Spigolature.

Le riflessioni dell'anno 2002

Il bilancio provinciale ad Asti.

Il consiglio provinciale ha recentemente approvato il bilancio preventivo per l'anno 2003, che ha visto il voto contrario del consigliere Vastadore dell'Udc e la sua uscita dalla maggioranza di centro destra; conosco Vastadore e ho letto sui giornali le ragioni di sostanza amministrativa e politica che lo hanno indotto a questo passo per certo meditato e responsabile. (click qui per proseguire)


Cultura, una bella impresa.

Sono ormai lontani i tempi eroici dei lavoratori studenti che avevano conquistato il diritto allo studio nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, ottenendo il riconoscimento della loro specificità di persone che lavoravano e studiavano nell'arco della stessa giornata. (click qui per continuare)

Ottobre 2001


Per come vanno le cose oggi

Per come vanno le cose oggi vale la pena ricordare l'accento che Enrico Berlinguer poneva sulla moralità con la quale si deve operare nella vita e l'importanza che vi attribuiva per l'attività politica.

Egli asseriva, non senza ragione, che i militanti del PCI avessero una salda base morale e che ciò li connotava positivamente, ed altrettanto positivamente connotava il partito nell'interesse di tutti.

Ricordo ancora che Berlinguer annoverava tra i suoi diretti collaboratori Tatò e Rodano di solida formazione sociale cristiana.


Il principio di responsabilità, ovvero il pesce puzza dalla testa

In democrazia se viene meno il principio di responsabilità le cose non vanno bene. In democrazia infatti l'esercizio del potere avviene con l'uso di molta discrezionalità cui corrisponde una adeguata responsabilità personale della quale è vitale rispondere.

A Genova in occasione del G8 sono successe cose gravi che il ministro dell'interno Scajola non poteva non conoscere. Quindi delle due l'una: se le conosceva doveva evitarle se questa era la sua volontà, se non le conosceva non è all'altezza di svolgere i suoi compiti. Né vale trincerarsi dietro l'assoluzione del parlamento, oppure scaricare le sue insufficienze sui sottoposti. Infatti, come si sa, il pesce puzza dalla testa.


A proposito di memoria storica

L'Unità del 3 agosto scorso ha proposto alcune pagine di un documento scritto dall'economista inglese Henry William Beveridy durante la seconda guerra mondiale e pubblicato nel 1946 da Einaudi - Torino con il titolo: "Pieno impiego in una società libera". Si tratta di un testo liberale rivolto alla democrazia inglese, che, accanto a considerazioni squisitamente politiche proponeva per i problemi del tempo soluzioni di straordinaria attualità e praticabilità.

Suggerisco di citare il libro nella bibliografia dei prossimi congressi dei democratici di sinistra in vista del congresso nazionale del novembre prossimo.


Tornare con i piedi per terra

L'invito a guardarsi allo specchio dalle nostre parti lo si rivolge a narcisi, presuntuosi, saccenti perché tornino un po' con i piedi per terra. In questa calura agostana mi pare che questo invito andrebbe rivolto ad alcuni membri del governo di centro destra che anziché risolvere i problemi di Stato, lavoro per il quale sono stati votati, proprio su questi problemi invece suppongono, ipotizzano, polemizzano come qualsiasi cittadino.

Mi riferisco in particolare al grave episodio della bomba scoppiata al Tribunale di Venezia, non si sa ancora per mano di chi, rispetto alla quale il ministro Bossi dal bar del suo paese lascia intendere che è di sinistra: "hanno perso le elezioni, dice, e sanno che non potranno tornare che tra vent'anni", mentre Frattini un altro ministro, dal mare fa sapere che non interromperà certo le vacanze solo perché la sinistra sull'episodio si agita tanto.

Che Iddio ce la mandi buona.

