Spigolature.

Le riflessioni tra gennaio e giugno del 2003

Nomine, enti e democrazia

Sulle nomine del nuovo consiglio di amministrazione del consorzio di gestione della biblioteca astense, ma anche su quelle riguardanti altri enti, parecchie persone singole e associate hanno detto o scritto la loro opinione, soprattutto parteggiando ed assumendo queste nomine per dimostrare l'assunto, abbastanza ovvio e scontato, che quando si hanno responsabilità amministrative le si devono gestire rispettando regole e sane consuetudini democratiche ed usando i margini di discrezionalità secondo principi dichiarati sui quali è improntata l'attività amministrativa di chi deve decidere.

Come il sindaco di Asti ha fatto.

Deduco quindi che a far parlare e scrivere sia stato l'uso che si è fatto dei margini di discrezionalità.

Ma non è proprio dall'utilizzo che si fa dei margini di discrezionalità che si riconoscono le differenze tra un modo di pensare e di fare, diciamo di centrodestra, ed un altro modo di pensare e di fare, diciamo di centrosinistra?

E non sta proprio in questo diverso modo di pensare e di fare, praticato nel solco di regole comuni e condivise (diciamo la Costituzione e le leggi coerenti che ne derivano), il sale dell'avvicendarsi nel governo della cosa pubblica? Capace di fornire di volta in volta gli apporti positivi ed utili di differenti modi di pensare e di fare per la soluzione dei problemi presenti in quel momento? Da praticarsi tanto se si è al governo quanto all'opposizione ,certo con pesi e responsabilità diverse nei due casi, ma con la stessa riconosciuta utilità e dignità?.

Puntando a un colpo d'ala dove ognuno dà il meglio di sè per meritarsi di più, anzicchè indulgere nella ricerca del peggio altrui?

Come si arguisce a questi interrogativi la mia risposta è sì, e ritengo di essere in buona e numerosa compagnia.

Evitando che praticare la democrazia costi troppo e che a qualcuno venga in mente che possiamo anche farne a meno.

26 giugno 2003


Lodo Schifani

Giovanni Saracco, senatore della Repubblica nella XIII legislatura ha inviato al sig. Presidente della Repubblica prof. Carlo Azeglio Ciampi il seguente messaggio:

« Caro Presidente,

il cosiddetto "lodo Schifani" ha terminato il suo percorso parlamentare ed ora sarà sottoposto alla Sua firma. Esso viola l'intangibile principio costituzionale che "tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge" (art. 3).

Le chiedo, caro Presidente, di voler intervenire con i mezzi che l'ordinamento repubblicano consente perché questa grave lacerazione sia risparmiata alla nostra amata Italia.

Suo

Giovanni Saracco

Senatore XIII legislatura»

19 giugno 2003


Ambiente e stili di vita

Temperature intorno ai 40 gradi in primavera e per più giorni di seguito non si verificavano in Italia da circa 150 anni. E' già emergenza acqua in parecchie realtà e tutti quelli che possono vanno a cercare un po' di refrigerio in collina montagna o al mare. Così facendo aumentano gli scarichi delle auto nell'atmosfera peggiorando ulteriormente l'effetto-serra che impedisce al calore accumulato dalla terra e da quanto c'è sopra di dissiparsi naturalmente.

I rimedi a questo stato di cose sono elementari e noti: è necessario ridurre la quantità di gas scaricati nell'atmosfera e aumentare il numero delle piante che provvedono a captare questi gas ed a trasformarli in alimento per sé e in ossigeno da respirare per tutti.

A livello globale si stenta a trasformare in pratica queste indicazioni, soprattutto da parte delle nazioni più sviluppate e con stili di vita particolarmente energivori, che richiedono cioè il consumo di quantità elevate di combustibili; gli Usa sono tra questi , ma anche Paesi cosìddetti emergenti rischiano di adottare stili di vita analoghi e incompatibili dal punto di vista eco-ambientale.

Infatti il sistema regge ancora perché solo poco più di un quinto degli abitanti della terra vivono in questo modo, "costringendo" di fatto tutti gli altri a utilizzare acqua ed aria scadenti, con gravi ripercussione sulla salute di intere popolazioni.

Se stentiamo a darci una regolata a livello globale non è detto che non si possa migliorare la situazione a partire intanto da ogni singolo Stato. E magari farebbe anche un gran bene dare il buon esempio.

Proporsi quindi di fare un buon uso dei beni naturali essenziali per la vita come aria ed acqua e mettere in pratica questi propositi compete a tutti. Anche se indirizzi generali e progetti devono essere forniti dallo Stato, dalle Regioni e dalle Amministrazioni locali secondo le rispettive competenze, possibilmente senza attendere di entrare in emergenza, così da porre ogni persona ed ogni famiglia nella condizione di contribuire virtuosamente a raggiungere gli obiettivi che ci si prefigge.

Consapevoli che dobbiamo praticare stili di vita che consentano a tutti di realizzare buone condizioni ambientali e di goderne nel posto dove si vive e di poterle trasmettere alle generazioni future.

19 giugno 2003


Alcuni effetti della calura ...

Spigolando dai giornali sono emersi due fatti significativi al cui manifestarsi potrebbe non essere estranea la calura di questi giorni, ovvero una latente propensione dei soggetti interessati all'esercizio di un vero e proprio mobbing atipico.

Il primo. L'amministrazione provinciale di Asti ha deliberatamente invaso le competenze del Comune di Asti occupandosi del trasporto pubblico in città incominciando da quello sperimentale e controverso lungo c.so Alfieri.

Il secondo. Il sindaco di Villafranca "continua a dare sberle ai cittadini" che, organizzati in comitato, si dedicano da tempo con encomiabile dedizione alla raccolta di fondi in favore della locale casa di riposo Venanzio Santanera.

Prima di scrivere mi sono dato un pizzicotto e vi giuro che non sto sognando.

16 giugno 2003


Elezioni amministrative

Anche se l'astigiano è stato appena sfiorato dalla recenti elezioni amministrative che hanno riguardato in Italia circa 500 Comuni, 12 province e 2 regioni, ritengo valga la pena riflettere su come sono andate le cose e quali indicazioni se ne possono trarre.

A Montiglio è stata confermata a larga maggioranza l'amministrazione guidata dal sindaco uscente, Tasso che fa riferimento al centrodestra, mentre la lista sconfitta capeggiata da Finello della stessa area politica, dovrà dimostrare con una capace opposizione di legislatura di non aver compiuto un gesto velleitario.

Nella sfida tra le novità Gallereto e Arnaldo a Monastero Bormida ha vinto il primo. Soltanto il concreto operare ci dirà quali saranno gli orientamenti della nuova amministrazione, con la quale per certo l'opposizione saprà propositivamente confrontarsi a beneficio degli interessi di tutta la popolazione.

Più in generale in Italia si sono manifestati evidenti segnali di disagio tra gli elettori del centrodestra, che gli hanno ridotto i suffragi oppure si sono astenuti dal voto, mentre al centrosinistra - Ulivo allargato a Rifondazione ed all'Italia dei Valori (Di Pietro) sono aumentati i consensi consentendogli di prevalere nelle amministrazioni provinciali (7 a 5), in quelle regionali (2-0) e di aumentare considerevolmente il numero delle amministrazioni comunali in cui è maggioranza, in modo diffuso da nord a sud.

Occorre dare atto che nelle elezioni amministrative gli elettori annettono più importanza al valore dei candidati mentre alle elezioni politiche privilegiano il voto di schieramento, quindi è meglio non spingersi molto avanti nell'attribuire a queste elezioni significati più generali.

E' dunque ragionevole ritenere che tra i motivi che hanno concorso ai buoni risultati conseguiti dal centrosinistra - Ulivo ci sia quello della riconosciuta buona qualità dei candidati presentati, insieme all'apprezzamento per la raggiunta unità d'intenti con Rifondazione e Italia dei Valori. Va da sé che hanno avuto parte significativa la condivisa bontà dei programmi e la fiducia degli elettori per le formazioni candidate a realizzarli.

Mi pare infine che gli elettori, prima e meglio di molti esperti, abbiano colto l'essenza del bipolarismo, cioè la normalità e l'utilità dell'avvicendamento al governo della cosa pubblica a tutti i livelli dei poli di centrodestra e centrosinistra - Ulivo, stando però nel solco del patto tra gli italiani rappresentato dalla nostra Costituzione e nel rispetto per gli ordinamenti democratici che donne e uomini del nostro Paese hanno saputo costruire con grandi sacrifici nel corso di secoli.

