci degli ultimi anni sono in rosso oltre il 3% del PIL (prodotto interno lordo). Infatti con il governo di centrodestra lo Stato spende più di quanto incassa ed è costretto a vendere "gioielli di famiglia" case, aziende ed altro, mentre questi soldi andrebbero utilizzati per ridurre il debito pubblico che è di 1,07 volte il PIL e tra i più alti dell'Unione Europea.

Anche Francia e Germania hanno problemi con i bilanci annuali, però il loro debito pubblico è del 40% inferiore al nostro, quindi pagano meno interessi e la loro economia si mantiene su buoni livelli e produce ricchezza, mentre la nostra s'è fermata, stagna e rischia addirittura di scendere sotto lo zero.

Il governo ha affidato la patata bollente al ministro Siniscalco che si sta scervellando per capire come uscirne.

Le cose più urgenti da fare paiono sostanzialmente due. La prima è di dare respiro all'economia avviando una concertazione tra le parti interessate per superare l'emergenza, con il governo che ci mette del suo per garantire la buona riuscita dell'operazione. Giova ricordare che la riduzione o la cancellazione dell'IRAP (imposta sul reddito delle attività produttive) di cui si parla, avulsa dal resto, inciderebbe poco né si sa dove trovare i soldi per compensare l'eventuale entrata mancante.

La seconda cosa da fare è stabilire dove si prendono i soldi necessari per rientrare nel parametro del 3%. Si parla, tra l'altro, di aumentare le tasse sugli interessi percepiti dai titoli di Stato e dai titoli di altra natura, indipendentemente dal loro ammontare posseduto. Nel senso che si colpirebbero allo stesso modo sia gli interessi dei pochi sudati risparmi di chi i soldi se li è tolti di bocca per disporne nei casi difficili della vita, sia le speculazioni milionarie di chi lucra cinicamente sulle difficoltà altrui, prima accumulando ricchezze non si sa bene come, poi utilizzando il potere che ne discende a proprio esclusivo vantaggio.

Operare scelte socialmente eque, cioè far pagare gli evasori ed i redditi alti, diventa quindi un imperativo al quale il governo non può sottrarsi. Va da sé, che per svolgere un compito siffatto occorre fiducia tra le parti e, soprattutto, un governo credibile; condizione quest'ultima non data e difficilmente recuperabile nel breve tempo che ci separa da nuove elezioni. Probabilmente dovremo quindi accontentarci di qualche rattoppo, rinviando a tempi migliori decisioni coraggiose e di più ampio respiro.

10 giugno 2005

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C'era una volta nel favoloso regno di Enolandia ...

Nella buca delle lettere di tutte le famiglie della "Comunità Collinare Valtriversa" è arrivata una lettera firmata dal Sindaco di Villafranca e dal Presidente dell'Unione nella quale si sollecita tutti ad essere presenti ad una riunione durante la quale l'on. Galvagno presenta una sua proposta di legge denominata "Enolandia".

Nell'occasione m'è stato insistentemente chiesto di dire la mia sull'iniziativa, da persone forse memori del lavoro parlamentare da me svolto nel corso della passata legislatura per l'agricoltura e la vitivinicoltura in particolare (legge quadro sulle strade del vino, provvedimento in favore del moscato).

Si tratta della presentazione di un disegno di legge per portare nell'Astigiano, si dice, alcune centinaia di milioni di euro da investire in infrastrutture e grandi opere, capaci, si dice ancora, di rilanciare l'economia del nostro territorio, coinvolgendo in questo progetto anche realtà a noi prossime; in tutto 400 Comuni e un milione di persone. Un'iniziativa che colpisce la fantasia, coraggiosa fino alla temerarietà, da far tremare le vene dei polsi sol se si pensa all'impegno per farla conoscere, dedicandovi - come s'è accinto a fare il nostro parlamentare - i fine settimana che gli residuano in questo intenso scorcio di legislatura, in cui vengono al dunque problemi irrisolti ed altri più contingenti urgono (vedasi i richiami dell'Unione Europea per i conti dello Stato fuori posto). Se a ciò s'aggiunge che i disegni di legge d'iniziativa parlamentare stanno in coda a quelli del governo, sarebbe già un piccolo miracolo se quello presentato dal nostro concittadino giungesse alla discussione del Parlamento nei pochi mesi che ci separano dallo spirare della legislatura; pensare invece che possa essere approvato mi pare francamente irrealistico.

Ritengo si tratti quindi di un esercizio di buona volontà, un po' fine a se stesso e privo purtroppo di effetti pratici. Peccato, perché un aiuto anche meno ambizioso di quello ipotizzato, poteva far comodo all'Astigiano, specialmente in questi tempi di vacche magre che stiamo attraversando.

6 giugno 2005

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Filotto e rimpasto.

Al filotto di successi elettorali dell'Unione - Ulivo, tra cui l'affermazione in 12 regioni su 14 e nelle recenti elezioni amministrative in Sardegna, ha fatto riscontro la conferma del centrodestra a Catania e la conquista di Bolzano con una manciata di voti di scarto. Nel frattempo la politica ha prodotto alcune situazioni che meritano di essere ricordate.

Per arginare l'emorragia di consensi e di fiducia il centrodestra ha rimpastato il governo sostituendo alcuni ministri e sottosegretari ma lasciando sostanzialmente inalterata la sua politica, cosicché la situazione è ulteriormente peggiorata inducendo l'Unione Europea ad avviare una procedura che ci obbligherà a reperire (come?) non meno di 20 miliardi di euro per tamponare le falle, senzacchè il governo si preoccupi di incidere sulle cause che le hanno determinate.

In Germania il cancelliere Schroder per avere perso il consenso e la fiducia degli elettori nella regione Renania e Vestfalia roccaforte socialdemocratica, ha immediatamente anticipato di un anno le elezioni politiche del 2006 che si terranno quindi l'autunno prossimo, evitando così al suo Paese un nocivo periodo di incertezza e di stasi.

L'assemblea federale della Margherita ha deciso a larga maggioranza di presentarsi da sola nella quota proporzionale (che elegge il 25% della Camera, cioè 155 deputati ) per le prossime elezioni politiche del 2006. Una decisione che ha destato sconcerto e sollecita l'Unione -Ulivo a discutere e ricercare una soluzione unitaria per raggiungere meglio l'obiettivo di offrire un'opportunità elettorale ai delusi dal centrodestra.