PS . Guardarsi allo specchio potrebbe anche essere l'invito ad una sorta di esame introspettivo personale, una verifica di quanto si è soddisfatti di sé e quanto i propri comportamenti concreti corrispondano al concetto che si ha o si vorrebbe avere di se stessi


Il 13 maggio 2001 i giovani hanno votato Ulivo

Il quotidiano La stampa del 27 luglio scorso ha citato uno studio dell'università cattolica L'UMSA da cui risulta che alle elezioni politiche dello scorso 13 maggio il 51% dei giovani tra i 18 e i 25 anni ha votato Ulivo e solo il 40,5% la Casa delle Libertà. (click qui per continuare)


La capacità di autoregolazione del mercato e la politica

(vedere Einaudi, Gobetti, l'Unità 5.8.01 Saros e altri)

Nell'attuazione del dettato costituzionale il centro sinistra - Ulivo e il sindacato hanno operato perché il lavoro, l'imprenditività ed il libero mercato potessero sviluppare le loro potenzialità; ne fanno fede la concertazione, gli strumenti di flessibilità posti in atto, le provvidenze per le aziende, gli oltre 1.300.000 nuovi posti di lavoro realizzati di cui circa la metà permanenti, la diminuzione sotto il 10% (ereditata oltre il 12% ) della disoccupazione nel nostro paese.

Corrispondentemente si è operato per la miglior tutela del lavoro e dei lavoratori e per la reale e sostanziale difesa del potere d'acquisto degli stipendi, dei salari e delle pensioni; la stabilizzazione della previdenza pubblica, il miglioramento dell'assistenza, la riduzione del carico fiscale e per migliorare la competitività dei nostri prodotti e delle nostre imprese.

Si tratta certo di obiettivi da migliorare e consolidare continuamente soprattutto per quanto riguarda il superamento delle differenze tra nord e sud del paese e l'aumento del lavoro disponibile nella sua forma più certa e duratura. Va da sé che il mercato ha fatto la sua parte, ma essenziali per il conseguimento degli obiettivi e per l'equa distribuzione dei sacrifici e dei vantaggi sono state le politiche poste in atto dal centro sinistra che hanno consentito al Paese ci operare in dialettica unità di intenti.


L'Ulivo e il centro destra

Non v'è dubbio che l'operazione politica della Casa delle Libertà è possibile solo come operazione di potere al cui interno ogni componente comprime gli interessi di cui è portatrice in vista di vantaggi per sé non altrimenti ottenibili.

Una coalizione del genere non produce politiche, cioè soluzioni ai problemi in cui tutte le componenti concorrono al meglio di sé, ma meri accordi di potere, con la spartizione di quest'ultimo. Senza la detenzione del potere oppure la sua solerte conquista il polo di centro destra, così come si configura oggi, non esisterebbe.

Nel concreto questo modo di fare produce comportamenti da dilettanti allo sbaraglio, com'è avvenuto per il "buco" dei conti pubblici, il disastro dell'ordine pubblico a Genova per il G8, mentre l'impunità per il falso in bilancio e l'inconsulta proposta di legge sull'immigrazione la dicono lunga sull'uso dello Stato per fini di parte o addirittura personali.

Altro siano noi del centro sinistra - Ulivo. Le nostre priorità sono il valore sociale dei lavori, la sostenibilità ambientale, la modernizzazione in cui l'equità, la qualità dello sviluppo dell'ambiente e della società siano elementi strutturanti; lavoriamo per costruire una concreta dialettica tra il lavoro, l'economia, la politica e la vita delle persone, perché non vi siano contraddittorietà permanenti tra questi importanti aspetti non riconducibili solamente a corrispettivi finanziari o materiali di altro genere.

La nostra ricchezza sono le diversità degli apporti che realizzano il composito mosaico delle decisioni comuni. La capacità di condurre a sintesi a più alto livello qualitativo ogni confronto anche il più aspro, anzi in modo particolare il più aspro perché in esso ognuno vi esprime il meglio e questo meglio è stato recuperato ed ha concorso, ha avuto parte, nella decisione finale.