13 giugno 2003


Il referendum sull'art. 18 dello Statuto dei lavoratori

Viviamo un tempo in cui il lavoro, i lavoratori e l'Italia non vanno bene. Il governo di centrodestra attribuisce questo malessere alla rigidità del mercato del lavoro, al costo dello stato sociale, cioè delle pensioni e della sanità, ed alla scarsa propensione degli italiani a spendere e a consumare. Da qui i recenti provvedimenti governativi che introducono una concorrenza spietata tra chi cerca lavoro aggravata dalla confusione organizzativa tra gli Enti che devono occuparsene, mentre continua l'attacco strisciante alle pensioni e all'assistenza sanitaria e si appesantisce il prelievo fiscale complessivo in particolare per i percettori di redditi da lavoro e da pensione.

Tutti possiamo constatare che questo modo di fare produce insicurezza, riduce ulteriormente il potere d'acquisto delle persone e delle famiglie e ne peggiora le condizioni di vita.

Le strade da battere sono quindi altre, cioè quelle del miglioramento della qualità delle prestazioni e dei prodotti, ponendo la gente nella condizione di poterli acquistare, e contrastando con determinazione ogni forma di precarietà per consentire a tutti di costruirsi una vita equa, dignitosa e serena, ricordando sempre che le risorse complessive che il sistema paese produce sono il frutto del lavoro di tutti e tutti devono poterne beneficiare.

A questo punto viene avanti il referendum sull'art. 18 dello Statuto dei lavoratori (l. 300 del 1970). Anche in questa occasione dobbiamo rimarcare i guasti e le divisioni che il centrodestra provoca nel Paese con le sue decisioni dissennate, ribadendo le nostre proposte e lavorando con i cittadini per costruire soluzioni conformi alla attese, facendovi concorrere gli esiti intelligentemente perseguiti della consultazione referendaria.

9 giugno 2003


Sui trasporti

Ritengo non arbitrario tentare di riassumere lo stato nel dibattito sul collegamento sud-ovest di Asti, e aggiungere ancora qualcosa di mio.

C'è un consenso vasto sulla utilità e necessità di un collegamento sud-ovest che serva anche per accedere meglio ad Asti e muoversi agevolmente in città per fruire dei servizi di cui essa dispone. Operarono con lungimiranza gli amministratori comunali che alcuni decenni fa inclusero nel piano regolatore queste possibilità.

Il confronto verte sul tipo di strada da realizzare, se cioè essa debba essere calibrata sul traffico da smaltire attualmente con l'aggiunta di un ragionevole incremento futuro, il tutto misurato dal Comune in 1500 autoveicoli all'ora; oppure se debba essere molto più grande, addirittura di dimensioni doppie cioè per oltre 3000 autoveicoli all'ora.

Da questa scelta discende poi l'ubicazione della strada, se cioè esterna al perimetro della città attuale, vicino all'insediamento di c.so Alba per intenderci; oppure anche interna alla città in sede adeguata, per esempio lungo il torrente Borbore, il cui tratto interessato potrebbe essere sistemato e valorizzato integrandolo eventualmente nel progetto.

Si tenga presente che in Italia ci sono 1,5 auto per famiglia, mentre si lavora perché il trasporto delle merci su rotaia passi dal 15% di oggi, al 30% che è vicino alla media europea; è quindi ragionevole ritenere che il numero degli automezzi in circolazione si stabilizzerà sui valori attuali o poco più.

Il traffico di automezzi proveniente dal sud della provincia che non deve entrare in Asti si potrà connettere con il sistema autostradale utilizzando il casello est, raggiungibile percorrendo l'ultimo breve tratto della costruenda autostrada Asti-Cuneo.

Va da sè che non si deve perdere il finanziamento pubblico qualunque soluzione si adotti per realizzare il collegamento, né causare danni permanenti di tipo ecoambientale.

Ad oggi non esistono conferme, né ragionevoli previsioni che sul collegamento stradale in discussione si riverserà un flusso di autoveicoli tale da richiedere la realizzazione di un asse viario con caratteristiche autostradali o assimilabili.

Come risulta priva di fondamento la previsione di condizioni urbane peggiorate nel caso si adottasse una soluzione viaria interna alla città.

In definitiva le possibili soluzioni sono delineate; scegliere presto quella soddisfacente è l'auspicio diffuso, possibilmente d'intesa tra provincia e comune.

3 giugno 2003


Sui mezzi d'informazione

E' ricorrente il dibattito sull'importanza dei mezzi di informazione (media) nelle democrazie moderne e sulla loro libertà di espressione, fino a definirli una sorta di cani da guardia delle democrazie stesse.

In questi ultimi tempi mi giungono da persone le più disparate, considerazioni di varia natura sulla libertà di stampa e sulle difficoltà a farsi ascoltare ed ancor più a farsi ospitare dai media e mi si chiede di esprimermi in proposito.

Schematizzando si può dire che i media hanno degli editori che mettono i mezzi, hanno un orientamento, un direttore e dei giornalisti che scrivono, parlano, filmano o altro a seconda che si tratti di carta stampata, radio, tivù o altri modi di comunicare.

Tra le molte notizie, fatti, circostanze che le persone producono vivendo, i giornalisti scelgono quelle che ritengono più significative e le propongono al pubblico che consuma quello che più gli aggrada. In questo senso la libertà di stampa e di espressione è ampia e trova il suo limite nei diritti inviolabili delle persone, ambedue costituzionalmente garantiti.

Se i media sono una pluralità e altrettanto lo sono gli editori il sistema dell'informazione può funzionare con il delicato equilibrio di un coro polifonico e c'è anche la possibilità di farsi sentire da loro, certo lavorando e faticando quanto serve.

Se invece pochi editori, o una solo, possiedono molti mezzi di informazione è a rischio la molteplicità di voci e la coralità, perché il potere illimitato può assoggettarli esercitando indebite interferenze, od anche peggio.

Situazioni di questo genere non mi paiono alle viste dalle nostre parti, mentre ad altri livelli c'è già stata più di una avvisaglia. Per prevenire e rintuzzare ogni tentativo anomalo e tutelare le libertà, è necessario far funzionare quotidianamente la democrazia partecipando propositivamente alla vita pubblica secondo le propensioni e le disponibilità di ciascuno.

30 maggio 2003


Sulla sanità

Sabato 16 maggio scorso presso il centro culturale san Secondo di Asti le Acli hanno tenuto un importante seminario che mi pare non abbia avuto da alcuni media l'attenzione che meritava.

Nella sessione del mattino si è discusso, tra l'altro, delle gravi difficoltà in cui versa il servizio sanitario in Piemonte evidenziandone le cause, tra cui ne ricordo due che reputo particolarmente importanti.

La prima è che la giunta di centrodestra della Regione Piemonte ha di fatto rinunciato al suo compito primario di dotarsi di un piano della sanità degno di questo nome, che consentirebbe di esercitare una seria azione di governo, optando invece per una politica del giorno per giorno.

La seconda è il venir meno sempre da parte della giunta, della doverosa e necessaria azione di controllo almeno sulla regolarità di funzionamento delle varie Asl e del sistema nel suo complesso, visto che non può farlo sugli obiettivi in assenza del piano che li dovrebbe definire.

Le conseguenze di queste omissioni sono il deficit di bilancio, l'aumento dei costi e il peggioramento dei servizi, cui s'aggiunge la frustrazione delle professionalità e della dedizione profuse dalla stragrande maggioranza degli operatori del settore.

Chi paga sono le tasche dei contribuenti con i ticket e l'addizionale irpef aumentata ai massimi di legge. Con sempre maggior frequenza deve poi intervenire la magistratura per arginare gli eccessi e le ruberie che costellano l'attività di questo delicato settore cui è affidata la tutela della salute dei cittadini.