A Bologna il sindaco Cofferati depreca il verificarsi nella sua città di episodi contrari alla legge durante legittime manifestazioni di dissenso e ne fa responsabilmente oggetto di dibattito e verifica all'interno della stessa maggioranza che lo sostiene.

Ad Asti la coalizione Unione - Ulivo che governa la città tira le fila del buon lavoro fin qui svolto e si attrezza per dare il meglio di sé nel tempo che resta. Coinvolgendo professionalità e disponibilità del Personale a partire dal confronto sindacale in corso, dialogando con i cittadini, incrementando le sinergie con le organizzazioni e gli enti istituzionali e non, portando a compimento iniziative già avanti. Puntando in definitiva a far parlare i fatti, come ci si attende da chi vuole dare conto del suo operato, in particolare se di governo.

27 maggio 2005

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Sulla procreazione assistita.

Domenica 12 e lunedì 13 giugno prossimi si voterà il referendum sulla legge n. 40 del 2004, conosciuta più semplicemente come "procreazione medicalmente assistita". Questo referendum s'è reso necessario perché la legge presenta alcune gravi insufficienze che vanno rimediate. Affinché il referendum sia valido è necessario raggiungere il quorum, cioè che vada a votare almeno la metà più uno degli aventi diritto. I quesiti contenuti nella scheda e sottoposti al voto sono n. 4, in sintesi:

1. se consentire la pratica della fecondazione assistita per le coppie che hanno problemi seri o sono impedite a provvedervi naturalmente;

2. se considerare giuridicamente prevalente la tutela della madre e di qualsiasi altra persona, rispetto all'embrione;

3. se consentire la ricerca utilizzando cellule staminali prelevate da embrioni congelati e non utilizzati perché in soprannumero rispetto alle necessità;

4. se consentire la fecondazione eterologa utilizzando gameti (spermatozoi nel caso degli uomini e ovociti nelle donne) di donatori esterni alla coppia.

Se vincono i "sì" la legge sarà modificata secondo quanto scritto sopra. Se vincono i "no" la legge rimane com'è adesso. Si può votare diversamente per ognuno dei quattro quesiti. Andando a votare e deponendo nell'urna la scheda bianca si contribuisce a raggiungere il quorum. Non andando a votare si contribuisce a far fallire il referendum per mancato raggiungimento del quorum.

Si tratta di referendum che chiama in causa i convincimenti personali, i valori, l'etica, la coscienza. Per l'importanza dei temi il paragone con i referendum sul divorzio e sull'aborto approvati tanti anni fa pare appropriato. Non si tratta però di uno scontro tra posizione preconcette e inconciliabili ma di scelte importanti da fare sulla base di una maturata consapevolezza personale, con lo scopo di contribuire a migliorare la nostra esistenza e quella delle persone che verranno.

20 maggio 2005

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Scivoloni.

Un'altra elezione parziale, amministrativa per il rinnovo di consigli comunali, provinciali e relativi Sindaci e Presidenti in tre regioni particolarmente belle e così diverse tra loro: opulenta lo scrigno Valle d'Aosta, onusta di storia e cultura e fiera la Sardegna, spartano e solido il Trentino Alto Adige. Ennesimo scivolone del centrodestra, di proporzioni analoghe a quelli patiti ancora recentemente sul territorio nazionale nelle prime due realtà, con esiti meno severi in Trentino Alto Adige. Ulteriori forti segnali che la situazione non migliora e che ostentare ottimismo di maniera non paga più. Mentre cresce la consapevolezza che se non si cambia registro dal pantano non si esce. Consci che anche cambiando ci vorrà tempo per rimettere le cose un po' a posto e poter godere dei primi benefici. Intanto occorre fermare la deriva e ricostruire le condizioni per ripartire. Recuperare la fiducia e riaccendere la speranza dei cittadini tornando ad occuparsi seriamente delle loro condizioni di vita. Un impegno che coinvolge tutti ma in particolare la coalizione Unione-Ulivo alla quale gli elettori continuano ad affidare il governo di importanti istituzioni del Paese: Comuni, Province, Regioni, nell'attesa del serrato confronto nelle elezioni politiche prossime (autunno di quest'anno o primavera del 2006?).

La misura che le cose riprendono a funzionare sarà che stipendi e pensioni consentiranno di arrivare alla fine del mese, che riavranno priorità servizi essenziali: scuole, asili, assistenza, sanità, sicurezza, per il tempo libero. Che l'economia produrrà le risorse per pagare tutto questo, che poco per volta e con perseverante costanza si restituirà il debito pubblico, trascurato in questi anni dal centrodestra e tra le principali cause delle difficoltà in cui versa il Paese. Che ci si impegnerà a fondo sulle questioni del lavoro inteso come diritto-dovere, fondamento della nostra Repubblica e componente essenziale della vita delle persone e dei giovani in particolare.

Come sempre nessuno regalerà niente, tutto dovrà essere conquistato, difeso, migliorato con impegno e dedizione. O, se volete, aiutati che il ciel t'aiuta.

13 maggio 2005

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Astigiano e Tony Blair.

Riflettendo sul fatto che Asti e l'Astigiano si cimentano già con il futuro che incalza, mi sono imbattuto in un articolo di Lucia Annunziata su "La Stampa" del 4 maggio scorso, nel quale si accenna al fatto che il laburista Tony Blair - pur recentemente confermato per la terza volta consecutiva alla guida del governo inglese - sarebbe in difficoltà nel suo tentativo di ristrutturare "la politica occidentale, mettendo sul tavolo l'idea di un superamento di destra e sinistra come passaggio necessario per governare la modernità".

Infatti anche dalle nostre parti i segnali che i cittadini inviano a chi governa le istituzioni e le altre realtà preposte alla cura degli interessi generali, sono che per risolvere i problemi in modo equo ed efficace occorra mobilitare ogni energia e risorsa disponibile anche a prescindere dall'appartenenza politica. Con una differenza però non da poco rispetto a Blair. I cittadini chiedono infatti che si agisca così fin da subito, cioè con la destra e la sinistra che ci sono, che dovranno dimostrare con i fatti di saperci fare, altrimenti si prenderà atto della loro inadeguatezza giudicandole superate. In poche parole non è certo indifferente essere di destra o di sinistra ma sull'appartenenza prevale il giudizio di capacità a risolvere i problemi.

In questo senso il confronto è persino stimolante. Ad Asti governa l'Unione - Ulivo, coalizione costituitasi "ante litteram" rispetto all'esperienza nazionale. Dimostri la capacità di saper completare in crescendo il buon lavoro svolto nella prima parte della legislatura. I problemi con cui confrontarsi di certo non mancano.