La legalità infine e il rispetto delle regole garantiscono la democrazia e difendono i più deboli; diversamente fanno ciò che vogliono i ricchi, i potenti, i prepotenti.


Sistema immunitario e democrazia

Fatemi fare un paragone che subito magari parrà strano, poi, m'auguro, meno. Noi viviamo immersi in ogni genere di batteri, microbi, virus parecchi dei quali sono pericolosi per la nostra salute. Se stiamo bene il nostro sistema immunitario riconosce i nemici e ci difende da essi senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo. Qualche volta il sistema immunitario non ce la fa ed allora dobbiamo aiutarlo con le medicine e così via per tutta la vita, una cosa normale.

Sostituiamo a noi la società civile e lo Stato ed al sistema immunitario la democrazia, infine ai batteri microbi e virus i nemici della società civile e dello Stato.

Se la società civile e lo stato funzionano, sono in salute, la democrazia riconosce i nemici e vi si oppone diciamo con naturalezza in modo normale. Qualche volta non ce la fa e allora dobbiamo aiutarla con un supplemento di impegno da parte di ciascuno. E così via per tuta la vita, una cosa normale. A patto che il sistema immunitario e la democrazia, siano mantenuti in condizione di efficienza


Vita e lotta

Lottare per un mondo migliore godendo dei frutti di questa lotta man mano che essi maturano.

Si tratta di una lotta per il presente e il futuro con vantaggi immediati e per il tempo a venire. Immediati perché si è attori diretti del cambiamento nel senso delle proprie aspirazioni di vita e ci si avvantaggia dei frutti di questa lotta man mano che questi frutti maturano. Per il tempo a venire perché l'impegno personale è un tassello che contribuisce a realizzare il mosaico di un mondo migliore in continuo movimento.

E' una lotta condotta nelle società e nelle istituzioni. E' una lotta nelle situazioni concrete in cui si vive, e si può realizzare finalizzando meglio ciò che già si fa e collocandolo nel filone di iniziative comuni. E' una lotta che rende la vita personale più stimolante, intensa e ricca di soddisfazioni.


Democrazia, vita, violenza

La pratica della democrazia dovendo essere continua e permanente non può non essere pratica di vita, cioè non può essere estranea, incompatibile con la vita di tutti i giorni. Dico di più, la pratica democratica deve essere essa stessa vita. Quindi ogni atto democratico non solo non deve peggiorare la qualità della vita ma deve contribuire a migliorarla fin da quando si compie l'atto democratico; cioè senza attendere i risultati finali.

Né consegue che la violenza in quanto male in sé non è compatibile con la pratica della democrazia.


Diversità come ricchezza

La pluralità di apporti, contributi, rispetto ad una decisione da prendere, ad un problema da risolvere rappresenta una ricchezza che consente decisioni e risoluzioni migliori. Servono però almeno due condizioni: che i partecipanti contribuiscano con il meglio della loro diversità; che l'agire di ognuno sia finalizzato a realizzare il meglio rispetto alla situazione data.

Questo ragionamento applicato al congresso dei democratici di sinistra suggerirebbe di assumere le mozioni ed i rispettivi candidati alla segreteria come contributi che il congresso è chiamato a discutere, condurre a sintesi, e votare nella raggiunta convinzione che se vale questo metodo di lavoro, adattamenti e miglioramenti successivi devono poter essere sempre possibili.


Frottole e programmi

Da qualche settimana si fa un gran parlare di cosa fanno o non fanno le opposizioni di centro sinistra nelle varie sedi istituzionali: parlamento, consigli comunali, nel Paese ed anche dalle nostre parti, in una scia di illazioni e di pettegolezzi cui non pare estranea la calura di questo finale d'estate.

C'è chi dice che il centro sinistra manovri i servizi segreti (ministro della Lega), oppure che tiene a balia la violenza (giornalista e vignettista di due quotidiani che vanno per la maggiore) oppure ancora che frena lo sviluppo non accettando la libertà di licenziare (governatore della Banca d'Italia e ministri vari).