C'è l'impressione che da questa pesante situazione se ne possa uscire solo con un salutare scrollone che ci svegli dal torpore che prelude al peggio, incominciando per intanto a metterci una pezza attraverso le assemblee dei sindaci che potrebbero praticare una sorta di doveroso e sano "diritto di ingerenza" nelle decisioni suscettibili di determinare riflessi pesanti su persone, situazioni e servizi nei territori di cui i sindaci stessi hanno la concreta responsabilità

23 maggio 2003


Bandiera rosse

I giornali di questi giorni hanno pubblicato la lettera della consigliera comunale di Asti Angela Quaglia che evidenzia l'abbandono di rifiuti e lo stato di degrado del campo nomadi e dell'adiacente via Guerra.

Il problema non è nuovo. Di esso infatti si occupò la giunta di centrodestra con esiti non risolutivi tant'è che ora tocca a quelle in carica, e staremo a vedere con quali risultati .

In questo senso è chiaro l'intento della lettera dai toni sostenuti: propiziare la rimozione dell'immondizia e sollecitare l'ulteriore corso dei provvedimenti già decisi dall'attuale giunta rendendo nel contempo edotti i cittadini che la consigliera sta svolgendo i suoi compiti istituzionali.

M'è invece ostico il senso della domanda posta nella parte conclusiva della lettera, che cioè il garrire d'una bandiera rossa (!) possa rappresentare un tacito segnale al sindaco ed alla giunta di lasciare acquiescentemente le cose come stanno, con i nomadi che l'avrebbero issata nel campo a patirne per primi le masochistiche conseguenze.

19 maggio 2003


Sull'ambiente ad Asti

Nella scorsa legislatura ad Asti il centrodestra aveva un assessorato che esisteva solo sulla carta: quello all'ambiente, privo com'era di ogni parvenza organizzativa e operativa . Siccome il programma del centrosinistra prevede interventi di miglioramento ecoambientale e verifiche di compatibilità in questa direzione, è stato designato un assessore che ha reso operativo l'assessorato, sviluppando iniziative volte a migliorare la qualità dell'aria e le condizioni di salubrità nella città ed ottenendo positivi risultati.

Proseguire e migliorare in questo lavoro è l'auspicio che il buon senso suggerisce. Non tutti però la pensano così. Ad esempio forzitalia attribuisce i miglioramenti della qualità dell'aria segnalati dalle apposite centraline, alla spazzatura delle strade in prossimità delle medesime, anzicchè agli interventi sul traffico automobilistico ed anche alla sua temporanea sospensione in città quando la quantità di inquinanti nell'aria supera la percentuale ammessa.

E' da annoverare poi tra le cose buone fatte anche la verifica dello stato di salute delle piante esistenti in città e la cura per mantenerle in buone condizioni vegetative, provvedendo alla sostituzione dei soggetti non più recuperabili con altri già pervenuti ad un adeguato grado di sviluppo. Si tratta di una pratica da ripetere periodicamente per conservare ed incrementare il patrimonio arboreo che svolge un ruolo essenziale per la qualità della vita da molti punti di vista.

Mi pare vada nella direzione giusta la costruzione di rotatorie per la disciplina del traffico veicolare perché non interrompono la continuità del flusso, riducendo così la produzione di inquinanti. Meglio ancora se nelle rotatorie sono poste a dimora e curate specie arboree e erbacee con caratteristiche che senza ridurre la visibilità migliorino la qualità dell'arredo urbano, allietino la vista e l'olfatto.

Che ora ci sia un assessorato vero che tra le molte cose importanti si occupa anche di questo, pare cosa buona ed utile e, per certi versi, anche rassicurante.

16 maggio 2003


Il collegamento stradale sud-ovest ad Asti

Il collegamento stradale sud-ovest è l'argomento che fa discutere le città e le istituzioni. Ci ritorno sopra anch'io utilizzando elementi tecnici e tenendo conto di quanto è emerso finora dal dibattito.

In Asti si concentrano servizi di rango elevato tra cui il nuovo ospedale ma non solo, la cui accessibilità deve essere garantita al meglio da tutto il territorio provinciale. Per le provenienze da sud deve provvedervi il collegamento di cui si discute, le cui caratteristiche viabilistiche devono essere adeguate alla quantità di traffico da smaltire che il Comune sta accertando.

Si consideri che l'auto continuerà a svolgere un ruolo rilevante per lo spostamento delle persone, mentre è ragionevole ritenere che il loro numero tenderà a stabilizzarsi, visto che in Italia si è ormai giunti a circa 1,5 auto per ogni nucleo familiare.

Va da sé che dal collegamento sud-ovest i cittadini si attendono oltre al miglioramento dell'accesso alla città, anche vantaggi per la mobilità interna, uno scorrevole collegamento con il sistema stradale e autostradale e che tutto ciò non avvenga a danno delle condizioni ecoambientali e di vita o a costi sproporzionati rispetto ai risultati che ci si prefigge di ottenere; essenziale infine poter utilizzare le fonti di finanziamento già ipotizzate, indipendentemente dalla soluzione concreta cui si perverrà.

Si tratta di aspettative importanti per soddisfare le quali è necessario uno sforzo congiunto da parte di Provincia e Comune, intanto per stabilire senza indugio e nel modo più obiettivo, cioè con l'aiuto dei dati, il servizio che l'asse viario deve rendere e i criteri cui esso deve rispondere. Praticando poi con determinazione la soluzione decisa, fidando nella capacità dei cittadini di riconoscere chi ha operato bene ed efficacemente nel pubblico interesse e di ricordarsene all'occorrenza.

9 maggio 2003


Il Primo Maggio ed il lavoro

Partecipata e gioiosa festa dei lavoratori e del lavoro il 1° maggio ad Asti; questo è stato il clima che ha contraddistinto il corteo ed il comizio conclusivo in piazza S. Secondo.

Il prossimo referendum sull'art. 18 dello Statuto dei lavoratori (L. 300 del 1970) ha tenuto banco tra i partecipanti che formulavano auspici di trovare la strada per uscirne bene.

Siccome in proposito ritengo che la Costituzione possa aiutare, ne trascrivo l'art. 41:

«L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.»

Si tratta cioè del modo di svolgere e di finalizzare l'attività economica indipendentemente dalla dimensione delle imprese.

A questo punto dobbiamo fare una scommessa. La Costituzione indica obiettivi doverosi e possibili ai quali nessuno può sottrarsi. Per raggiungere questi obiettivi tutti dobbiamo svolgere al meglio il nostro lavoro e fare in modo che ognuno ce l'abbia. I lavoratori queste cose le sanno perché da esse dipende la loro vita da sempre; gli altri protagonisti facciano la loro parte tenendo conto di ciò.

Ammetto che non si tratta di un idea molto originale; infatti 2500 anni fa un romano lungimirante portò l'esempio del ventre e delle membra per far capire che ognuno deve fare ciò che gli compete perché l'insieme funzioni. Ora abbiamo la Costituzione che rappresenta il patto fra tutti gli Italiani; facciamola vivere perché possa esprimere quanto ha in serbo. Chissà che non vi possiamo attingere quanto ci serve per vincere la scommessa noi, insieme, adesso e fare bene la nostra parte nelle sfide che ci attendono nel modo globalizzato.

5 maggio 2003


La capacità di assumersi grandi responsabilità personali

La recente Festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo ha fatto riemergere tra i molti insegnamenti tramandati dalla Resistenza che mantengono la loro pregnante attualità, quello relativo alla capacità dei Partigiani di assumersi grandi responsabilità personali per riconquistare negati valori essenziali: libertà, giustizia, solidarietà, rispetto di sè e degli altri, decidendo che per essi valeva la pena di sacrificare anche la propria vita.

Si tratta di scelte di particolare significato etico che trascendono il tempo e si offrono come esempio a tutte le persone cui sta a cuore vivere la democrazia e svilupparla per realizzare migliori condizioni di vita tra le persone ed i popoli del mondo.

30 aprile 2003


Novità interessanti per Montiglio Monferrato e Monastero Bormida

Tra il 25 maggio e l'8 giugno prossimi undici milioni e mezzo di elettori distribuiti un po' dovunque in Italia saranno chiamati a rinnovare oltre 500 Amministrazioni Comunali, 12 Amministrazioni Provinciali e 2 Consigli Regionali.

Si tratta di un campione importante formato da cittadini di piccoli paesi, di grandi città e di intere Province e Regioni le cui amministrazioni hanno completato il loro mandato oppure il medesimo è stato interrotto per motivi diversi, compreso quello per mafia.