In Provincia opera un centrodestra alla sua seconda legislatura, che dovrebbe dimostrare di sapere andare oltre una dignitosa "routine" amministrativa e la immaginosa rappresentazione di sé, impegnandosi su alcuni obiettivi prioritari di cui è viva l'attesa tra i cittadini.

Se ne gioveranno per certo Asti e l'Astigiano e fors'anche Tony Blair nella prosecuzione del suo impegnativo lavoro per ridefinire una politica adatta a governare il mondo in rapido cambiamento.

6 maggio 2005

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Spigolature di metà primavera.

La nuova Giunta della Regione Piemonte si caratterizza per un insieme in cui alle buone competenze dei singoli componenti si accompagnano vissuti personali di tutto rispetto, con giusto mix di donne e uomini, ben riassunti dalla navigata esperienza e spiccata personalità della presidente Mercedes Bresso e dell'assessore alla sanità Mario Valpreda. Per quanto si sa l'Esecutivo si è dato un metodo di lavoro del quale l'assunzione di responsabilità, il confronto e la collegialità rappresentano gli assi portanti. Si tratta di una esperienza che dovrebbe coinvolgere l'intero apparato regionale valorizzandone gli apporti nella prospettiva di migliorare efficienza, efficacia e qualità delle scelte e dei risultati relativi e dei servizi resi.

La maggioranza nazionale di centrodestra ha espresso un governo bis poco diverso dal precedente, risultato del tutto inadeguato rispetto alle esigenze del Paese. Infatti le novità più significative sono rappresentate da Storace nuovo ministro della salute dopo la sconfitta incassata alle recenti elezioni nella regione Lazio e dal ricupero di Tremonti estromesso un anno fa a causa del cattivo stato dei conti pubblici di cui era responsabile.

Ad una eventuale nuova politica per ricuperare il terreno perduto ha fatto cenno il Presidente del Consiglio nella sua relazione al Parlamento. Non si vede però dove questo "nuovo" governo possa attingere le energie, l'autorevolezza e le risorse per riuscire laddove è mancato il precedente. A meno che esso non abbia in mente un prelievo fiscale aggiuntivo che ridurrebbe il Paese allo stremo, soprattutto se effettuato per tamponare le falle. Inascoltata infine la proposta avanzata dalle opposizione di riorientare le risorse disponibili per rilanciare l'economia, il lavoro e migliorare i servizi essenziali per le persone e le famiglie.

I Cardinali in Conclave si sono dati una mossa designando presto il nuovo Papa Benedetto XVI già pienamente attivo. Persona dotata e colta, che ha dimestichezza con l'ambiente per essere stato a lungo a stretto contatto del compianto Papa Giovanni Paolo II. Di certo gli stanno a cuore tradizione e principi - ci mancherebbe! - ma anche gli aspetti concreti della vita e le difficoltà in cui versano persone, famiglie e popoli interi. Insomma un papato da scoprire, capace di riservare interessanti sorprese.

Pimpante 60° del 25 Aprile con grande partecipazione di cittadini. A Milano Ciampi - Capo dello Stato e Garante della Costituzione - ha detto chiaro come la pensa in proposito, ribadendo che i valori condivisi dalla stragrande maggioranza degli italiani stanno nella Carta nata dalla Resistenza e fondamento dell'Italia repubblicana.

29 aprile 2005

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Ciao Miliu.

Si faceva in fretta ad intendersi con Emilio Accornero, "Miliu" per gli amici di Refrancore e i molti altri sparsi dappertutto. Era sufficiente convenire su come considerare il vino ed il suo mestiere di vignaiolo: "mantenere nel tempo la tradizione di famiglia che del buon vino schietto ripaga con interessi dalla fatica della campagna. Con vigne concimate a stallatico e con una vecchia cantina che sia sempre l'orgoglio del mio lavoro. Amo il vino limpido e brillante... che sappia di vino e che svolga il suo profumo con intensità crescente. Che esalta la fragranza di un buon piatto. Diffido di quello ben educato, che toglie soltanto la sete, senza carattere e personalità. Io non sono un educatore. Sono un vignaiolo che vuol bere all'antica"

Sono tra i privilegiati che han bevuto il suo vino: era proprio così.

Se n'è andato in punta di piedi qualche giorno fa. Eravamo in molti a salutarlo, così alla buona, con i ciliegi in fiore, tra le viti che amava come creature, contraccambiato.

La "filiera ambientale" cui lavora concretamente l'Amministrazione comunale di Asti, esposta da Beppe Natale in una recente lettera ai giornali, merita di essere rimarcata perché mette ordinatamente insieme una serie di iniziative poste in atto dalla Città per migliorare la sua vivibilità, rilanciarla come sede di molteplici servizi di rango, come l'università, la sanità, la ricerca, la finanza; promuovere la sua propensione industriale e commerciale; valorizzare le presenze agricole, storico-artistiche insieme alle caratteristiche architettonico-ambientali, così da renderla gradita anche ad un "target" di qualità che la frequenti e ci viva concorrendo così alla sua promozione ed al suo sviluppo.

Nei giorni scorsi sono state sospese le contrattazioni per eccessivo ribasso in borsa delle azioni Fiat, il cui valore è sceso sotto i 5 euro a fronte dei 30 euro di qualche anno fa. Siccome ad Asti c'è un indotto - Arvin Meritor ma non solo - che risente da vicino della situazione della Casa torinese, sarebbe necessario che nelle iniziative per dare alla Fiat un assetto idoneo per affrontare la sfida della competitività globale, l'indotto fruisca di attenzioni pari a quelle riservate al Gruppo cui è destinata gran parte della sua produzione.

22 aprile 2005

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Fascismo, malattia mai vinta.

Villanova celebra la Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo. Sono trascorsi 60 anni da quel fulgido 25 aprile 1945. E sembra ieri.

Repubblica Sociale Italiana un'entità inventata da Mussolini defenestrato dal gran Consiglio del fascismo il 25 luglio 1943, quindi rimosso come capo del governo dal Re Vittorio Emanuele III. Con capitale a Salò. Per spalleggiare l'occupazione nazista dell'Italia dopo l'8 settembre 1943 data dell'armistizio stipulato dal governo Badolio per porre fine alla guerra di aggressione iniziata dal fascismo e già persa e per evitare il protrarsi di distruzioni e lutti.