Gli strali della critica e della satira che fino a poco tempo fa si indirizzavano soprattutto verso il potere ed i potenti ora bersagliano invece le opposizioni, senza che alcuno rilevi l'assoluta assenza di programmi da parte del centro destra al potere; s'intende programmi che contengano gli elementi essenziali che li caratterizzano e cioè: cosa si vuole fare, quanto costa, dove si trovano i soldi, quando si finiscono i lavori.

Infatti se i programmi ci fossero le opposizioni sarebbero messe alle corde e costrette a fare il proprio mestiere, cioè discuterli per migliorarli, controllare se vengono realizzati conformemente e se funzionano. Ma invece dei programmi su cui confrontarsi per ora dal centro destra arrivano frottole.


Guazzabuglio e noi

Ministri, sottosegretari (ancora senza deleghe a mesi dalla costituzione del governo) ed altre persone con responsabilità pubbliche dicono di tutto su aspetti essenziali della vita del nostro Paese.

Eccone un campionario: sono le opposizioni che manovrano i servizi segreti (ministro Bossi), il nostro è uno stato debole (ministro Castelli), le opposizioni tengono a balia i violenti e fomentano i disordini (un vignettista ed un opinionista di due quotidiani che vanno per la maggiore), gli studenti devono poter andare nella scuola che vogliono a spese dello Stato (ministro Moratti), lo sviluppo presuppone la libertà di licenziare (governatore della Banca d'Italia e ministri vari), la libertà di licenziare non è all'ordine del giorno del governo e le pensioni non si toccano (ministro Maroni), la mafia c'è sempre stata e ci sarà bisogna conviverci ed ognuno se la vede come meglio crede (ministro Lunardi), per ridiscutere la legge 194 sull'aborto siamo disposti a uscire dal governo (ministro Buttiglione), brutte le cancellate e le coloriture relative ad edifici importanti realizzate con la Melandri ministro (sottosegretario Sgarbi), lo stesso presidente del Consiglio è personalmente impegnato sui dissapori veri o presunti tra le Forze dell'Ordine.

Intanto in Veneto scoppiano bombe presso il Tribunale per fortuna senza vittime nè feriti.

In questo guazzabuglio è difficile raccapezzarsi mentre il governo ha in parlamento i numeri per fare e disfare a suo piacimento, o non fare come succede per il conflitto di interesse del presidente del consiglio e di suoi ministri e per il promesso aumento delle pensioni e il taglio delle tasse.

Una cosa per noi e certa: dobbiamo continuare a lottare democraticamente in ogni sede: istituzionale nella società, tra e con la gente, denunciare l'inconsistenza del centro destra, unire le opposizioni di centro sinistra in un comune progetto politico da realizzare praticando le libertà costituzionali e mantenendo la loro piena agibilità, essere di esempio e di sprone dove governano maggioranza di centro sinistra; far crescere consapevolezza, competenza e disponibilità specie tra i giovani ad occuparsi di cose pubbliche ad ogni livello: nel partito, nella società nelle istituzioni portandovi linfa nuova e modi di operare moderni e stimolanti adeguati ai tempi ed alle attese, raccogliendo risultati soddisfacenti fin da subito e costruendo le condizioni per ricuperare a pieno titolo fiducia e ruoli decisionali che questo rinnovato impegno ci consentirà.


La modernità

Mi viene da pensare che si tratti della capacità delle persone di interloquire consapevolmente tra loro rispetto ai problemi personali e comuni che si manifestano nel corso della vita e che le persone devono o si propongono di affrontare.


Governare e comandare

Secondo una massima siciliana "è meglio comandare che f...".

Comandare, appunto, non governare. Governare in democrazia è invece l'esercizio operoso, capace e paziente allo scopo di aiutare le situazioni ad esprimere il meglio di sé. Si tratta cioè di una attività faticosa e gratificante insieme, svolta nel rispetto della costituzione, delle leggi e dei comportamenti consuetudinari che si sono consolidati nel tempo assumendo valore di legge.