Stanno ormai scadendo i termini per la presentazione delle liste dei candidati, nella cui composizione pare affermarsi in modo diffuso il criterio, già presente in passato specialmente nei piccoli centri, della riconosciuta capacità e competenza delle persone ad occuparsi efficacemente del pubblico interesse, rispetto a quello della loro stretta appartenenza ai partiti, cui pure compete collaborare perché si formino e si affermino soggetti con queste caratteristiche.

In provincia di Asti novità interessanti si prospettano per Montiglio Monferrato e Monastero Bormida dove si voterà a maggio per rinnovare sindaci e consigli comunali.

In queste due realtà sono presenti liste nuove formate da candidati con le caratteristiche sopra accennate che, proprio per questo, potrebbero essere preferiti e premiati dagli elettori accorti e memori che ciò che alla fine conta sono le persone e la fiducia che esse si sono guadagnate nella vita di saper fare bene le cose che si sono candidati a fare, al servizio e nell'interesse del bene pubblico.

28 aprile 2003


Ridere, piangere o far finta di niente ?

Non si sa se ridere, piangere o far finta di niente: adesso la nostra Costituzione è di ispirazione sovietica e bene fanno i "pianisti" che in parlamento votano anche per i colleghi assenti, che così possono dedicarsi ad attività più interessanti senza perdere tempo in aula: concetti espressi da Berlusconi al convegno della piccola industria due settimane fa al Lingotto di Torino.

Più vicino a casa nostra non è che le cose vadano meglio. Infatti in Regione la sanità continua a sprofondare: la giunta ha rinunciato al suo compito primario di programmazione delegandolo di fatto ai dirigenti operanti nei "quadranti" , i ticket e l'addizionale Irpef svuotano le tasche dei pensionati e delle famiglie monoreddito, ma la Giunta di centrodestra fa orecchie da mercante; si ha un bel dire ma nessuno risponde, non cambia nulla, il timoniere resta al suo posto mentre la barca naviga verso il naufragio. E sì che la responsabilità è politica e collegiale di tutta la Giunta; o no, signora assessore eletta nell'astigiano e silente anch'essa?

Si sa che il sale della democrazia è il dialogo, il confronto vigoroso ed anche aspro e la capacita di ascolto tra maggioranza e opposizione, con la maggioranza che ricupera i contributi buoni ed utili espressi dall'opposizione e li fa concorrere, contare, nella decisioni che essa deve assumere.

Se invece tutto viene deciso a colpi di maggioranza, non di buon governo si tratta ma di puro esercizio del potere, con la democrazia usata come paravento.

Negli esempi citati, oltrecchè l'espressione di un deficiente modo di governare, potrebbe annidarsi il germe capace di infettare la democrazia, la cui pratica deve quindi essere sviluppata ed intensificata in ogni sede per rafforzare le difese immunitarie delle persone e della società verso questo eventuale pericolo.

18 aprile 2003


I parlamentari astigiani, le compagnie assicurative e gli automobilisti (2^ puntata)

Due settimane fa invitai i parlamentari eletti nei collegi astigiani a dire come avevano votato sul disegno di legge di conversione del decreto legge sulla responsabilità civile auto; provvedimento meglio conosciuto come "frena ricorsi", perché rende più difficile per gli automobilisti far causa alle compagnie di assicurazione che hanno indebitamente aumentato il costo delle polizze.

A due settimane dall'invito nessuno dei parlamentari ha risposto.

Ho quindi assunto debite informazioni da cui risulterebbe che l'on. Armosino era assente perché in missione, mentre l'on. Galvagno e il sen. Brignone hanno votato a favore.

18 aprile 2003


Il centro storico di Asti

Offrire ai cittadini l'agevole accesso al centro storico di Asti con mezzi pubblici, migliorando nel contempo la qualità dell'aria e la circolazione a piedi, sono gli obiettivi che l'amministrazione intende realizzare e sui quali c'è un consenso diffuso, mentre si discute sui modi per raggiungere questi risultati.

E' come dire che gli amministratore hanno fatto il loro lavoro decidendo gli obiettivi, mentre ora i tecnici preposti sono chiamati a fare la loro parte affinchè le scelte operate si possano realizzare al meglio.

Ritengo di poter dare un modesto contributo al dibattito in corso su questo argomento, sintetizzandolo come segue:
  • perchè il trasporto pubblico sia efficace e gradito agli utenti deve saper competere con l'auto quindi i tempi di attesa devono essere brevi e la qualità del trasporto apprezzabile, inoltre per le caratteristiche dei luoghi e le modalità di svolgimento del servizio la dimensione dei mezzi deve essere contenuta;
  • per non inquinare ed essere compatibili con la pedonalizzazione delle aree servite i mezzi devono essere azionati preferibilmente ad energia elettrica;
  • il trasporto pubblico deve praticarsi senza creare disagio alla circolazione dei pedoni ed alle modalità secondo le quali l'iniziativa privata si organizza per corrispondere alle esigenze dei cittadini che muovendosi a piedi si avvalgono di negozi, bar , banche, mostre, mercati e ristoranti ed in genere dei servizi e delle opportunità che la città offre;
  • è significativo se si coglie l'occasione per migliorare l'uso del trasporto pubblico e la mobilità pedonale anche per i cittadini non vedenti o con limitazioni motorie temporanee o permanenti.
14 aprile 2003


Il piano commerciale di Asti

L'Amministrazione comunale di Asti sta preparando il piano commerciale per favorire il riassetto e lo sviluppo equilibrato di questo importante settore, si tratta di un documento la cui mancanza ha determinato nel tempo indebite sovrapposizioni e situazioni di conflitto, specie tra la grande distribuzione e la rete diffusa dei negozi e dei mercati.

L'obiettivo del piano commerciale è di fare in modo che tutto il sistema distributivo concorra allo sviluppo equilibrato della città e della qualità complessiva dei servizi che essa è in grado di realizzare e di offrire, avvantaggiando tutti con i buoni risultati che si riusciranno a raggiungere, anche con il concorso di contributi finanziari pubblici che la sua formazione consentirà di ottenere.

In questo quadro è positivo che tutti gli interessati e le organizzazioni che li rappresentano possano dare il loro contributo alla formazione del piano commerciale che in qualche modo li riguarda, ed è comprensibile che ciascuno cerchi di valorizzare il proprio ruolo nel dibattito in corso, senza però dimenticare che il sistema distributivo funziona se c'è equilibrio tra le sue varie componenti: grande distribuzione, capillare e diffusa rete di esercizi qualificati nel tessuto cittadino, mercati nelle aree a ciò destinate.

Costruire le condizioni perché tutto questo possa funzionare a sistema ed al meglio è appunto compito del piano commerciale che l'amministrazione comunale si accinge a mettere a punto. Se si vuole giovare alla città servono quindi proposte che aiutino in questo senso, sapendo che si tratta di uno strumento che può essere via via migliorato sulla base dell'esperienza applicativa ogni qualvolta lo si reputi necessario.

L'auspicio è che nessuno sia tentato di usare questa occasione in modo strumentale e con il solo intento di portare acqua al proprio mulino, trascurando l'interesse reale della città, solo all'interno del quale possono trovare spazio, soddisfazione e sviluppo legittime attese di parte.

10 aprile 2003


I parlamentari astigiani, le compagnie assicurative e gli automobilisti

Ritengo che molti automobilisti desiderino come me sapere dai parlamentari eletti nei collegi astigiani, onorevoli Armosino, Galvagno e Brignone, come hanno votato recentemente sul disegno di legge di conversione del decreto legge sulla responsabilità civile auto; provvedimento meglio conosciuto come "frena ricorsi" perché rende più difficile per gli automobilisti chiamare in causa le compagnie di assicurazioni che hanno indebitamente aumentato il costo delle polizze.

Ringrazio in anticipo i parlamentari interpellati che risponderanno.

4 aprile 2003


Sulla guerra in Iraq

Sulla guerra in Iraq ho sbagliato i tempi perché ho dato meno importanza di quel che meritavano all'orgoglio arabo ed all'affidabilità delle informazioni di cui dispone il Vaticano. E non mi consola il fatto di essere in buona compagnia, anzi!