L'agonia del nazifascismo durò invece ancora il tempo per la Manifestazione di crudeltà efferate che la storia moderna non aveva ancora conosciuto: assassinii di massa di persone inermi, deportazione ed eliminazione degli avversari politici e dei "diversi", olocausto degli ebrei, decine di migliaia di caduti nella lotta di liberazione è stato l'alto tributo pagato per battere il nazismo ed il fascismo. Il referendum repubblica -monarchia e la Costituzione repubblicana sancirono la nuova forma di stato democratico nato dalla Resistenza.

Ma il fascismo è una malattia endemica, mai vinta una volta per sempre. Riappare qua e là per saggiare di che sostanza è fatta la nostra democrazia. Finora ha ricevuto le risposte che si merita perché il sistema immunitario dei cittadini è allertato e risponde efficacemente. In questo senso mantiene tutta la sua attuale validità l'espressione "ora e sempre Resistenza" come comandamento della lotta partigiana che significa che per godere appieno della gioia e del significato della Libertà, bisogna radicarla nel costume, nei rapporti e nella vita di tutti i giorni ed essere sempre pronti a difenderla da chiunque vi attenti.

21 aprile 2005

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Crisi di governo.

C'è la crisi di governo e tra i suoi possibili sviluppi si ipotizza addirittura il voto politico anticipato. Si tratta di una situazione che tocca da vicino la vita di tutti e vediamo perché.

I conti dello Stato non sono a posto perché il bilancio di quest'anno ha già ampliamente sforato il limite ammesso del 3% , mentre per il prossimo anno si prevede di superare il 4,50% se non si correrà ai ripari per tempo. Non si vede però come questo governo vi possa por mano con possibilità di successo in una situazione così deteriorata. Infatti anche il debito pubblico non scende al di sotto del 105% del PIL (Prodotto interno Lordo), molto lontano dall'obiettivo del 60% indicato dall'Unione Europea. Debito che ci costa un occhio della testa di interessi, impedendoci così di investire quanto servirebbe nel sostegno allo sviluppo del sistema produttivo, nella ricerca,nella promozione del lavoro, nella sicurezza e miglioramento ecoambientale e delle condizioni di vita a partire dalle famiglie e dalle persone più in difficoltà.

Il sistema Paese perde colpi nell'esportazione mentre il mercato interno stagna perché i soldi disponibili sono pochi e un numero crescente di persone deve addirittura ricorrere ai prestiti per arrivare alla fine del mese. E meno male che l'euro gode di buona salute altrimenti coi costi del petrolio e di altre materie prime che ci ritroviamo si aggiungerebbe il problema dell'inflazione.

Occuparsi da vicino di questo stato di cose dovrebbe rappresentare la priorità per chiunque governi. Nel centrodestra invece si pensa di uscirne cambiando qualche ministro senza modificare la politica fin qui praticata, forse perché solo questo può passare il convento.

Non siamo certo all'ultima spiaggia, quindi niente "lacrime e sangue". Non è però nemmeno ammissibile continuare a somministrare placebo ed ottimismo di maniera nell'attesa che si produca il miracolo. Per rilanciare le potenzialità di cui l'Italia dispone bisogna che la democrazia possa scegliere tra milioni di cittadini che le vogliono bene quelli che posseggono dimostrata volontà e capacità di orientare il timone sulla rotta giusta e di tenercelo, guadagnandosi in questo modo rispetto e considerazione.

15 aprile 2005

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Sempre vigili.

Segnali di razzismo e di fascismo e rigurgiti di violenza negli stadi. A Condove si danno appuntamento i ruderi delle SS hitleriane e dei repubblichini di Salò; ad un pranzo pittoresco si dirà, certo, ma qualche brivido per la schiena corre a chi se li ricorda all'opera da giovani. "Basta antifascismo"strillano alcuni fegatosi cui Fiuggi non ha giovato per nulla. Nel frattempo si mettono le mani sulla Costituzione, la madre di tutte le leggi, la cui conquista è costata inaudite sofferenze. Tutto questo e di più nonostante l'esito del voto regionale ed alle soglie del 25 Aprile 60° della Liberazione. Figuriamoci cosa potrebbe capitare se il vento tirasse da un'altra parte.

Alcune di queste iniziative hanno preoccupato il ministro dell'interno Pisanu, che lodevolmente se ne sta occupando. Un po' di prudenza e di attenzione sarebbe bene che la prestassimo tutti. Così, tanto per non perdere di vista il problema e memori del sano principio che è meglio tenere allertato il sistema immunitario e prevenire che dover curare.

14 aprile 2005

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11 a 2.

A pochi giorni dal voto regionale è possibile riflettere sui suoi esiti e sulle prospettive.

A livello nazionale il risultato è un secco 11 a 2 per l' Unione-Ulivo con il centrodestra che mantiene la Lombardia e il Veneto pur perdendo consensi rispetto al 2000. In questo risultato si riflette anche la difficile situazione economica del Paese e le inadeguatezze del Governo che - tra l'altro - è stato ancora recentemente richiamato dall'Unione Europea per aver sforato il parametro del 3% sul bilancio di quest' anno, con più grave deficit previsto per il 2006 che, se non si rimedia, potrebbe richiedere ulteriori aggravi fiscali. Gli elettori hanno pragmaticamente utilizzato le possibilità offerte dal sistema bipolare di avvicendare nel governo delle regioni Casa delle Libertà e Unione-Ulivo, premiando quest' ultima coalizione accreditata di un più capace saper fare, del quale ha dato prova dove governa da tempo: Emilia Romagna, Umbria, Toscana e in esperienze più recenti.

In Piemonte, Torino e la sua provincia hanno messo nell 'urna una quantità di consensi per Mercedes Bresso tali da vanificare quelli raccolti in modo certosino da Enzo Ghigo in tutte le altre province. Anche qui hanno pagato dieci anni di buon lavoro del centrosinistra nel governo della Provincia e più di altrettanti al Comune di Torino, mentre sulle due legislature del centrodestra in Regione hanno pesato negativamente inefficienze, scandali, addizionali e ticket nella sanità, una sostanziale irrilevanza rispetto alle questioni dell'economia e del lavoro iniziando dalla Fiat, lo scarso peso nella costruzione di prospettive di rilancio, l' avvicendarsi patologico di assessori in Giunta.