Se si ha in testa altro è meglio lasciar perdere.


L'alternanza

Siamo tutti interessati che si realizzi nel paese la possibilità di alternanza di governo senza patemi tra i due poli di centro destra e centro sinistra.

Il centro sinistra ha già dimostrato di essere all'altezza del compito nei recenti 5 anni di governo; gli inizi del centro destra destano invece qualche seria preoccupazione, e non è nemmeno la prima volta.


I ricchi, la noia e la politica

C'è il rischio che la noia che da sempre contagia i ricchi, contagi anche le persone normali, specie i giovani ma non solo, inducendole verso emozioni forti per sentirsi libere, vive, vitali, operanti.

L'antidoto sono obiettivi per le quali le persone normali ritengano valga la pena di spendersi.

Proporre questi obiettivi è compito di tutti ma in particolare della politica.


Vita, libertà e democrazia

Apprezzare e difendere la libertà e la democrazia non sono sentimenti innati, naturali, ma frutto di educazione e di elevatezza etica e civile. In una parola è questione di qualità.

Educare alla qualità diffusa equivale educare alla libertà ed alla democrazia, alla loro apprezzabilità tanto da non poterne più fare a meno nella vita. Apprezzare e difendere la libertà e la democrazia diventerebbe quindi una questione vitale per ciascuno.


Numeri e democrazia

In democrazia non bastano i numeri ma occorrono idee proprie e consensi per fare le cose ed anche capacità e modestia per utilizzare al meglio le idee altrui riconoscendone il merito e la provenienza.

Più grandi sono i numeri di cui si dispone più sono necessarie idee ,consensi, capacità e modestia; infatti se bastassero i numeri cosa resterebbe della democrazia per chi i numeri non ha e che è disponibile a rinunciare al migliore dei mondi ma non ad un mondo migliore, come dice Edgar Morin?


Differenze

Il centro destra pensa che lo Stato deve mantenere l'ordine perché la società capitalistica possa produrre e distribuire ricchezza per tutti.

Il centro sinistra pensa che, conformemente alla costituzione, lo Stato debba gestire l'ordinata convivenza e fornire il quadro entro cui la società capitalistica produce ricchezza e questa ricchezza viene distribuita ricercando l'equità.

Comunione e liberazione (Robi Ronza) al meeting di Rimini di questo mese ha detto che lo Stato deve realizzare le condizioni entro le quali la società capitalistica produce e distribuisce ricchezza per tutti.


Lo Stato

Il guardasigilli Castelli (Lega) auspica uno Stato forte, cioè autoritario che si imponga, e nel governo non è il solo.

Noi di sinistra invece lavoriamo per uno Stato autorevole, credibile, rispettato.


Mafia

Il ministro dei Lavori Pubblici. Lunardi ha dichiarato che la mafia c'è sempre stata, c'è e ci sarà per cui bisogna conviverci ed ognuno si deve arrangiare come crede.

Il ministro ha detto queste cose senza che ci fosse un motivo particolare che richiedesse di entrare, diciamo così, nel merito.

Chissà cosa avrebbe detto sullo stesso argomento se la situazione l'avesse sollecitato o indotto ad esprimersi; e soprattutto, cosa ha già fatto o potrebbe fare concretamente per dare pratica attuazione a questa sua affermazione.


Ottimismo di maniera

Ministri di Berlusconi da una parte spandono ottimismo a piene mani, come G. Tremonti che annuncia un nuovo miracolo economico per l'Italia in autunno, mentre dall'altra con P. Lunardi si piegano alla logica della mafia che c'è sempre stata e ci sarà e bisogna conviverci ognuno a modo suo.

In mezzo Berlusconi tace: recita una parte o non sa che pesci pigliare?

ultimo aggiornamento il 8 ottobre 2003 scrivi al webmaster