Certo ci saranno anche paure diffuse tra la popolazione irachena per le possibili ritorsioni del regime nei confronti di chi non si schiera con la politica di Saddam Hussein, ma il diffuso sentimento di appartenenza al mondo arabo gioca un ruolo notevole nel fatto che la gente consideri la guerra oltre che iniqua e funesta, anche offensiva della propria dignità umana e personale, perché ferita da paesi di lunga tradizione democratica come l'Inghilterra e di civile maturità e tolleranza come gli Stati Uniti, cui fa pesante velo in questa circostanza un deficit di conoscenza e di apprezzamento della natura umana e della cultura in generale e specifica della popolazione irachena, già vessata dal tiranno, cui si aggiungono i bombardamenti per "liberarla", anziché stimolarne le capacità ed aiutarla semmai a percorrere la strada verso la sua liberazione.

Non v'è dubbio che in questa drammatica vicenda giochino anche interessi meno dichiarati quali il ridisegno della politica medio orientale in senso favorevole agli USA, il petrolio, la ricostruzione con l'hobby affaristiche e, forse, anche l'immagine di Bush da presentare come uomo forte e vincente.

Resta però il deficit di comprensione e semmai si accentua, talché un sano confronto con la vecchia Europa, che non ha accettato supinamente una decisione non saggia, potrebbe essere utile per tutti. Ed anche tendere l'orecchio alla sapiente conoscenza del mondo che il Vaticano ha elaborato e dispensato in questa circostanza di certo non guasterebbe.

Per fare ciò i tempi ci sono ancora anche se sempre più stretti; considerare quello in atto una sorta di drammatico "duello al primo sangue" che ha già consentito di capire come stanno tragicamente le cose, e ridefinire da parte USA tempi e modalità del proprio ruolo di unica grande potenza, ed acconciarsi a svolgerlo faticando nella quotidianità insieme a tutti gli altri, ONU compreso.

4 aprile 2003


Memorie di acciaio

Lo svolgimento del convegno: "Memorie di acciaio - L'unione sovietica tra stalinismo e politiche repressive di Stato" tenutosi alcuni giorni fa presso l'Università di Asti sollecita qualche considerazione.

Tra i comunismi storicamente realizzati quello dell'unione sovietica ha introdotto importanti elementi di modernizzazione e di emancipazione della popolazione rispetto alle sue infime condizioni sotto gli Zar. Tutto ciò è però avvenuto con costi umani e sociali molto elevati, con le crudeltà delle purghe, delle persecuzioni, dei gulag staliniani e della eliminazione degli avversari politici o accusati di essere tali.

Altri comunismi come quello italiano hanno percorso strade diverse con metodi democratici e con risultati sostanzialmente più aderenti alle aspirazioni popolari, tant'è che ancora oggi alcuni partiti che si ispirano a quei principi godono di ragguardevoli consensi elettorali nel nostro sistema democratico.

L'interrogativo rimasto in sospeso è se era, se è possibile che la rivoluzione comunista possa dar vita ad un sistema democratico. Nel suo libro "i conti del comunismo" Einaudi, Aldo Schiavone risponde che questo sbocco non è possibile perché mancherebbe l'anello di congiunzione, cioè la fase rivoluzionaria deve già essere democratica perché alla rivoluzione possa seguire la costruzione di un sistema statuale democratico vero e proprio. Schiavone giunge a questa conclusione evidenziando l'infondatezza di essenziali presupposti culturali, sociali ed economici posti a base dell'assunto che questo passaggio sia possibile, ed anche riflettendo criticamente su quanto è storicamente accaduto.

Rispetto a quanto potrà accadere nelle situazioni in cui lo scenario post-rivoluzionario è ancora in movimento, come in Cina, vale la pena di seguire con attenzione il corso degli eventi, anche se la durezza degli interventi repressivi cui di tanto in tanto il sistema fa ricorso lascia presumere che se l'approdo alla democrazia ci potrà essere, esso di certo non è dietro l'angolo.

2 aprile 2003


Recupero edilizio

Ai risparmiatori il mercato non offre molte possibilità di investimenti che garantiscano il capitale e fruttino un interesse un po' superiore all'inflazione. Ne consegue il ritorno in auge del mattone come bene rifugio, con lievitazione dei prezzi nel settore immobiliare cui corrisponde l'aumento degli affitti, per altro già abbastanza sostenuti per conto loro.

Le tasche degli inquilini diventano più leggere e ne patiscono in particolare i pensionati, i lavoratori dipendenti e più in generale i percettori di redditi fissi o non suscettibili di incrementi solleciti ed adeguati, come i piccoli artigiani e commercianti.

Si tratta di una spirale negativa che si potrà rimediare quando il mercato tornerà ad offrire ai risparmiatori un ventaglio di opportunità ritenute convenienti, cosa non prevedibile a tempi brevi.

Si potrebbe quindi cogliere l'occasione per incrementare operazioni di ricupero e riuso di edifici inadeguati o di spazi ricuperati dalla demolizione di edifici fatiscenti, destinando quote di edilizia da dare in locazione a prezzi accessibili alle persone ed alle famiglie che non possono pagare prezzi di mercato, sia per destinazioni abitative che per svolgervi attività commerciale o artigianale a stretto servizio della residenza.

E' infatti evidente che ci sono problemi che il mercato non è capace di risolvere da solo dei quali devono quindi farsi carico anche le istituzioni nel quadro dei loro compiti di cura e tutela degli interessi complessivi delle comunità alle quali presiedono.

Così operando si contribuisce ad evitare disagi, ingiustizie e lacerazioni nelle persone, nelle famiglie e nel tessuto sociale, deleterie sempre ma in particolare nell'attuale delicato momento in cui è essenziale poter contare concretamente sui valori della socialità solidale nell'interesse di tutti.

29 marzo 2003


Dall'Assemblea Provinciale dell'Ulivo (29 marzo 2003)

Saluti cordiali a tutti i presenti. La proposta è che i nostri lavori di stamattina assumano come base di discussione il documento che mi appresto a leggere, successivamente si apra il dibattito e si accolgano i contributi utili a integrarlo - migliorarlo e si invii il tutto all'Ulivo nazionale. Ci eravamo anche preparati ad eleggere i delegati all'assemblea nazionale ma vi soprassediamo in attesa di conoscere gli indirizzi generali e altro ancora in corso di definizione. Per il resto la logistica dei nostri lavori rimane quella convenuta, con una annotazione particolare per la situazione internazionale che vede coinvolto il nostro Paese.

Riteniamo necessari alcuni cenni sulla guerra in Iraq, condotta, si dice, per disarmare il regime di Saddam Hussein, estromettere il dittatore e consentire al popolo iracheno di scegliere liberamente la forma di governo e le persone cui affidarlo.

Si tratta di una iniziativa bellica assunta dagli Stati Uniti che hanno raccolto l'adesione a vario titolo di altri paesi. L'Onu non ha deciso l'intervento mentre l'Italia ha scelto la non belligeranza, fornendo il supporto logistico e il sorvolo dello spazio aereo purchè non attinenti ad azioni militari.

Si tratta di un formulazione poco chiara di cui non si conoscono le concrete modalità applicative. L'intenzione sembra quella di salvare capra e cavoli cioè il rispetto dell'art. 11 della nostra Costituzione "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa degli altri popoli" e i buoni ma subordinati rapporti con l'America che ha deciso l'intervento costi quel che costi, non prendendo in considerazione modi diversi per raggiungere lo stesso obiettivo.

Il regime tirannico di Saddam Hussein per parte sua si è piegato non senza reticenze e ambiguità alle ispezioni dell'Onu volte ad accertare l'ottemperanza alle sue risoluzioni sul disarmo e sulla non detenzione di mezzi di distruzione di massa; indotto a ciò dalle pressioni internazionali e dalla presenza in armi sui confini iracheni di oltre 200 mila soldati. Nel tempo in cui hanno operato gli ispettori dell'Onu hanno ottenuto risultati validi circa la distruzione di armi e di mezzi vietati.

Si è avuto la netta impressione che gli Usa avessero già optato per l'intervento militare, indipendentemente dagli esiti del lavoro degli ispettori, mossi da ragioni di sicurezza propria e più generale e da obiettivi economici e di politica estera non raggiungibili secondo loro, in tempi contenuti e con modalità che non lasciassero dubbi su chi conduceva il gioco.

Per la verità occorre ricordare che l'aggressione subita l'11 settembre del 2001 ha lasciato segni profondi nel popolo americano e generato uno stato di insicurezza per superare il quale l'amministrazione Bush ha ritenuto di intraprendere eclatanti iniziative militari come le guerre in Afganistan e in Iraq.