Asti e la provincia hanno ancora premiato Ghigo ed il centrodestra, dimezzando però i voti in più attribuitigli rispetto al centrosinistra nel 2000. Si tratta di un segnale cui prestare attenzione anche per capire se e quanto può avere influito sulle scelte degli elettori il buon lavoro che ha in corso la maggioranza ad Asti, insieme all' effetto traino esercitato dalla 'performance' dei Democratici di Sinistra. L'Astigiano risulta comunque ben rappresentato in consiglio regionale dagli eletti nella coalizione Unione-Ulivo: Angela Motta (Margherita), Mario Valpreda (Rif. Com.sta), Luca Robotti (Com.sti Italiani) e da Mariangela Cotto (Forzaitalia) nell'insolito - per lei - ruolo di consigliere di opposizione, nonostante abbia incrementato la già cospicua quantità di preferenze raccolte nel 2000.

14 aprile 2005

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Arvin Meritor.

La vicenda Arvin Meritor (già Waj Assauto) è approdata ad un compromesso che consente la prosecuzione dell'attività fino a dicembre di quest'anno per tutti i 413 dipendenti. Nel frattempo si dovranno studiare modi e forme attraverso le quali sia possibile mantenere in vita un'azienda simbolo alla cui affermazione ha contribuito il lavoro di generazioni di astigiani, subendo infine i contraccolpi della decadenza, nella quale c'entrano non poco i mancati investimenti per stare al passo coi tempi in mercati a tutto campo, esigenti e - ciascuno a suo modo - competitivi, nei quali c'è però spazio per ricercare e costruire rapporti complementari - capaci cioè di valorizzare il meglio di ciascuno - tra le aziende che vi operano.

Un banco di prova che si ripropone ad Asti, forse con modalità ed interlocutori inediti, al quale non ci si può sottrarre, potendo però far leva su elementi positivi che si sono manifestati anche in quest'ultima fase della tormentata vicenda, cioè la volontà di tutte le parti interessate di dare il proprio contributo ricercando con caparbietà soluzioni alle quali concorrano capacità imprenditoriali, credibilità, competenze, risorse finanziare, forme di garanzie, impegni istituzionali e di enti, organizzazioni e realtà già attivate o suscettibili di esserlo a tutti i livelli. Si tratta cioè di realizzare il primo tassello di un patto per il lavoro e lo sviluppo, una sfida che Asti e l'Astigiano possono vincere.

In questo lavoro da compiere il Comune e la Provincia hanno un ruolo importante per le competenze di cui dispongono i loro organici e per l'autorevolezza e la credibilità che loro derivano dall'essere espressione democratica dell'intera realtà astigiana. Pare quindi logico attendersi da questi Enti un contributo significativo per consentire al nuovo che urge di trovare presto una prima concreta espressione di sé.

1 aprile 2005

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Alcune domande e alcune risposte.

Dagli incontri e dibattiti in corso per le elezioni regionali è emerso un caleidoscopio di interrogativi e di risposte da cui s'è tratto il campionario che segue.

D. Sono in pensione da 20 anni e i soldi che percepisco hanno perso il 40% dell'iniziale potere d'acquisto, ma nessuno se ne occupa e non si può andare avanti così.

R. Qualcosa è stato fatto però non basta, la questione va quindi presa di petto dando la priorità ai problemi di chi sta peggio e molti pensionati sono tra questi.

D. Ho 30 anni, una laurea, ho fatto parecchi lavori ma non ne ho ancora trovato uno pagato decentemente che duri nel tempo e che mi consenta di programmare autonomamente la mia vita.

R. Il lavoro va tutelato in tutte le sue forme e quello flessibile non dev'essere precario com'è adesso. Creare posti di lavoro buoni, che richiedono cioè conoscenze e tecnologie avanzate, costa e pochi vi pongon mano. Così le capacità personali restano inutilizzate e la nostra economia perde colpi. Infatti le produzioni mature sono in molti a saperle fare nel mondo e più a buon prezzo di noi. Bisogna quindi incrementare ricerca e innovazione, incentivandole anche con sgravi fiscali.

D. I costi degli asili nido e delle scuole materne a carico delle famiglie sono aumentati in modo sproporzionato fino a diventare insostenibili.

R. Anzicché abbassare le tasse ai redditi medio alti bisogna destinare questi soldi ai servizi sociali. In questi anni invece il governo di centrodestra ha fatto il contrario. Questa tendenza va invertita con coraggio e senso di responsabilità.

D. La Cina ci fa concorrenza su tutto e se non mettiamo i dazi sui suoi prodotti non riusciamo più a vendere i nostri.

R. Nel mercato globale i dazi non servono. Infatti un reggiseno cinese costa 2,50 euro e quello italiano 18 euro. Se si mette un dazio del 40% (già molto alto) quello cinese costerebbe 3,50 euro; quindi chi guarda soprattutto al prezzo continuerà a comprarlo. Parrebbe invece opportuno fare accordi tra aziende cinesi e italiane per lavorare insieme, dando ciascuno il meglio di sè con vantaggi per tutti.

D. I soldi non bastano più e si ha l'impressione che la colpa sia dell'euro.

R. L'euro ci ha costretti a rispettare alcune regole dell'Unione Europea, come la riduzione del nostro debito pubblico e non sforare oltre il 3% con il bilancio dello Stato, mentre prima ci indebitavano a gogò e facevamo finta di farcela con un'inflazione che aveva anche toccato il 20% all'anno, rischiando una crisi tipo Argentina. Il governo di centrosinistra ha operato con il necessario rigore mentre l'attuale governo di centrodestra ha abbassato la guardia, ed è questo il principale motivo per cui i soldi non bastano più.

25 marzo 2005

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I parlamentari tacciono

Qualche tempo fa abbiamo chiesto ai tre parlamentari eletti nella nostra Provincia di dire come la pensano in merito al disegno di legge n. 2224 presentato in Senato da Alleanza Nazionale per equiparare i repubblichini di Salò - quintessenza del peggior fascismo che spalleggiò servilmente la tirannide nazista sull'Italia occupata - ai Partigiani ed alla Resistenza che si batterono per riconquistare dignità, pace e libertà.

Nessuna risposta è giunta finora dagli onorevoli Armosino, Galvagno e Brignone, nonostante il tema interpelli la loro sensibilità e sia di pregnante attualità nella nostra Provincia insignita di medaglia d'oro della Resistenza.

Solidali manifestazioni di Asti e nella provincia con i lavoratori ed i sindacati per il mantenimento dell'attività della Arvin Meritor in città.

Significativo l'impegno delle parti sociali, delle istituzioni locali e della Prefettura ed in particolare dell'Amministrazione comunale anche nell'offrire alternative insediative alla multinazionale per la realizzazione di un nuovo complesso aziendale.