Per parte nostra riteniamo che a un mondo globalizzato e interdipendente debba corrispondere una pace globalizzata perseguita attraverso un modo nuovo e inedito di operare nei rapporti tra gli Stati e tra i popoli, in cui la guerra sia considerata obsoleta e superata per risolvere le controversie, mentre si chiede di ragionare in modo qualitativamente diverso assumendo come riferimento concreto ed operativo valori universali, quali il diritto ad una vita dignitosa e allo sviluppo di sè per ogni essere umano in una situazione ambientale e sociale salubre e consona, utilizzando l'Onu e gli strumenti di dissuasione di cui disponiamo per risolvere le controversie che sorgeranno.

Venendo alle cose più vicine a noi abbiamo importanti esperienze a cui rifarci per valutare l'utilità di un Ulivo forte, del centrosinistra e delle alleanze da realizzare per esprimere al meglio il potenziale politico di cui l'insieme dispone.

Nel 1996 si vinsero le elezioni politiche con l'Ulivo per la desistenza convenuta con Rifondazione Comunista; capaci di offrire insieme una credibile e reale alternativa al polo di centrodestra. E quando si dice Ulivo si ricomprende in esso il vasto mondo della società civile organizzata e delle singole persone che vi sono attratte per idealità, modi di operare e obiettivi condivisi.

Nel 2002 abbiamo vinto ad Asti rimontando un iniziale sensibile ritardo rispetto al centrodestra, dimostrando serietà d'intenti, capacità propositiva e mettendo in campo energie e persone che la città ha ritenuto capaci di tradurre le promesse in fatti.

Anche in questo caso una saggia politica delle alleanze consentì di realizzare una coalizione certo efficace sul piano elettorale ma anche competente sul piano politico e amministrativo al servizio della Città. In qualche misura precorrendo i tempi rispetto agli indirizzi intrappresi successivamente a livello nazionale. Ci riferiamo ai rapporti tra le componenti dell'Ulivo, dell'Ulivo con Rifondazione Comunista e con altre realtà politiche, con le liste Voglino e Pasta nel nostro caso, facendo salve le specificità di ognuno e trasformando in forza la varietà dei punti di vista e gli apporti di ogni realtà.

Ora si aggiunge l'apertura alle originalità espressive della società civile, proprie di ogni specifica realtà territoriale. Ad Asti il panorama è molteplice e variegato ricco di elaborazione e di iniziative su riconoscibili comuni obiettivi di fondo: una globalizzazione non lasciata alle multinazionali ma governata dalla politica espressa dai popoli della terra, il rifiuto della guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali, una convivenza civile fondata sui diritti inalienabili dell'uomo riconosciuta dalla carta delle Nazioni Unite e ricompresi o suscettibili di esserlo nelle carte costituzionali di ogni singolo Paese, una Europa operante come tale capace di una propria politica estera e dotata di strumenti deterrenti adeguati.

Tutto questo trasfuso nell'Ulivo in modo federato in cui la forza di ogni componente non solo si somma ma interagisce e trasforma le specificità in valore aggiunto, lasciando intatta la loro riconoscibilità e capacità di elaborare e proporre contributi originali per i progetti che riguardano la città e tutto l'astigiano. Ci occuperemo insieme a tempo debito delle scadenze istituzionali che rappresentano un po' la prova generale della considerazione che la gente ha per il nostro lavoro e se lo ritiene capace di risolvere i problemi. In questo senso la campagna elettorale vera dell'Ulivo e dei suoi alleati consiste nel meritarsi fin d'ora il giudizio positivo della gente ove si governa, così da portarlo in ogni circostanza come credenziale delle nostre capacità di far corrispondere ai programmi elettorale effettive e concrete realizzazioni.

Con il nostro lavoro di oggi ci prefiggiamo di portare quindi un contributo significativo per rafforzare la costruzione dell'Ulivo come soggetto politico nel centrosinistra, nel confronto bipolare con il centrodestra e come passaggio ineludibile per conseguire insieme nel tempo obiettivi più avanzati nelle realtà in rapida trasformazione in cui siamo chiamati ad operare.

Auguri.

29 marzo 2003


Giorgio e Striscia ...

"Striscia la notizia" ha preso in castagna il nostro Giorgio deputato mentre faceva lo zuzzerellone nell'aula di Montecitorio e ce l'ha proposto paro paro, senza veli così com'è.

Lui da uomo di mondo l'ha messa sullo spiritoso andando però un tantino oltre: m'era già capitato, ha dichiarato ai giornali, da Maurizio Costanzo nel '93 solo contro tutti per Vallemanina e da come vanno le cose sui rifiuti nell'astigiano lo rifarei.

A me non pare sia il caso, caro Giorgio, hai già dato e finiamola lì.

Infatti se questa storia ce la trasciniamo dietro e stentiamo a trovarle il bandolo è perché la consistenza del tuo ego, che ti avrà pure divertito e gratificato, ha lasciato in molti degli astanti un tale stordimento da cui non ci siamo ancora riavuti, e il solo pensare che tu possa ripeterti potrebbe darci il colpo di grazia.

Abbi quindi pietà di noi e risparmiaci.

Mentre se la cosa ti va puoi continuare a muoverti tra gli scanni parlamentari a tuo piacimento, come un pesce nell'acqua e senza vincoli di mandato.

Se non ci sarà la televisione a riprenderti pazienza, ce lo potrai raccontare tu e noi ti crederemo sulla parola.

24 marzo 2003


La guerra in Iraq

Quando uscirà questo articolo è possibile (e sperabile) che la guerra degli Usa e alleati all'Iraq stia per finire. Comunque va riconosciuto fin d'ora grande merito alla gente del mondo che non ha mai cessato di battersi perché la guerra non si facesse e che continua a battersi pacificamente perché termini prima possibile e che tutto sia fatto per aiutare le popolazioni da essa martoriate.

La lotta per la pace a livello mondiale è servita, serve e servirà sempre di più per dimostrare che le controversie che sorgono tra i popoli della terra devono essere risolte senza ricorrere alla guerra ma utilizzando i molti strumenti di dissuasione di cui si dispone, anche imponendoli se necessario attraverso l'autorità dell'Onu di cui dovrà essere valorizzato il ruolo a partire dalle iniziative di pacificazione dei popoli ora coinvolti e dalla soluzione dei conflitti in atto, tra cui quello israeliano - palestinese, con la creazione di due stati liberi e autonomi.

Un mondo globalizzato ed interdipendente postula una pace globalizzata, sollecita un modo nuovo, inedito di operare per la soluzione delle controversie, rende obsoleta e superata la guerra e costringe tutti a ragionare in modo diverso e più avanzato rispetto a quanto siamo stati finora abituati a fare.

I dissapori e le contraddizioni che ci saranno sempre vanno superate nel modo migliore possibile per tutti le parti in causa, applicando principi Onu di giustizia universale e sviluppando pazientemente la ricerca, la discussione, le proposte; operando per garantire comunque a tutti dignitose condizioni di vita, attraverso la collaborazione che tutti siamo chiamati a prestare per la buona convivenza sulla terra.

Questa non è utopia, e non lo è specialmente per noi italiani perché la nostra Costituzione prescrive questo tipo di rapporti internazionali, che solo i nostri limiti contingenti hanno impedito di applicare pienamente nei confronti di questa guerra funesta.

21 marzo 2003

L'amministrazione Voglino

Sono certo encomiabili gli sforzi che la gente del mondo fa in favore della pace, ma sarà un miracolo se si riuscirà a disarmare Saddam senza fare la guerra, perché l'amministrazione Bush non vuole prendere in considerazioni altre possibili soluzioni.

Ad Asti l'amministrazione Voglino sta facendo bene sugli interventi diciamo straordinari: impostazioni progetti strategici e avvio di importanti opere pubbliche, ma che per ora si vedono poco, mentre si occupa meno di quanto la gente si aspetta di cose ordinarie che si vedono di più: pulizia, manutenzione, disciplina della viabilità, soste e parcheggi, arredo urbano e cura del verde. Sarebbe poi utile dare ogni tanto un'occhiata a quanto scritto nel programma elettorale per quanto riguarda le "ventine" e prestare ascolto alle desiderata che i cittadini cercano in qualche modo di far arrivare al Palazzo.

Il mestiere dell'opposizione e anche quello di marcare stretto la maggioranza "costringendola" a dare il meglio di sé. A partire da questo assunto riesce difficile capire perché l'opposizione abbia abbandonato recentemente il consiglio comunale di Asti per la mancata costituzione di una commissione che, a leggere i giornali, pareva persino di dubbia utilità.

Si ha infine l'impressione che le notevoli professionalità di cui dispone il personale del comune di Asti potrebbero dispiegarsi meglio se fossero stimolate a farlo, contribuendo così più efficacemente al miglioramento della vita nella città e sul territorio.

10 marzo 2003

La sanità astigiana

La sanità continua a destare grosse preoccupazioni. Questa volta a far sentire la sua autorevole voce è il Consiglio dell'Ordine del Medici di Asti che esaminata in dettaglio la pesante situazione della sanità astigiana formula un pressante invito a chi di dovere- direttore generale e dirigenti dell'ASL, amministratori e politici - a porre sollecito rimedio ad una situazione che così non può continuare.

I medici astigiani hanno individuato le ragioni della crisi nella continua emergenza in cui si trova il pronto soccorso dell'ospedale cittadino, nella riduzione dei posti-letto negli ospedali, nella minaccia di ridimensionamento o di chiusura che continua ad incombere su strutture sanitarie territoriali, nel blocco dell'assunzione di personale e nella inadeguata gestione delle scarse risorse disposte dal governo.

Occorre altresì ricordare il buco di alcune migliaia di miliardi di lire che si è formato nella gestione della sanità piemontese ed i ricorrenti scandali, cui non ha fatto riscontro l'adozione di provvedimenti concreti ed adeguati alla gravità della situazione, capaci cioè di far conoscere e rimuovere le cause di questo sfacelo. Di tutto ciò deve dar conto la giunta regionale nella sua collegialità con più marcata responsabilità per l'assessore competente.

A poco è valsa la reintroduzione dei ticket sui medicinali e l'aumento dell'addizionale Irpef che pure salassano pensioni, salari e stipendi.

A questo punto prende corpo il sospetto che con questo andazzo si voglia dimostrare che le spese per la sanità pubblica non sono più sostenibili per tutti e che quindi potrebbe essere prevista una sorta di assistenza minimale per i meno abbienti, mentre per chi può pagare si apriranno le porte di una sanità d'élite, magari anche foriera di lucrosi affari.

Si constata infine che mentre da parte di tutti gli interessati vi è stato un comune e solidale impegno per garantire adeguati ed efficaci servizi sanitari per la città di Asti e il territorio provinciale, solo promesse sono giunte finora dai livelli istituzionali in cui l'astigiano è pur rappresentato con un sottosegretario, due parlamentari e un assessore regionale.

10 marzo 2003

Cassa depositi e prestiti e durata ammortamento mutui

Con decreto ministero dell'economia sono state apportate modifiche al DM 7 gennaio 1998, riguardo alla durata di ammortamento dei mutui della Cassa depositi e prestiti. In particolare, nel caso di mutui ammortizzati in quindici e venticinque anni il diritto non può essere esercitato, rispettivamente, oltre il dodicesimo e il ventiduesimo anno di ammortamento (art. 8, comma 1, lettera b)). Inserite poi nuove disposizioni riguardo al finanziamento di nuove costruzioni, ampliamenti o completamenti di opere infrastrutturali, con determinazione dell'importo dei mutui in base all'ampiezza dei comuni.

Decreto del Ministero dell'economia 28 febbraio 2003, allungamento della durata di ammortamento dei mutui della Cassa depositi e prestiti, G.U. n. 55 del 7.3.2003

10 marzo 2003

Alloggi per gli anziani - proroga domande

Il termine per la presentazione delle domande di finanziamento da parte dei comuni alle Regioni competenti, di cui al comma 2 dell'art. 4 del bando di gara relativo al programma sperimentale di edilizia residenziale denominato "Alloggi in affitto per gli anziani degli anni 2000", è prorogato di 90 giorni (entro il 6 giugno 2003).

Decreto del Ministero delle infrastrutture 4 marzo 2003, Proroga del termine per la presentazione della domanda di finanziamento di cui all'art. 4, comma 2, del decreto ministeriale 27 dicembre 2001, G.U. n. 55 del 7.3.2003

10 marzo 2003

Mutui Cassa depositi e prestiti e tassi di interesse

Riguardo ai tassi di interesse dei mutui della Cassa depositi e prestiti, con decreto del Ministero dell'economia sono stati definiti: i saggi di interesse sui mutui a tasso variabile, a tasso fisso, a tasso fisso con diritto di estinzione parziale anticipata alla pari e i tassi di finanziamento agevolati.

Decreto del Ministero dell'economia 28 febbraio 2003, Determinazione sui tassi di interesse dei mutui della Cassa depositi e prestiti e sui depositi cauzionali, G.U. n. 56 dell'8.3.2003

10 marzo 2003

Cambia il Direttore de La Nuova Provincia

Ho appreso in modo del tutto causale che la Nuova Provincia ha cambiato il direttore responsabile; si tratta del secondo nel corso di un periodo relativamente breve.

Il precedente, Sig. Ponte si accomiatò dai lettori con un comunicato riportato nella prima pagina del giornale. Nulla ho avuto modo di leggere a proposito del sig. Gianotti uscito di scena recentemente.

Siccome il cambio del direttore responsabile è un fatto significativo nella vita di un giornale, ritengo non sarei il solo ad apprezzare di essere informato sulle ragioni che lo hanno determinato.

5 marzo 2003

Ancora sui rifiuti.

Ritorno sull'argomento rifiuti stimolato dagli interventi che si susseguono sui giornali astigiani, per rimarcare che il sistema di smaltimento che si va delineando consentirà una riduzione dei costi solo nel momento in cui l'astigiano disporrà di una sua discarica e si saprà se il prodotto lavorato vi sarà depositato in attesa di essere riutilizzato in un termovalorizzatore oppure dovrà rimanerci per decenni con le spese di accudimento che saranno necessarie.

Restano fondamentali tutte le iniziative che promuovono la raccolta differenziata riconoscendo vantaggi economici ai cittadini che la praticano con più efficacia.

L'esperienza infine suggerisce che per disporre presto delle discariche la strada da percorrere è quella negoziale tra le parti interessate, dando risposte giuste ed eque alle ragionevoli esigenze dei Comuni sui cui territori si dovranno costruire.

27 febbraio 2003
La circonvallazione di Isola d'Asti.

Stanno per iniziare i lavori per la costruzione della circonvallazione dell'abitato capoluogo di Isola d'Asti.

Si tratta di un opera di rilevante impegno tecnico e finanziario alla promozione della quale hanno concorso nel tempo una pluralità di Enti di Organizzazioni e di persone aventi rilevanza istituzionale o di altra natura e tutte connotate dalla volontà di giovare alla realizzazione di un opera di grande utilità pubblica sotto l'aspetto viabilistico ed ecoambientale e molto attesa in particolare dalla popolazione locale.

Dico queste cose con cognizione di causa ed a ragion veduta e per evitare che nella comprensibile emozione del momento, quello che è il positivo risultato di un diffuso impegno collettivo e di lunga lena venga dimenticato o diversamente attribuito.

20 febbraio 2003


Risorse idriche

I deputati Cima, Vernetti e Boato (Misto-verdi) hanno presentato una mozione che richiede al Governo diversi impegni in materia di risorse idriche a livello sia nazionale sia internazionale.

A livello internazionale, tra l'altro, si sollecita il Governo ad adoperarsi contro la privatizzazione delle risorse idriche e per un mercato mondiale dell'acqua.