Dalla stretta in cui s'è giunti bisogna uscire in avanti, facendo leva su tutte le volontà, energie e risorse disponibili e attivabili, compreso l'ormai indispensabile intervento governativo. Infatti il successo dell'iniziativa salvaguarderebbe una importante azienda storicamente insediata in Asti - la Waj Assauto, nella quale è incorporato il lavoro di generazioni di astigiani che hanno contribuito alla sua affermazione nel tempo - e rappresenterebbe un segnale forte per frenare lo stillicidio del lavoro che se ne va, confermando altresì che è possibile proseguire nel concreto impegno comune per porre su base nuove e durature la ripresa e lo sviluppo industriale nel capoluogo e sul territorio provinciale.

18 marzo 2005

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Abbiamo mantenuto tutti gli impegni ?

"Abbiamo mantenuto tutti gli impegni" è la scritta che campeggia per ogni dove in Piemonte accompagnata dal simbolo del partito del presidente regionale uscente e dalla sua effige. Parole perentorie, che non ammettono obiezioni né domande per sapere di che impegni si tratta.

Chi ha governato la Regione Piemonte nelle ultime due legislature in questa affermazione intende perciò ricomprendere - senza dover dimostrare alcunché - tutto quanto è stato fatto, nulla escluso.

Certo del buono, ma anche scandali con molto lavoro per la magistratura, e risorse dirottate verso la scuola privata - che invece dovrebbe bastare a se stessa concorrendo liberalmente sul mercato senza attingere a fondi pubblici (art 33 della Costituzione) - perdipiù distribuite anche a chi non è in condizione di bisogno.

Certo del buono, ma anche un avvicendamento di assessori in giunta non proprio fisiologico e non solo per rispondere a esigenze, diciamo, di qualità politico - amministrativa, e, soprattutto, un uso della discrezionalità - che si è lasciata ampia - con "l'intento di accontentare un po' tutti, di non scegliere, di distribuire equamente soddisfazione e scontento in tutte le classi sociali e in tutte le categorie" (A. Recanatesi, "La Stampa" 28.02.05 a proposito della politica di centrodestra).

Certo del buono, ma la sanità è stata lasciata a sé con indirizzi e verifiche labili, che causano l'assorbimento di più risorse del necessario, inducono un pesante prelievo fiscale (addizionale) e frenano l'espressione professionale degli operatori e l'utilizzo delle potenzialità dell'intero servizio.

Ed infine, ma non ultima, l'azione di governo pervasa da una sorta di stanchezza, di appagamento, di riduzione dell'agire al tran - tran quotidiano che non ha prodotto - per dirla ancora con A. Recanatesi - "l'effetto sferzata, l'effetto scossa che serve per risvegliare una imprenditoria intorpidita nella quale ogni attore sta fermo, non investe, aspetta."

4 marzo 2005

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Gramsci e la pubblicità

E' condivisibile l'invito a fare squadra rivolto un po' a tutti dai segretari cittadino e provinciale dei Democratici di Sinistra di Asti, ed in particolare alla banche, per rilanciare il lavoro dichiarandosi disponibili a fare la propria parte. Consapevoli che ciò presuppone certo il consolidamento delle posizioni attuali modernizzando processi e prodotti, ma richiede soprattutto investimenti in settori nuovi ad elevato sviluppo tecnologico, dirottandovi le limitate risorse di cui dispone il sistema Paese. E non esortando solo i lavoratori all'impegno più gravoso ma mettendocela tutta, tutti.

Continua il dialogo tra l'Amministrazione comunale di Asti ed i cittadini per migliorare l'applicazione del Piano di Mobilità nella Città, mentre si può dire che insieme alle necessarie messe a punto pratiche, si manifestano anche i primi apprezzabili benefici.

Fa un po' specie leggere che "L'Unità" deve cambiare il suo direttore Furio Colombo perché altrimenti non arriva la pubblicità che pure è necessaria per la vita del giornale. Infatti il quotidiano fondato da Antonio Gramsci 80 anni fa esprimerebbe giudizi troppo severi sul governo di centrodestra e sul premier e per questi motivi la pubblicità latiterebbe. Mentre a Mediaset ne sarebbe arrivata un profluvio che non sanno più dove infilarla.

I treni in orario restano un "optional" ma in compenso le ferrovie tollerano che gli anziani sostino negli atrii delle stazioni per ripararsi dai rigori dell'inverno e trovarsi in compagnia, senza l'obbligo di spendere perché i soldi sono pochi. Si badi bene che si tratta degli atrii e non delle sale d'aspetto, nelle quali è vietato entrare se sprovvisti del biglietto del treno.

Così vanno le cose nel nostro Paese, ma si possono migliorare. Basta deciderlo e mettersi di buzzo buono.

25 febbraio 2005

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DL 2224 : un insulto alla memoria

Vigente l'attuale governo di centrodestra la nostra Costituzione Repubblicana ha già ricevuto più di uno scossone. E pare non sia ancora finita.

Infatti parlamentari di Alleanza Nazionale hanno presentato in Senato il disegno di legge n. 2224 che mira a equiparare i repubblichini di Salò ai Partigiani ed a quanti combatterono nel corso della seconda guerra mondiale.

Una analoga iniziativa era già stata efficacemente rintuzzata dal centrosinistra nel corso della passata legislatura.

Adesso, forzando la mano, ritentano di mettere sullo stesso piano il peggior distillato del fascismo - la repubblica di Salò - che servilmente spalleggiò la tirannide nazista sull'Italia occupata; e chi si oppose - i Partigiani e la Resistenza - e si battè per riconquistare dignità, pace e libertà.

E tutto ciò avviene quest'anno nella ricorrenza del sessantesimo anniversario della Liberazione, per la cui celebrazione il governo lesina l'erogazione delle già esigue risorse disponibili.

Dal Paese sale una forte contrarietà all'uso che del potere si sta facendo per rappresentare la storia a proprio comodo, mentre si moltiplicano le prese di posizione di parlamentari, partiti, istituzioni, associazioni, cittadini.

A tale proposito sorge spontaneo l'interrogativo di come la pensino i tre parlamentari: Armosino, Galvagno e Brignone, eletti nella nostra Provincia medaglia d'oro della Resistenza.

Giriamo fidenti l'interrogativo a ciascuno di loro, auspicando risposte che aiutino a consolidare il sentimento unitario degli italiani che ha la sua espressione più alta nella nostra Costituzione.

18 febbraio 2005

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Acna di Cengio e sgravi fiscali (presunti)

Mentre la bonifica dell'Acna di Cengio ed il recupero ecoambientale della Valle Bormida procedevano in modo soddisfacente, come un fulmine a ciel sereno è giunto il provvedimento con il quale il Governo sostituisce il Commissario Stefano Leoni che ne aveva cura, con il Prefetto di Genova.

Le ragioni di questo voltafaccia non sono chiare, ma dal modo con cui hanno reagito le istituzioni locali e la popolazione della Valle Bormida si capisce che questa decisione va contro i loro legittimi interessi.

Non bisogna infatti dimenticare che si tratta di territori che hanno subito per un secolo un degrado da inquinamento tra i peggiori che si ricordino, e che solo dopo mobilitazioni e lotte popolari si è riusciti a voltare pagina.

Ora si teme che il buon lavoro fin qui svolto venga rimesso in discussione, o non lo si completi com'è necessario, oppure si inventi qualche diavoleria o chissà cos'altro.

Altrimenti che bisogno c'era di sostituire su due piedi il Commissario Leoni, che a detta di tutti stava svolgendo un buon lavoro, riuscendo anche a far interagire positivamente le Regioni Liguria e Piemonte?

Molto fumo e poco arrosto ha portato il secondo modulo della riforma dell'Irpef che ora si chiama Ire, annunciata dal Governo di centrodestra come taglio delle tasse.

Infatti per il 60% dei contribuenti cui essa era diretta i vantaggi nella busta paga di gennaio sono stati impercettibili: pochi euro al mese o giù di lì.

Risulta invece sensibile per tutti i cittadini l'aggravio per gli aumenti dei bolli, delle concessioni governative, dell'imposta di registro sui contratti di affitto e di compravendita degli immobili ed altro ancora, nonché di alcuni servizi erogati dai Comuni, a causa dei tagli ai trasferimenti operati dal Governo.

In sostanza il Governo con una mano ha dato poco o nulla mentre con l'altra s'è ripreso tutto e di più.

Suona infine stonata la recente dichiarazione dell'Istat che salari e stipendi sarebbero aumentati più dell'inflazione.

Si consideri infatti che il paniere sul quale è calcolata l'inflazione è costituito in buona parte da prodotti che hanno subito aumenti contenuti ma sono poco utilizzati dagli acquirenti di cui qui si tratta, perché la loro capacità di spesa si esaurisce nell'acquisto di beni e servizi di prima necessità i cui prezzi, privi di ogni controllo governativo, corrono invece da tempo a briglia sciolte.

Si produce così l'inflazione che si definisce percepita ma che incide in modo duro e reale sulla vita delle persone e delle famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese.

4 febbraio 2005

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Giorno della Memoria.

Giorno della Memoria, campi di sterminio nazisti, l'olocausto: 6 milioni di ebrei passati per le camere a gas con altri milioni di nemici del terzo reich di Hitler: avversari politici, partigiani, prigionieri di guerra, gitani, diversi, non ariani; bambini, donne, uomini considerati di razza inferiore, catturati in giro per l'Europa.

I fascisti italiani hanno dato il loro contributo al più grande sterminio programmato di massa che la storia ricordi, sia con le leggi razziali del 1938, sia dopo con la repubblica di Salò al servizio dei nazisti che occuparono l'Italia.

Quando lo racconterete non vi crederanno, dicevano gli aguzzini dei lager alle loro vittime.

Infatti ci fu addirittura chi negò l'evidenza affermando che si trattava di propaganda.

Ancora oggi c'è qualcuno che ci riprova. Un ex parlamentare di alleanza nazionale ha recentemente affermato che l'Italia fascista "non condivise le leggi razziali", mentre nella prima pagina de "Il Popolo d'Italia" - quotidiano fondato da Mussolini - del 6.08.1938 si legge che "il razzismo italiano data dall'anno 1919 ed è la base fondamentale dello Stato fascista" e che gli ebrei sono "minoranza esigua, essi dovranno restare minoranza in tutti i campi dell'attività nazionale" sintesi a sua volta di un pensiero - quello mussoliniano - che in questa come in altra materia è di una coerenza lineare mai smentita".

Ed ancora: "Hanno diritto all'Impero i popoli fecondi quelli che hanno l'orgoglio e la volontà di propagare la loro razza sulla faccia della terra, i popoli virili nel senso più letterale della parola".

Così è stato, purtroppo. E così va concretamente ricordato e tramandato.

Ne va dell'umanità nel mondo e della democrazia.

28 gennaio 2005

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Cipputi e Del Piero.

Per esprimere l'opinione che ho in testa è necessario che io prima dica che non sono di fede juventina e che l'idea m'è venuta l'altra domenica vedendo in televisione Del Piero solo soletto sulla panchina di chi attende di entrare in campo nel corso della partita se l'allenatore lo chiama; entrata che per lui non ci fu nonostante la curva bianconera scandisse il suo nome ed imprecasse contro l'allenatore Capello che si ostinava ad ignorarlo, imperturbabile.

Certo Del Piero è compensato con una quantità di euro così ingente che per pareggiare il conto ci vogliono i salari di un intero reparto della Fiat o di una compagnia di nostri soldati "in missione di pace" in Iraq.

Però, non di solo pane vive l'uomo ma anche di considerazione di sé per sé e degli altri verso di sé, che Del Piero può guadagnarsi solo se fa il suo lavoro, cioè se gioca. Come qualsiasi altra persona che pure non ha il privilegio di lavorare giocando, né di godere di corrispettivi iperbolici, anzi.

Ma c'è dell'altro. Infatti gli spettatori chiamavano a gran voce Del Piero perché giocasse e giocando si divertisse facendoli a loro volta divertire. Se poi si vince anche, è la goduria.

Pare invece che a Capello ed alla Società basti vincere, e per fare "solo" questo i Del Piero sono considerati superati.

Se poi gli stadi sono meno frequentati perché gli spettatori non si divertono più, pazienza.

Tanto i soldi al grande circo arrivano lo stesso attraverso, altre vie: sponsor, diritti tv ed altro. Oppure si mandano i bilanci in rosso.

E i Del Piero continueranno magari ad essere profumatamente pagati per stare in panchina ed essere invocati. Perché chi mena la danza è disposto a farne di tutti i colori purché gli giovi, costi quel che costi, come rottamare anzitempo indifferentemente i Del Piero della pedata che lavorano giocando, oppure i Cipputi che più prosaicamente lavorano lavorando.