Sul territorio statale invece si chiedono:

  • risorse aggiuntive per la realizzazione delle opere di recupero di risorse idriche;
  • iniziative normative per qualificare e potenziare gli strumenti conoscitivi e di controllo in capo alle regioni e alle province per la verifica delle condizioni delle risorse di ciascun bacino attraverso il coordinamento dei servizi regionali per la difesa del suolo, degli usi idrici e dei servizi agricoli;
  • risorse adeguate per l'ammodernamento delle reti, l'incremento di efficienza della distribuzione e il risanamento delle gestioni,
  • la promozione, attraverso il coinvolgimento degli enti locali della produzione di progetti, esperienze ed idee progettuali relative all'educazione, all'uso sostenibile dell'acqua e al risparmio idrico;
  • l'attuazione di un piano per incentivare l'uso differenziato e il risparmio dell'acqua potabile soprattutto in ambito domestico, attraverso il riutilizzo per usi non potabili delle cosiddette "acque grigie";
  • predisposizione di semplici interventi, quali ad esempio la modifica delle fontanelle e degli erogatori a flusso continuo di acqua potabile presenti nella maggior parte dei comuni, dotandoli di un comando manuale dell'erogazione.
20 febbraio 2003


I rifiuti

Prendo lo spunto dalle giuste rimostranze dei presidenti delle circoscrizioni di Asti per il caro rifiuti riportate da "La Stampa" del 12.2.03 per dire ancora la mia su questo problema.

  • per diminuire il costo dei rifiuti l'astigiano deve costruire una sua prima discarica attraverso una soluzione negoziata con i Comuni interessati;
  • nella discarica bisogna depositare rifiuti trasformati in combustibile per mezzo dei nuovi impianti di Valterza opportunamente adeguati, così da poterli bruciare quando sarà possibile in una termovalorizzatore e ricuperare risorse;
  • è necessario aumentare la raccolta differenziata raggiungendo almeno il 35% come prescrive la legge.
Sono obiettivi che possono essere raggiunti nel corso di un mandato amministrativo se l'assemblea dei sindaci del consorzio li indica come prioritari e il consiglio di amministrazione li persegue con competenza ed efficace determinazione.

13 febbraio 2003


La guerra all'Iraq

Nel mondo i popoli dicono no alla guerra preventiva all'Iraq.

Una ragnatela di iniziative diplomatiche e all'opera per trovare una soluzione incruenta alla dittatura e al pericolo rappresentato da Saddam Hussein.

L'amministrazione Bush cammina verso la guerra e c'è poco tempo per tentare di impedirla. Siamo amici del popolo americano cui dobbiamo molto, come molto deve l'Europa ai 20 milioni di russi caduti nella seconda guerra mondiale contro il nazifascismo.

E' importante e commovente l'impegno del Santo Padre per la pace. La Francia e la Germania hanno detto no alla guerra e hanno avanzato proposte per garantire le ispezioni e il disarmo dell'Iraq e per evitare altre sciagure e dolori al popolo iracheno.

L'Onu dovrà dire l'ultima parola che tutto il mondo chiede e che tutti dovranno rispettare.

In questa drammatica circostanza ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte per aiutare chi lavora contro il terrorismo e per la sicurezza, la giustizia e la pace tra le persone e tra i popoli.

10 febbraio 2003


Revisionismo, censura e Resistenza

Ho letto "la lettera aperta" di Giovanni Gerbi all'onorevole Galvagno e a me a proposito di "revisionismo ", "censura" e "Resistenza" e rispondo volentieri cosa penso in proposito.

Per quanto riguarda la stampa esiste un comportamento arrendevole diffuso, tanto da indurre Papa Giovanni Paolo II a dire: "i giornalisti hanno il grave dovere di resistere alle pressioni di adattare la verità per soddisfare le pretese del potere politico". Non mi pare si sia arrivati alla censura politica, almeno dalle nostre parti, ma per evitare che si scivoli in questa direzione occorre rintuzzare atteggiamenti di sudditanza, estendendo ed intensificando l'attenzione, la vigilanza e l'iniziativa democratica ovunque se ne avverta la necessità. (click qui per proseguire)


L'Unità e Berlusconi

Qualche tempo fa dalla Romania dove si trovava, il nostro presidente del consiglio scagliò l'anatema contro Biagi e Santoro rei, secondo lui , di aver fatto un uso criminoso della televisione pubblica; da allora i due giornalisti non li abbiamo più visti in video.

Recentemente il quotidiano "Libero" ha scritto che Berlusconi finanziava "l'Unità" attraverso un intreccio di partecipazioni azionarie. La notizia è stata ripresa e rilanciata dal TG2 Rai con modalità suscettibili di creare disorientamento e discredito.

Subito dopo "l'Unità" ha dimostrato e pubblicato che la notizia era falsa .

E di questi giorni la notizia che ad Asti è in corso un inchiesta sulla regolarità delle firme raccolte da forzitalia per la presentazione di liste alle elezioni politiche del 2001.

Si tratta, a mio parere, di episodi che segnalano un malessere diffuso ed una palese insofferenza alle regole ed ai comportamenti democratici da parte delle forza politica di maggior peso nel centrodestra che governa l'Italia ed altre istituzioni importanti nel nostro Paese.

Per quanto riguarda l'informazione riporto le parole pronunciate recentemente dal Papa Giovanni Paolo II: "i giornalisti hanno il grave dovere di resistere alle pressioni di adattare la verità per soddisfare le pretese del potere politico", mentre per il resto ritengo sarebbe un errore prendere sotto gamba episodi come questi oppure rassegnarsi. Essi vanno invece rintuzzati estendendo ed intensificando l'attenzione, la vigilanza e l'iniziativa democratica ovunque se ne avverta la necessità.


L'Enofila

Mi riferisco alle dichiarazioni di Dino Scanavino presidente della CIA provinciale (La Stampa 26 gennaio) circa i ritardi nella costruzione dell'Enofila nell'ex vetreria e l'assenza di alcune voci importanti nell'iniziativa in corso: organizzazioni agricole, produttori, industriali.

Far convergere energie e risorse per realizzare l'Enofila è certamente utile ed opportuno e sia benedetto chi opera in questo senso; se poi qualcuno si dimostrerà particolarmente bravo gliene sarà reso merito, indipendentemente dall'appartenenza, ricordando però che non si parte da zero e che il Comune si è mosso perché i lavori sospesi da qualche tempo siano presto ripresi.

Resta il fatto che se si vuole "fare squadra" ed esprimere concretamente il valore aggiunto che questo modo di agire produce, bisogna proporsi innanzitutto di realizzare senza indugi una bella Enofila al prezzo giusto, per la gestione della quale poi chi ha più filo farà più tela.

27 gennaio 2003
Sei mesi di centro sinistra ad Asti

Il centro sinistra ad Asti ha appena compiuto il giro di boa del primo semestre di governo ma è già possibile fare un primo bilancio di massima della sua attività:

  • Interventi per migliorare la mobilità nella città agendo sulla viabilità e sui trasporti pubblici
  • Preparato il piano dei siti per la migliore localizzazione di antenne radio per i telefoni cellulari
  • In fase avanzata il piano per la promozione e valorizzazione delle attività commerciali, in particolare per il sistema dei negozi e dei mercati
  • Decisa la soluzione "leggera" per la variante ovest di collegamento con l'autostrada Asti-Cuneo
  • In corso di superamento la stasi dei lavori per la costruzione dell' Enofila
  • Avviate le opere di urbanizzazione per il nuovo ospedale
  • Ridato slancio alle iniziative nel sociale
  • Programmata l'attività del teatro Alfieri e di altri importanti manifestazioni culturali e di spettacolo
  • Praticato un tavolo permanente per i problemi del lavoro ed i rapporti con le parti sociali.

Nella compagine di centro sinistra c'è l'impegno a proseguire e migliorare il proprio lavoro ed a coinvolgere la città nelle cose che si fanno. Questo coinvolgimento riguarderà anche il personale del Comune che rappresenta un patrimonio di professionalità essenziale per lavorare in modo collaborativo ed efficace.

Per decidere meglio l'amministrazione comunale deve comunque migliorare la collegialità, cioè "fare più squadra" a tutti i livelli.

Si tratta di un obiettivo ambizioso per il conseguimento della quale bisogna costruire passo passo nell'ambiente in cui si lavora le condizioni perché ogni persona possa esprimere il meglio di sé.

25 gennaio 2003
Il bilancio provinciale ad Asti.

Il consiglio provinciale ha recentemente approvato il bilancio preventivo per l'anno 2003, che ha visto il voto contrario del consigliere Vastadore dell'Udc e la sua uscita dalla maggioranza di centro destra; conosco Vastadore e ho letto sui giornali le ragioni di sostanza amministrativa e politica che lo hanno indotto a questo passo per certo meditato e responsabile. (click qui per proseguire)


ultimo aggiornamento il 6 dicembre 2003 scrivi al webmaster