28 gennaio 2005

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Bilanci comunali, tango bond e risparmio.

E' terminato per sfinimento il tormentone in Consiglio comunale di Asti per l'approvazione del bilancio per l'anno 2005, logorando non tanto la coalizione di centrosinistra quanto piuttosto l'opposizione di centrodestra, che ha finito per isolare le posizioni oltranziste tenute da consiglieri di spicco di Forzitalia che non è uscita bene dal confronto.

Infatti il governo di centrodestra ha tagliato drasticamente le risorse ai Comuni costringendoli a redigere bilanci di necessità, che - come lealmente riconosciuto dall'Udc -per Asti non poteva discostarsi granché da quanto disposto dalla Giunta Voglino, che facendo i salti mortali se l'è ancora cavata egregiamente, mentre altri Comuni hanno dovuto aumentare le tasse di loro competenza, ridurre servizi ed anche investimenti in opere pubbliche e altre iniziative per poter chiudere i bilanci in pareggio.

Come se non bastasse sui cittadini è caduta la mazzata dei tango bond, cioè le obbligazioni che il governo argentino intende ora restituire al 30% del loro valore, o ad altre condizioni analoghe, ai 450.000 risparmiatori cui le banche le hanno rifilate anche quando già si profilava il pericolo che non fossero rimborsate.

Dopo Cirio e Parmalat un altro crac che colpisce persone e famiglie che hanno raggranellato modesti gruzzoli per far fronte alle necessità della vita ed ora sono annichilite per il sopruso patito, un vero e proprio scippo perpetrato ai loro danni e dal quale il governo argentino, quello italiano e le stesse banche che hanno venduto le obbligazioni non possono chiamarsi fuori.

E qualcuno dovrà spiegare perché la legge per la difesa del risparmio - da tempo e ripetutamente annunciata dal centrodestra - è ancora di là da venire e di certo non gode delle corsie preferenziali lungo le quali sono invece velocemente giunti in porto altri provvedimenti con finalità meno nobili ma più ambite da chi ci governa.

21 gennaio 2005

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Chi è causa del suo male pianga se stesso

Può piacere o meno ma il bipolarismo ha messo solide radici nella politica italiana: cioè centrodestra o centrosinistra; o - per dirla alla monferrina -" tutto prato o tutto campo".

E nelle elezioni democratiche che sono un passaggio importante della politica, questo modo di operare dovrebbe emergere con chiarezza per aiutare gli elettori nelle loro scelte.

In vista delle elezioni regionali che si terranno il prossimo mese di aprile, sono invece in atto manovre - per lo più nel centrodestra - attraverso le quali i candidati presidenti tendono a prendere le distanze dai partiti che li esprimono cercando di attrarre l'attenzione degli elettori sulle loro persone, quasi a significare che una parte - cioè se stessi - possa essere diversa e migliore del tutto, cioè i partiti che li hanno designati e che costituiranno la maggioranza che consentirà loro di governare nel caso di vittoria elettorale.

Altra musica nel centrosinistra che opera non senza difficoltà per costruire ampie convergenze politiche con candidati presidenti che rappresentino al meglio la coalizione di cui sono espressione e con la quale lavoreranno se eletti.

Ci sono buone ragioni per ritenere che gli elettori non si faranno "infinocchiare" da questa sorta di distinguo e guarderanno ai fatti, perché essi testimoniano meglio delle parole la credibilità e capacità che merita chi si presenta chiedendo il voto per decidere e governare nell'interesse di tutti.

Per fatti s'intendono incarichi elettivi già svolti o in corso e risultati ottenuti sia personalmente dai candidati presidenti che dalle forze politiche che li hanno espressi.

Infatti guardare a quanto è già successo è istruttivo anche per l'avvenire, perché è del tutto improbabile che le forze politiche e le persone che ne sono l'espressione cambino di punto in bianco il loro modo di fare, anche se in campagna elettorale promettessero cose mirabolanti.

Questo modo disincantato di guardare la realtà pone gli elettori nella condizione migliore per capire le situazioni ed esprimere meglio il loro voto, mentre viene meno per tutti l'alibi di non conoscere a sufficienza i candidati e le forze politiche che partecipano alla competizione elettorale, cosicchè se gli esiti del voto non saranno quelli desiderati e proprio il caso di ricordarci fin d'ora che: "chi è causa del proprio male pianga se stesso".

14 gennaio 2005

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A tutto bus.

"A tutto bus" è l'accattivante slogan del nuovo abbonamento nominativo personale, che tutti possono fare con 10 euro per viaggiare un intero mese sui bus di Asti.

Prima lo stesso abbonamento costava 23,24 euro. Un bello sconto, non c'è che dire.

Sono inoltre disponibili altre forme di abbonamento per soddisfare esigenze diverse a prezzi promozionali.

E' stata anche prolungata la validità del biglietto di corsa semplice portandola da mezz'ora ad un'ora e mantenendo lo stesso prezzo di 0,77 euro.

Nell'insieme si tratta di una piccola ma efficace rivoluzione realizzata con sobrietà tutta monferrina - lasciare cioè parlare i fatti - a vantaggio delle persone e delle famiglie che scelgono di muoversi in Città con il mezzo pubblico, risparmiando e contribuendo a ridurre l'inquinamento atmosferico.

Un'intesa tra l'Amministrazione comunale e l'Asp - azienda in cui il Comune di Asti ha il 55% del capitale ed i privati il 45% - che si può considerata all'avanguardia in Italia.

Un bell'esempio di collaborazione tra pubblico e privato con vantaggi per tutti.

Infatti in città si respira meglio, i cittadini risparmiano mentre l'Asp promuove in modo serio ed efficace il trasporto pubblico, curando il servizio e offrendolo a prezzo scontato ad una più vasta platea di utenti senza nocumento per il proprio bilancio.

E le cose potranno ancora migliorare mano a mano che il parco automezzi passerà dall'alimentazione a gasolio a quella a gas naturale ed i cittadini sapranno trarre il massimo beneficio dal servizio rinnovato.

E se infine i positivi risultati di questa iniziativa - insieme ad altri già conseguiti - contribuiranno a far guadagnare all'Astigiano posizioni nella speciale classifica della qualità della vita, si tratterà di un gradito e meritato riconoscimento che dovrebbe stimolare tutti a proseguire con rinnovata lena lungo la strada intrapresa.

10 gennaio 2005

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ultimo aggiornamento il 1 ottobre 2006 scrivi al webmaster